Falò: deroga per la vecia ma non per le combustioni all’aperto


Biomasse e inquinamento. I Falò agricoli e di cantiere sono vietati

La vecia si può bruciare: c’è la deroga (con Ordinanza n. 73 del 20 dicembre 2018, il Sindaco ha autorizzato l’accensione di falò tradizionali, in deroga ai provvedimenti limitativi delle combustioni all’aperto).

Ma i falò all’aperto sono vietati. Infatti, con Ordinanza Sindacale n. 55/2018, che prevede il blocco delle vetture più inquinanti durante i mesi invernali (dal 1 ottobre 2018 al 31 marzo 2019), viene vietata l’accensione di fuochi in ambito agricolo e di cantiere.

Più volte abbiamo pubblicato sul portale di montorioveronese.it articoli sull’inquinamento prodotto da biomasse:

30 ottobre 2016 – Arpav misura l’impatto degli inquinanti da fumo di legna

12 gennaio 2017 – Riscaldamento da legna e qualità dell’aria

10 novembre 2017 – Spegniamo camini e stufe?

4 dicembre 2017 – E’ solo il traffico che ci soffoca? 

28 dicembre 2017 – Inquinamento, superati i giorni di sforamento: spente le stufe a legna

29 gennaio 2018 – PM10: Raggiunta Allerta 1. Da domani scatta divieto per impianti a legna o pellet

20 ottobre 2018 – Inquinamento atmosferico: impianti di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa. Disposizioni

7 luglio 2018 – Inquinamento da biomasse: pubblicato bando 2018 rottamazione stufe

Ma la discussione sull’argomento è ancora molto intensa. Proprio in questi giorni in uno dei più noti social network, facebook, in un gruppo frequentato da montoriesi , è in atto un confronto dai toni molto accesi, forse troppo.

Se da un lato è positivo che si discuta di biomasse e inquinamento, dall’altro viene il dubbio che manchi ancora la consapevolezza del problema. E mentre l’argomento principale del confronto è il falò della “Vecia” (che come abbiamo già detto, a torto o a ragione, è autorizzato) pochi sono attenti a quello che avviene nel territorio. Secondo quanto riportato da Carlo i falò di origine agricola sono all’ordine del giorno. E’ per questo che Carlo ha deciso di scrivere e segnalare la situazione al Comune di Verona, al Prefetto e all’ARPAV.

Di seguito la lettera di Carlo.   

Signori buona sera,

segnalo che il fumo visibile nelle foto 470 e 471 si alza ancora nel cielo mentre scrivo, da questa mattina. Ora sono le 16 e 45 del 4 gennaio. Nella foto 464 si vede il pennacchio di fumo che si innalza dallo stesso luogo in data 2 gennaio.

Come già segnalato in passato, questi spettacoli sono pressoché quotidiani sulle colline intorno a Montorio e a Verona, e pare proprio che nessuno se ne curi ignorando l’ordinanza sindacale che vieta le combustioni all’aperto, fino al prossimo aprile. Basta che gli uomini della Polizia Municipale, o chi di dovere, alzino lo sguardo oltre le abitazioni per avere conferma di ciò che scrivo. Volendo far meglio, basta salire sulla torre dei Lamberti, e dare un’occhiata verso nord.

E’ stato fatto qualche intervento educativo? E’ stata irrogata qualche sanzione ai recidivi?

Segnalo anche che non sempre si tratta di combustione di ramaglie.

Scrivo perché ritengo che il fenomeno sia, con molta superficialità, sottovalutato nelle quantità e tipi di materiale combusto, nonostante ARPAV e in generale le varie ARPA regionali, invitino a considerare seriamente l’impatto dei veleni e delle polveri scaricate in atmosfera in questo modo.

In attesa di un riscontro, porgo cordiali saluti.
Carlo
Montorio

Foto 464

Foto 470

Foto 471

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