CASERMA DUCA – primo atto – ultimo atto
4 luglio 1958. Pomeriggio afoso, vago in questa allucinante dimensione nella quale mi ci hanno costretto. Assieme ad altri fantasmi sto trascorrendo le ore in attesa che succeda qualcosa, che qualcuno mi dica cosa fare, dove andare.
Sono arrivato stamattina col cuore pesante. Domani, quando mi avranno dato le stellette, sarò almeno qualcuno; una recluta sarà sempre meglio del niente che mi sento adesso, un uno senza personalità né anima, simile a quelle sagome bianche disegnate, le une in piedi, le altre accovacciate in ginocchio o stese a terra, lungo il muro di cinta, nessuna in atteggiamento pacifico.
Qui lo spazio è vasto ma le mura mi stanno addosso, il cielo di fuoco mi pesa in testa, il cuore mi si stringe e i pensieri, pesanti, volano verso il mio mondo, quello che ho lasciato stamattina.
12^ CAR MONTORIO VERONESE
Recluta alpina, alpino, caporale, caporalmaggiore, avanzamento a sergente e quindi, dopo diciassette mesi, finalmente congedato.
"L’è finita! L’è finita! Ma com’è che quest’ultimo giorno di caserma mi è cosi’ angoscioso come quel 4 luglio 1958?
L’ho tanto atteso questo giorno! Contando a ritroso i giorni mancanti " all’alba" che sembrava non arrivasse mai.
Ho il congedo in mano, a casa mi aspetta la morosa. Fa freddo, dal terreno ghiacciato non si leva più la polvere, il muro di cinta non mi stringe più ai fianchi, le sagome bianche hanno assunto un atteggiamento più pacifico, quasi amichevole. I miei compagni di naja, tutti infiocchettati, gigantesche penne sul cappello, se ne vanno esultanti ognuno per il proprio destino. E’ resurrezione!
Col, congedo in mano, mi aggiro intorno senza decidermi di attraversare la sbarra e quel ponticello sul quale qualche volta ho schierato la guardia. Lascio qui, solo ora me ne rendo conto, un " bel " periodo della mia vita. Sono triste e non mi va di mettermi il cappello col fregio dorato che le reclute dell’ultimo scaglione che ho addestrato mi hanno, come da usanza, regalato.
Sono triste, un nodo mi prende alla gola e quasi mi vien da piangere come allora. Solo che non è l’afoso pomeriggio del 4 luglio 1958 ma la fredda, livida mattina del 9 dicembre 1959.
MG. 2008
Le foto della caserma:
Buona visione.
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