Cenni Storici – L'unita' d'Italia



Montorio – Dalle origini ad oggi

a cura di Gabriele Alloro

 

Il 22 giugno 1405 il nostro Castello è teatro di quello che potrebbe essere chiamato il “Trattato di Montorio” con il quale Verona si consegna alla Repubblica Serenissima. Questo episodio però coincide anche con l’inizio del periodo di decadenza dell’antico maniero: esso ha sempre rappresentato il baluardo sulla collina posto a difesa dell’abitato a valle e a presidio delle acque. Nel 1440, però, con la Pace di Lodi fra Veneziani e Visconti, la Serenissima porta i confini verso l’Adda facendo così perdere importanza a molti castelli fra i quali appunto quello di Montorio.

Ciò non provoca però alcun mutamento nella vita di ogni giorno: la produzione artiginale non conosce soste, il benessere si diffonde anche fra i ceti meno abbienti e la nostra zona, a confronto con la città, sembra essere un’oasi fresca e felice.

Nei secoli XVI e XVII Montorio vede un forte sviluppo nel settore agricolo. Al già fiorente allevamento ovino, che fornisce la materia prima alle locali industrie della manifattura laniera, si affianca quello bovino, favorito dalle nuove leggi emanate dal Senato Veneto. Alcune famiglie della nobiltà e della Villa Wallnerborghesia imprenditoriale cittadina (Marioni, Malaspina, Murari, Bonetti, Cozza, Muselli, Zenobi, Gherardini, ecc.) investono ingenti capitali nella trasformazione agraria della valle del Fibbio, creando quella fitta rete di corsi d’acqua che ancora oggi possiamo ammirare.
L’ameno paesaggio invita queste stesse famiglie nobili a costruirvi sontuose ville e residenze di campagna ove trascorrere le calde estati e, allo stesso tempo, avere un presidio per il controllo della produzione e dei raccolti. Alla fine del ‘600 le acque di Montorio irrigano oltre 5000 campi, trasformando la pianura ghiaiosa e arida in una fertilissima plaga di prati sterili ad alto reddito.

A metà ‘800 si insediano a Montorio due grandi industrie, che per il loro funzionamento sfruttano sempre e comunque la forza motrice delle acque del Fibbio: il grande cotonificio Rederer/Grassmayr (1847), ovvero l’odierno complesso ex-SAPEL situato in prossimità del laghetto ‘Fontanon’, e la Filanda (1858) di G. B. Simeoni. Esse rappresentano le prime vere industrie dell’età moderna nel veronese e danno lavoro complessivamente a circa 600 operai. Questi due grandi stabilimenti, l’indotto che si crea attorno a loro, gli altri numerosi e piccoli opifici uniti alla Società degli Oleifici Veneti Riuniti sita in località Ferrazze, fanno sì che Montorio venga propriamente definita la “Piccola Manchester”. Questa massiccia e moderna industrializzazione porta prosperità e, di conseguenza, un notevole sviluppo demografico del paese, tanto che dai 1450 abitanti del 1840 passa ad oltre 4000 alla fine del secolo XIX.

Complesso SAPELLaghetto Fontanon

Con la pace di Vienna (3 ottobre 1866) si conclude la Terza Guerra d’Indipendenza che vede la conquista del Veneto da parte delle truppe italiane. Montorio, dopo 52 anni di dominazione austriaca, fa ora parte dell’Italia unita ed acquista lo status di Comune autonomo. Il 3 marzo 1867 il primo Sindaco di Montorio Veronese, nella persona dell’ avv. cav. Benvenuto Zenari, presta giuramento scritto di fedeltà al Re ed alla Patria.

Il resto appartiene a quella che si può definire “storia recente”.

Nel 1878 viene fondato l’Asilo Infantile ‘Regina Margherita’, una delle prime scuole materne della provincia, diviso in due succursali che si trovano rispettivamente a Nord e a Sud del paese; queste vengono riunite nel 1904 in seguito alla costruzione dell’attuale fabbricato sito al civico 2 di via Olivé.

Asilo Regina Margherita
Nel 1894 viene costruito il nuovo Municipio che ospita anche la scuola elementare, costato alla comunità la considerevole cifra di 70.000 vecchie lire! Per la sua costruzione è necessario l’abbattimento di parecchi metri del muro di cinta che delimita un brolo posto fra l’attuale via Olmo e via Guerrina. Queste due strade, infatti, scorrevano per buona parte del loro tracciato fra due alte muraglie come quelle che ancor oggi possiamo ammirare in quel tratto di via Olivé che va da S. Antonio a villa Tinazzi. Nasce così la piazza principale del paese, che prende il nome di Piazza del Municipio.
 

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