SMS fasulli

Si tratta di una notizia, ormai ciclica, senza alcun fondamento. Non è assolutamente così che funziona la rete sangue in Italia, ma su un preciso e coordinato sistema di compensazione e sostegno reciproco tra le varie regioni. A spiegarlo è anche il Centro nazionale sangue che, a firma del suo direttore, il dott. Giuliano Grazzini e dei presidenti nazionali delle quattro associazioni di donatori di sangue Avis, Fidas, Fratres e Cri, ha diramato una circolare alla stampa. ” Il sistema trasfusionale italiano è basato sulla donazione volontaria, altruistica e non remunerata, ma soprattutto governata da meccanismi di controllo regionale da una legge dello Stato – si legge – Anche il sangue “raro” viene mappato. Questo significa che gli operatori sanno dove andare a cercare il sangue che serve. Mai nessuno si sognerebbe dinanzi ad emergenze di instaurare una simile catena di presunta “solidarietà”. L’uso degli sms al massimo può riguardare il contatto personale e protetto da privacy che l’associazione di volontariato può effettuare per chiamare il volontario che ha firmato la liberatoria, in caso di richiesta urgente di donazione, sempre allo scadere del periodo di legge previsto tra una donazione e l’altra (3 mesi per gli uomini e per le donne, con 4 donazioni massime all’anno per i primi e 2 per le seconde), ma si tratta di casi eccezionali e personali. Posta la falsità di tali appelli, invitiamo i già donatori a non considerarli, e i cittadini che vogliono liberamente aderire alla donazione ad informarsi presso i Centri Trasfusionali degli ospedali e presso le sedi delle associazioni di volontariato sangue della propria città”.