Castello di Montorio
La polveriera restaurata: le foto in anteprima
La polveriera collocata nel cortile della bastia del Castello di Montorio è in fase di ultimazione di restauro. I Lavori di conservazione consolidamento e sistemazione dell’area sono iniziati nel dicembre 2006 per un importo di progetto di 500.000,00 euro (Comune di Verona – Area Lavori Pubblici – C.d.R Edilizia Pubblica – Del. G.M. n. 297 del 24 Agosto 2005). Ecco le prime foto del restauro dell’edificio in attesa dell’inaugurazione e di conoscere la funzione che avrà in futuro la struttura Si ricorda che la polveriera è stata costruita dagli austriaci protetta su tre lati da terrapieno per conservare le polveri da sparo al riparo dall’umidità e dai possibili colpi dell’artiglieria nemica e che prima del restauro era completante senza tetto.
Gli originali possono essere visualizzati nella nostra sezione del Menù “Gallerie fotografiche” nell’album:
La Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per il terzo stralcio dei lavori per il recupero del castello di Montorio. L’intervento riguarderà il consolidamento delle mura di cinta e l’illuminazione dell’area archeologica e costerà 300mila euro, 131mila dei quali saranno coperti da finanziamenti statali. «I lavori», spiega l’assessore all’edilizia pubblica, Vittorio Di Dio, «inizieranno la prossima primavera e dureranno un anno. Contemporaneamente saranno portati avanti gli interventi compresi nel secondo stralcio del progetto, e cioè il recupero dei percorsi archeologici e della caserma all’interno del castello». Dal prossimo mese, quindi, saranno ripresi e completati i lavori della prima fase dell’operazione di sistemazione dell’area che riguarderanno il consolidamento delle 3 torri, la ristrutturazione della polveriera e l’assestamento della parte architettonica interna del castello. «L’intero intervento», conclude Di Dio, «ha un costo di 1 milione e 169 mila euro, cifra finanziata per più dell’80 per cento dallo Stato. Ad operazione conclusa potremo restituire alla città e ai turisti uno tra i più importanti siti storici di Verona». L’intervento di recupero del castello, rimasto in stato di abbandono dal 1920 era stato avviato dalla passata amministrazione comunale.
In questi giorni il Comune consegnerà ufficialmente i lavori della prima fase di sistemazione e recupero della polveriera austriaca e di completamento della del restauro della cinta muraria del castello di Montorio. L’intervento, su progetto dell’architetto Arturo Sandrini, durerà un anno e sarà seguito direttamente dall’ufficio edilizia pubblica del Comune. «I lavori», fa sapere l’assessore all’edilizia pubblica Pozzerle, «costeranno circa 500mila euro e saranno interamente finanziati dallo Stato, intervenuto grazie all’interessamento del deputato Alberto Giorgetti, un esempio di come si può fare squadra, al di là delle diverse appartenenze politiche, per il bene della città». I lavori consisteranno nell’ultimazione del restauro della parte di mura non interessate ad un precedente intervento. Sarà inoltre consolidata e restaurata la torre scudata posta sul vertice orientale del recinto fortificato, la cui altezza fu drasticamente ridotta dagli austriaci tra il 1859 e il 1866. Infine sarà restaurata e sistemata la polveriera austriaca, oggi completamente priva di copertura. La struttura, ancora sostanzialmente in buono stato di conservazione, sarà dotata di una nuova copertura. Per la realizzazione del tetto si terrà conto dell’assetto originario, con travi di legno di supporto, mentre all’esterno verranno collocate lastre di piombo. Una volta ultimata l’opera, l’edificio militare sarà adibito a biglietteria, bookshop e piccolo spazio museale per l’esposizione di mappe, documentazione storica relativa al castello ed eventuali reperti archeologici rinvenuti sul posto. (e.s.)
«Il castello è unico nel suo genere», assicura l’assessore comunale all’edilizia pubblica, Vittorio Di Dio, «non esiste nel territorio veronese un altro luogo che porti con tale evidenza su di sé i segni delle diverse epoche storiche. Vogliamo restituirlo alla città, inserendolo nei circuiti turistici, culturali e didattici».
L’imponente struttura, che dall’alto della collina domina la Val Squaranto ed è visibile anche da grande distanza, risale all’undicesimo secolo ed è stato protagonista di molteplici vicissitudini, che hanno lasciato tracce tutte ancora oggi ben visibili. Forte difensivo nell’età scaligera, divenne poi punto strategico all’epoca del dominio asburgico, per diventare sede militare italiana ai primi del Novecento. Dal 1920 fu dismesso finché, nel 2002, si è dato il via a una prima parte dei lavori di recupero.
Nel 2005 poi, grazie a un nuovo fondo statale di circa un milione di euro, è stato possibile riprendere l’attività di restauro, che sta già dando i primi risultati. Il primo stralcio di lavori, avviato dalla precedente amministrazione e terminato nel settembre 2009, ha riguardato il restauro della polveriera di epoca austriaca, di un tratto della cinta muraria e di una delle tre torri, per una spesa di 500mila euro. La seconda fase operativa, che ha preso il via nel luglio di quest’anno, prevede una campagna di scavi archeologici all’interno dell’area e la realizzazione di percorsi attrezzati per rendere il sito fruibile al pubblico. La terza fase dei lavori inizierà il prossimo 5 settembre e riguarderà il restauro della cinta muraria e dei resti della casermetta austriaca.
«Alla fine dell’intervento», spiega l’architetto Valter Rossetto, direttore dei lavori, «avremo la completa sistemazione del muro di cinta e del cortile. La polveriera, già restaurata, potrà essere adibita a spazio museale».
La ricchezza del luogo risiede nella sua complessità, nell’aver attraversato diverse epoche storiche, di cui mantiene la testimonianza. Si possono infatti distinguere ancora oggi le postazioni dei cannoni che gli austriaci utilizzavano per difendere l’accesso alla città, le mura scaligere e le torri risalenti ad epoche ancora più antiche.
«Puntiamo a rendere il castello un luogo turistico e didattico, prevedendo percorsi per le scuole», conferma l’assessore Di Dio, «inoltre sarà lo scenario suggestivo di rappresentazioni teatrali, concerti ed eventi culturali di rilievo». Nella mente dell’assessore, pur se ancora in via di ideazione, ci sono anche nuovi progetti per valorizzare ancor di più l’area, come la creazione di una scala per salire all’interno della torre principale, da cui si potrà godere di una vista mozzafiato sulle due valli, e l’allargamento della strada di accesso, oggi stretta e sterrata in più punti.