8 Settembre 1943: Fuga dalle Casermette (Caserma Duca) di Montorio Veronese.
Il ritorno dopo 67 anni
Faustino Monai accompagnato da Roberto Zamboni (Dimenticati di Stato) domenica 20 Giugno 2010 è tornato a visitare la caserma “G. Duca” dopo la fuga di 67 anni fa, l’8 Settembre del 1943 attraverso la rete fognaria.
Secondo le ricerche fatte da Zamboni, l’impianto fognario delle casermette all’epoca passava attraverso i campi e andava a defluire nell’Adige. Nel tragitto che portava dalla caserma all’Adige la fognatura aveva delle aperture che andavano a sbucare in aperta campagna. Una delle corti nelle vicinanze di una di queste aperture potrebbe essere stata corte “Colombare”.
Alle “Colombare” Roberto ha potuto incontrare la Famiglia Bonato.
Il signor Bonato, che all’epoca dei fatti aveva 12 anni, si ricorda che il 9 di settembre 1943, dai campi arrivarono tre militari delle casermette chiedendo di avere dei vestiti borghesi per potersi allontanare e non essere arrestati dai tedeschi che avevano circondato la caserma. Nei giorni successivi molti altri militari si presentarono chiedendo abiti civili e un boccone di pane.
Uno di quei militi poteva essere benissimo il Monai.
Nei giorni scorsi Faustino, accompagnato dal figlio Pietro, la nuora e i due nipotini, ha potuto così rivedere all’interno della caserma “G. Duca” la palazzina dove alloggiava, e di seguito ha potuto incontrare i signori Bonato
Dopo tanti anni e una sensibile modifica del territorio per Faustino è stato veramente difficile poter dire con certezza che quelli erano i luoghi dai quali era passato nel lontano ’43. In casa dei Bonato era presente il Cavalier Nicola Carifi, che per quarantadue anni ha prestato servizio alla Caserma Duca (ora impiegato presso la Procura Militare di Verona). E’ rimasto molto colpito dalla storia della fuga ed ha assicurato al Monai che si sarebbe interessato della sua vicenda ed avrebbe fatto il possibile per farlo tornare per una visita più dettagliata della caserma in modo da poter ricostruire la sua disavventura a lieto fine.
Il Monai si è definito un uomo due volte fortunato. Infatti dopo il pericolo scampato grazie alla fuga e all’aiuto ricevuto, una volta arrivato in Friuli è finito in un rastrellamento tedesco, trasferito in Austria a lavorare è riuscito a tornare a casa senza conseguenze. Nel dopoguerra si è arruolato in polizia, fino alla pensione.