Almanacco montoriese – 10 aprile 1982


Il “Comitato Fossi” di Montorio

iniziava trent’anni fa
le sue battaglie ecologiche
 
di Gabriele Alloro 

 

Esattamente trent’anni fa, sul numero del 10 aprile 1982 del settimanale “Il Nuovo Veronese” usciva un articolo-denuncia sullo stato d’inquinamento dei corsi d’acqua di Montorio.
All’inizio degli anni ’70, con la nascita della zona artigianale e in coincidenza con un fenomeno di urbanizzazione unico nella storia del nostro paese, è iniziato un sistematico degrado dei nostri corsi d’acqua, utilizzati spesso come immondezzai e discariche da qualche abitante privo di buon senso.
Logo_Comitato_FossiProprio nel 1982 un gruppo di persone costituì un comitato per dire “basta” a questa situazione; era giunta l’ora, secondo Pierenzo Saetti, anima della prima ora del comitato, di rimboccarsi le maniche per ripulire i letti dei fossi, di denunciare qualsiasi forma d’inquinamento delle nostre acque, ma anche di valorizzare tesori locali quali la dorsale Preafitta, il castello e il forte John al fine di renderli accessibili alla cittadinanza.
Da quel gruppo di persone, capitanate da Saetti, nacque il “Comitato per la pulizia dei fossi e per la tutela e la promozione dell’ambiente e della salute” (che si costituirà ufficialmente con atto notarile il 10 ottobre 1984) a cui Montorio e i montoriesi devono molto.
E’ stato grazie a dure battaglie intraprese, ed in molti casi vinte, da questo gruppo di persone se oggi viviamo in un paese più pulito e se possiamo goderci qualche passeggiata in luoghi fino a qualche lustro fa inaccessibili.
Il Comitato Fossi è inoltre riuscito nell’intento di creare una “coscienza collettiva” attraverso l’organizzazione di conferenze culturali volte ad aprirci gli occhi sui tesori artistici, architettonici e paesaggistici che ci circondano.
Al Comitato Fossi, ancor oggi impegnato a difendere il paesaggio ed a diffondere cultura, va il plauso della Redazione assieme a TANTI AUGURI per i 30 anni di attività!

 

IL NUOVO VERONESE – 10.04.1982
MOBILITAZIONE A MONTORIO PER L’INQUINAMENTO IDRICO
Ventimila beghe sopra i fossi
E’ sorto un comitato, che ha promosso una mostra fotografica sulla sporcizia delle acque.
In programma anche una simbolica pulizia dei torrenti

Montorio è ricchissimo d’acqua. Caratteristici sono i suoi fossi che nascono a monte del paese.

Proprio questi fossi, che hanno e dovrebbero costituire un’attrattiva paesaggistica non indifferente, si
trovano… in brutte acque.

Per rendersene conto basta fare una passeggiata al centro del paese e gettare lo sguardo sui fossi principali che l’attraversano. Sporchissimo, in particolare, è il fosso al ponte Trivelin, sulla strada che porta alla zona artigianale di Montorio.

Un gruppo di cittadini di Montorio ha deciso di occuparsi in prima persona di questo gravissimo problema, costituendo un comitato che ha un nome un po’ ambizioso: “Comitato per la tutela e la promozione dell’ambiente e della salute”. E’ aperto a tutte le associazioni e a tutti i cittadini che sentono l’esigenza di fare qualcosa per arginare la sporcizia dei fossi.

Il comitato ha già fatto qualche riunione per decidere il da farsi. La prima uscita ufficiale è fissata per domenica 18 aprile, giorno in cui si terrà una “festa dei fossi”, per sensibilizzare la popolazione e le autorità competenti. Durante la manifestazione ci sarà una mostra fotografica sulla sporcizia dei fossi e saranno raccolte le firme dei cittadini che verranno inviate al sindaco.

La circoscrizione nord-est ha stanziato 30 milioni per la pulizia dei fossi, ma la cifra è ritenuta irrisoria dai componenti il comitato. “Di milioni ce ne vogliono molti di più per compiere quest’operazione”, sostengono.

Il Consorzio del fiume Fibbio, cui compete la manutenzione dei fossi, ha solo due dipendenti, decisamente insufficienti considerando la lunghezza dei corsi d’acqua. “Si trova di tutto in questi fossi”, dice uno dei dipendenti. “Ho persino dovuto ripescare tre vecchi divani! Non parliamo poi di barattoli, bottiglie di plastica, bidoni d’ogni tipo e misura…”.

L’incoscienza di molte famiglie che scambiano i fossi per degli immondezzai è denunciata anche dal comitato. Ma oltre ai rifiuti urbani, anche le alghe deturpano la bellezza dei fossi. Crescono in modo abnorme nelle acque fino, in certi punti, a trasformare i ruscelli in prati. Le alghe attecchiscono con una notevole rapidità, tanto che, ripuliti i fossi, nel giro di qualche settimana sono già ricresciute. Di questo fatto si lamentano soprattutto i pescatori perché le alghe, oltre che nascondere i pesci, tolgono ad essi l’ossigeno per vivere. “Il pesce muore soffocato dai rifiuti, dalle alghe, dagli scarichi industriali”, dicono al comitato. Alcuni pesci caratteristici, come il maiarone e la bersanela, stanno scomparendo. Estinte del tutto sono invece le anguille.

Se i pesci scompaiono o fanno fatica a vivere, i topi si trovano invece benone e prolificano a dismisura lungo gli argini dei fossi.

La zona artigianale di Montorio, creata circa dieci anni fa a monte del paese, è indicata come una delle cause principali dell’inquinamento dei fossi. Già nel 1973 il m
useo di scienze naturali effettuò un’analisi delle acque del laghetto Squarà, rilevando parecchie tracce di metalli pesanti. Il comitato intende promuovere a questo proposito un’ulteriore analisi delle acque per avere un quadro più preciso dell’inquinamento. Il comitato ricorda che, dopo varie pressioni, una conceria, la Sapel, si è dotata di un depuratore. Quando ne era priva c’era una fortissima moria di pesci che ora, bene o male, riescono a vivere.

Domenica 18 aprile, per dare l’esempio, saranno gli stessi componenti del comitato a pulire a forza di braccia alcuni fossi.

Luigi Dalla Benetta

Almanacco_montoriese_10.04.1982

I resti di un divano galleggiano sull’acqua
Il laghetto Squarà quasi ricoperto dalle alghe
I rifiuti ostruiscono ormai questo canale
Immondizie sott’acqua al ponte Trivelin
Un montoriese pulisce di sua iniziativa un fosso
Rifiuti incagliati sul fondo

(fotoservizio Stelluti)

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