L’Arena – 29 Agosto 2012
Passerella inagibile, ciclisti appiedati
MONTORIO. Il tratto verso Cancello è ancora poco conosciuto dagli utenti delle due ruote. I residenti: «Troppi comportamenti pericolosi da chi va sulla strada». Gli sportivi: «I percorsi riservati rischiano di crearci seri problemi»
Verona. «Cari ciclisti, 10 metri più avanti c’è una pista ciclabile. Vogliamo iniziare ad usarla per la sicurezza di tutti?». Da qualche giorno, un grande cartello giallo, con questo invito scritto sopra, è posizionato lungo la strada provinciale 35, che da Montorio sale verso le colline, all’altezza dello svincolo per Mizzole. Che qualche residente sia arrivato a installare un tale cartello è sintomo di un disagio che rischia di compromettere il rapporto con i tanti ciclisti che percorrono la strada. E infatti il malcontento serpeggia tra gli abitanti della zona. La pista ciclabile, molto sfruttata da bici e pedoni, cui si fa riferimento è quella che parte da Mizzole, scende per un breve tratto lungo la Sp 35, circa mezzo chilometro, e si interrompe poco prima della zona artigianale di Montorio. Lì la ciclabile fa una curva e si addentra nella campagna, da cui si può arrivare fino al paese, evitando la trafficata provinciale. Attraversato Montorio, si può prendere la ciclabile di Ponte Florio, che in questi giorni è però chiusa per lavori di manutenzione, e arrivare in città. Molti ciclisti, magari non della zona, non conoscono la svolta o preferiscono rimanere sulla provinciale, che come tutte le strade extraurbane è attraversata ogni giorno da traffico pesante e vetture ad andatura sostenuta, visto che il limite è di 70 chilometri all’ora. Ma secondo i residenti il problema è che alcuni ciclisti tendono ad ignorare anche il tratto di ciclabile presente, creando una situazione di pericolo anche per loro stessi. «Non so chi abbia scritto quel cartello, ma ha pienamente ragione», conferma Roberto Bertolo, residente di Mizzole ed ex consigliere in ottava circoscrizione. «C’è un malcostume tra alcuni ciclisti, specialmente tra gli sportivi, che li porta a pedalare in mezzo alla strada, magari anche affiancati, invece che in fila indiana, occupando l’intera carreggiata, nonostante abbiano la ciclabile accanto. La strada non è solo delle macchine e anche i ciclisti hanno i loro diritti, ma almeno quando c’è la ciclabile, dovrebbero usarla, per la sicurezza di tutti». Sono molti i ciclisti, da tutta le zone del veronese, che percorrono quel tratto, come Fabrizio Cagliari, arrivato in macchina fin da Bovolone, con la bici nel portapacchi, proprio per pedalare da Montorio a Bosco Chiesanuova. «A volte per noi professionisti le ciclabili sono più pericolose della strada», spiega. «Ad esempio quella di Ponte Florio, fatta con le assi di legno, rischia di farci cadere. In molti altri casi invece mancano del tutto, quindi non possiamo che scegliere la carreggiata». Situazione difficile, con da un lato gli amanti della bici che denunciano una carenza di ciclabili, dall’altro la scelta di alcuni di loro di non utilizzarle neanche quando ci sono. «Il trasporto su due ruote va certamente incrementato», ammette Bertolo. «È sano e rispettoso dell’ambiente, ma dal momento che si spendono soldi pubblici per fare le ciclabili, sarebbe più sicuro per tutti che i ciclisti le usassero». E lancia un’idea. «Visto che le due ruote sono dei mezzi, e che devono rispettare il codice della strada, perché non munirli di targa? Così chi commette infrazioni sarebbe più facilmente sanzionabile».
Elisa Innocenti