Tagli all'esercito Ottobre 2012



Chiude il RAV della Caserma Duca?

 

Circa l’impatto della “spending review” sull’Esercito va rilevato che il 27 settembre è stato chiuso il primo reparto “tagliato” dai programmi di riduzione messi a punto dal ministro Giampaolo Di Paola. Lo scioglimento del 123° reggimento fanteria di Chieti, uno dei 5 cinque reggimenti di addestramento dei volontari (RAV) , ha aperto la strada a una riorganizzazione che potrebbe vedere presto la chiusura di un altro reparto simile a conferma di come la riduzione del reclutamento rappresenti uno strumento rilevante per ottenere più rapidamente il taglio del personale previsto dal piano di Di Paola. I provvedimenti di “spending review” approvati ieri dal Consiglio dei ministri in attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012 prevedono che i militari italiani scendano da 190 mila a 170 mila entro la fine del 2014. In realtà il taglio, che non riguarda Carabinieri e Capitanerie di Porto, non sarà così corposo poiché dei 190 mila militari previsti dal Modello di Difesa ve ne sono in servizio solo 180.270 (erano 183.560 nel 2011) secondo i dati forniti all’inizio dell’anno dal ministero. In pratica si tratterà di scendere di 10 mila unità in due anni (per un risparmio valutato circa 50 milioni di euro), obiettivo raggiungibile grazie anche alla riduzione del reclutamento iniziato già quest’anno con 3 mila volontari in meno arruolati rispetto ai 12 mila previsti. Circolano voci che il prossimo RAV dell’Esercito a chiudere potrebbe essere l’85° reggimento fanteria di Montorio Veronese nella cui base è stato trasferito il 4° reggimento Ranger (alpini paracadutisti). Di certo non il 236° di Ascoli Piceno che cura l’addestramento delle reclute di sesso femminile. Importanti tagli sono in arrivo anche tra le 11 brigate operative dell’Esercito che dovrebbero ridursi a 9 entro il 2014. Ormai quasi certo che verrà sciolta la brigata di cavalleria (blindati) Pozzuolo del Friuli che vedrà i suoi reggimenti assegnati a brigate prive di reggimenti di questo tipo. Il 5° Lancieri di Novara di Codroipo passerebbe alla brigata alpina Julia mentre la brigata aeromobile Friuli farebbe il pieno di reparti inglobando il 1° reggimento artiglieria a cavallo di Milano, il 3° Genio guastatori di Udine e il reggimento Lagunari “Serenessima” che affiancherebbe il 66° aeromobile come unità di fanteria. La brigata basata a Bologna dovrebbe però perdere il Savoia Cavalleria di Grosseto, reggimento destinato a passare alle dipendenze della brigata Folgore che uscirà potenziata dalla riorganizzazione anche grazie alla ricostituzione di un reggimento artiglieria paracadutisti dotato di due o tre compagnie di mortai da 120 millimetri Potrebbe chiamarsi 184° reggimento o 185° che in tal caso tornerebbe alla sua specialità originaria lasciando al Reggimento Acquisizione Obiettivi la sola denominazione RAO.
A conferma di come ipotesi e indiscrezioni si accavallino basti pensare che pochi mesi or sono la stessa brigata Friuli era indicata tra quelle di probabile soppressione. Oggi invece si parla insistentemente della chiusura della brigata Granatieri di Sardegna, schierata nel Lazio, che vedrebbe parte dei suoi reggimenti assegnati ad altri comandi o disciolti. In alternativa, sempre secondo indiscrezioni, rischierebbe la chiusura la brigata corazzata Ariete che sta per perdere uno dei suoi tre reggimenti carri, il 4° di Bellinzago. All’ariete dovrebbe però venire assegnato il 1° Nizza cavalleria da Pinerolo, oggi dipendente dalla Pozzuolo del Friuli. Gira inoltre voce che l’11° reggimento bersaglieri, sempre dell’Ariete, potrebbe venire assegnato alla brigata Garibaldi (che ha già i reggimenti bersaglieri 1° e 8°) ma non è chiaro che fine farebbero il 32° e 132° carri su tank Ariete e il 132° artiglieria su semoventi Pzh-2000. Difficile fare previsioni ma è evidente che sul piano operativo sarebbe preferibile “sacrificare” la brigata Granatieri di Sardegna mantenendo in vita l’Ariete con due reggimenti carri, uno di cavalleria e uno di artiglieria semovente. Scelta certo più costosa in termini finanziari ma che consentirebbe di salvaguardare la preziosa componente corazzata.

 

Fonte informazioni: www.analisidifesa.it

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