Questo è il testo del comunicato stampa emesso oggi per segnalare questo nuovo progetto che, a nostro avviso, è quanto meno inopportuno se si analizzano i costi rispetto ai benefici. Tre metri di strada inutile giustificano un muro di due metri di altezza? La sicurezza idraulica sarà aumentata? La pista ciclabile che finisce in un parcheggio serve? Il paesaggio merita un ulteriore ferita? I soldi, visto che ce nesono pochi, vanno proprio buttati? Abbiamo il diritto di decidere?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che, legittimamente, un qualsiai cittadino si può porre, noi proviamo anche a dare una risposta: fermiamo tutto!!
Chiediamo alle autorità competenti il blocco del progetto.
Il Comitato Fossi Montorio, Legambiente e Amici della Bicicletta
comunicano
che il Consorzio Alta Pianura Veneta (ex Zerpano) sta iniziando “LAVORI DI ADEGUAMENTO DELL'ALVEO E REGIMAZIONE DELLE PIENE DEL FIUME FIBBIO”, almeno così recita il cartello esposto in località Camillioni a Montorio (presso Circolo 1° Maggio in via Lanificio).
In realtà, l’intervento in quella zona (il progetto comprende vari interventi sul territorio soprattutto in località Ferrazze a San Martino B.A.) non è certo per mettere in sicurezza da eventuali esondazioni del fiume.
Si interviene per un tratto di 70 metri all’uscita del ramo Fibbio dal “Fontanon” (bacino artificiale che viene alimentato da acque di risorgiva) con un muro alto circa 2 metri in cemento poggiandone le fondamenta sul letto del corso d’acqua restringendolo.
Tale opera è del tutto inutile poiché non vi è una reale necessità di sicurezza idraulica (siamo all’origine del ramo), anzi viene proprio compromessa la sicurezza poiché si va restringere la naturale espansione delle acque in caso di piena.
Attualmente sulla sponda destra vi è una scarpata che consente al fiume di allargarsi, con il progetto il ramo diventerebbe un canale che, imbrigliato tra due muri (uno è già presente sul lato sinistro), inevitabilmente farebbe aumentare il livello, la velocità dell’acqua e altererebbe irreparabilmente il paesaggio.
Se poi tale opera si giustifica per la costruzione di una pista ciclopedonale (scopo reale desumibile dalla documentazione progettuale) l’intervento assume i connotati di un vero e proprio spreco di denaro pubblico poiché il percorso inizierebbe a metà via e senza uno sbocco.
Il percorso ciclopedonale ha uno sviluppo di 70 mt. e finisce in un parcheggio!
Ci chiediamo quindi se questo percorso faccia parte di un piano organico delle ciclabili o sia l’ennesimo spezzone fine a se stesso.
Curiosa tutta questa attenzione per una pista ciclabile, ove oltre all’evidente inutilità non vi è nemmeno il pericolo dovuto al traffico essendo come già detto una strada chiusa.
Stupisce, inoltre, che il Consorzio Alta Pianura Veneta, ente preposto alla sicurezza dei corsi d’acqua, si faccia carico di costruire una pista ciclabile che non rientra nelle sue competenze.
Meraviglia anche che tale progetto abbia ottenuto i permessi dagli enti preposti alla tutela paesaggistica e ambientale.
Chiediamo che, con un provvedimento urgente delle autorità competenti, sia fermata la realizzazione del progetto e che i circa 100.000 euro di spesa vengano impiegati in opere effettivamente utili per la sicurezza e la salvaguardia dei corsi d’acqua e del territorio. Oltretutto non è stata prevista nessuna opera di messa in sicurezza del torrente “progno Squaranto” che a monte e all’interno di Montorio ha già provocato esondazioni, l’ultima delle quali nel 1986.
Simili lavori sono un’offesa per coloro che in questi giorni stanno rivivendo il rischio di alluvione e per tutti i ciclisti che sono costretti ad affrontare i rischi di un traffico sempre più aggressivo per mancanza di percorsi a loro dedicati.
Verona, 16 novembre 2012