Il Torrente Squaranto a rischio esondazione. Ecco le classi di pericolosità. Servono 2,5 milioni di euro per mettere in sicurezza il territorio
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2/01/2013 il comunicato dell'Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Adige, che comporta la "Adozione del progetto di 2^ variante al piano stralcio per la tutela del rischio idrogeologico del fiume Adige approvato con DPCM 27 aprile 2006. Misure di salvaguardia e prescrizioni a regime".
Scatta, in questo modo, il regime di salvaguardia per le nuove previsioni di tutela che riguardano in particolare Montorio, il fiume Fibbio e il torrente Squaranto.
Il progetto è costituito dagli elaborati seguenti:
– relazione tecnica per l'individuazione e la perimetrazione di aree di pericolosita' idraulica per il torrente Squaranto;
– relazione illustrativa ed elenco degli interventi di mitigazione;
– perimetrazione a scala di dettaglio delle aree a diversa pericolosita' idraulica (scala 1:10.000): tavole A.4.39 e A.36/II per il sistema Squaranto-Fibbio e A.32/I, A.33/I, A.34/I per le aree allagate nel corso degli eventi dal 31 ottobre al 2 novembre 2010;
– individuazione e perimetrazione delle aree allagate nel corso degli eventi dal 31 ottobre al 2 novembre 2010;
– norme di attuazione e prescrizioni di piano.
Tutti i documenti sono consultabili sul sito istituzionale dell'Autorita' di bacino all'indirizzo web: www.bacino-adige.it
In particolare, per il territorio di Montorio, la tavola A.4.39 riporta la cartografia con la perimetrazione delle aree a diverso grado di pericolosità idraulica per il torrente Squaranto. Attraverso la sovrapposizione alla cartografia di reticoli colorati sono state individuate le Classi di pericolosità idraulica a cui è soggetto il territorio.
Le classi di pericolosità sono 4 (molto elevata, elevata, media, moderata) e identificano il regime dei vincoli alle attività di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio. I vincoli sono definiti nel documento "Norme di Attuazione e prescrizioni di piano" e sono specifici per ogni classe.
Sono inoltre state definite e individuate le zone di Attenzione: porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità e che sono individuate in cartografia con apposito tematismo.
Nelle aree classificate pericolose e nelle zone di attenzione, il piano persegue l'obiettivo di evitare la nascita di nuove condizioni e situazioni di rischio attraverso misure di carattere preventivo relative alle modalità di utilizzazione del territorio.
Le limitazioni e i vincoli posti dal piano a carico di soggetti pubblici e privati rispondono all'interesse generale della tutela e della protezione degli ambiti territoriali considerati e della riduzione delle situazioni di rischio e pericolo, non hanno contenuto espropriativo e non comportano corresponsione di indennizzi. Le Amministrazioni comunali non possono rilasciare concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire od equivalenti previsti dalle norme vigenti, in contrasto con il Piano.
Il procedimento che ha portato alla realizzazione del piano si è sviluppato sulla base delle seguenti considerazioni.
La pericolosità idraulica è stata assunta in funzione della probabilità di allagamento di aree del bacino ed in base alle caratteristiche dell'onda di sommersione conseguente che le invade (cioè livelli idrici e velocità dell'acqua). Per quanto riguarda la metodologia per la perimetrazione delle aree allagabili, il piano fa riferimento alla sola ipotesi di sormonto arginale (Il sormonto arginale si verifica quando il livello delle acque di piena è ormai tale da tendere a superare la sommità dell'argine. Generalmente si verifica nei tratti in cui l'alveo ha sezione ridotta, spesso per la presenza di manufatti che limitano la capacità del fiume come ad esempio ponti).
Una considerazione è stata svolta per quanto riguarda la pensilità dello Squaranto nel tratto terminale (fiume pensile: la capacità di sedimentazione di un fiume, se molto elevata in pianura, porta sovente alla sopraelevazione del suo letto rispetto al piano di campagna). Si è ritenuto che in ogni caso si debba considerare un livello di pericolosità idraulica riconducibile ad una virtuale possibilità di esondazione, in relazione all'eventualità di un aleatorio cedimento, anche parziale, delle difese arginali.
Sulla base di quest'ultima ipotesi di cedimento, si è ritenuto di classificare le aree intercluse tra zone di pericolosità idraulica e il corso d'acqua pensile come "zone di attenzione" e applicare ad esse una disciplina specifica.
Il documento riporta che attualmente non si dispone di idonee indagini che descrivano la condizione delle strutture arginali. Per completezza, in riferimento all'affermazione precedente contenuta nella relazione, riportiamo di seguito collegamenti ad articoli pubblicati su montorioveronese.it:
1 – L'Arena – Martedì 28 Dicembre 2010 – Due le vallate «ferite» da crolli e smottamenti – Elisa Innocenti.
2 – Il video di TGVerona: Alessandro Zamboni denuncia lo stato di incuria degli argini del torrente Squaranto.
3 – Il video dell'esondazione del Torrente Squaranto del 1986 con la rottura degli argini.
4 – La disastrosa alluvione del torrente Squaranto del 1934 con la rottura degli argini nel centro del paese di Montorio
5 – L'ARENA – 07/08.06.1911 La rotta del Progno di Squaranto. Danni a Montorio – Una vecchia morta di paura
La relazione illustrativa del piano individua anche gli interventi di mitigazione.
Le simulazioni con modello matematico mostrano che l'alveo del torrente Squaranto a valle di Pigozzo non è sufficientemente ampio per far transitare le piene senza esondazioni. Oltre a questo non bisogna dimenticare la forte pensilit
à dell'alveo rispetto alla campagna circostante, che rende il torrente particolarmente pericoloso in caso di rotta arginale.
Per mitigare la pericolosità idraulica si ritiene necessario quindi prevedere:
1 opere in grado di trattenere a monte il materiale solido e flottante trasportato dalla corrente;
2 definire un intervento con la realizzazione di un idoneo volume di invaso per la laminazione ( o bacino di espansione) delle piene.
Riguardo alle prime una soluzione efficace potrebbe essere quella di prevedere la rifunzionalizzazione e/o integrazione della serie di briglie esistenti in modo da ottenere delle briglie a fessura ( o briglie selettive).Le briglie a fessura hanno il compito non di correggere la pendenza dell'alveo in cui sono inserite, ma di trattenere il materiale di granulometria più grossolana proveniente da monte in caso di piena.
In relazione al secondo punto, nella relazione è riportata una prima ipotesi approssimativa di localizzazione di una cassa di espansione del torrente Squaranto in prossimità dell'abitato di Pigozzo, dove hanno inizio le esondazioni evidenziate dal modello matematico. La superficie individuata è pari a circa 20 ettari che potrebbero fornire, un volume di circa 600 mila mc. La soluzione potrebbe essere integrata con ulteriori volumi a valle per ridurre ulteriormente la pericolosità.
Il costo complessivo per la realizzazione di un bacino di laminazione, rifunzionalizzazione e/o integrazione della serie di briglie esistenti per limitare il trasporto di flottanti (briglie e fessura) è stimato pari a
Euro 2 500 000 (duemilionicinquecentomila).
Tab 1. Eventi di piena storici del Torrente Squaranto ricavata dalla relazione tecnica
Si riporta qui di seguito una lista dei principali eventi di piena di cui è stato possibile avere notizie.
Eventi di piena più antichi registrati sullo Squaranto: – Anno 1536 – Anno 1573 – Anno 1613 – Anno 1845 Nel XX secolo: – Anno 1906 collasso argine destro a Montorio con inondazioni a Mizzole e Pigozzo – Anno 1911 (6 giugno) rotta argine sinistro a Montorio con notevole deposito di sedimenti – Anno 1934 (24 agosto) una grande piena cambiò il volto di Montorio – sormonto arginale e numerose rotte – Anno 1951 (15 novembre) disastrosa alluvione nel vajo di Squaranto – Anno 1953 (12 luglio) esondazioni a Pigozzo con trasporto di sedimenti
– Anno 1986 (20 giugno) rotta argine sinistro a Montorio con notevole deposito di sedimenti |
Fig. 1: le classi di pericolosità e di attenzione
Fig. 2: la perimetrazione delle aree a diverso grado di pericolosità per il territorio di Montorio (particolare estratto dal documento A..4.39.pdf)
Fig. 3: ipotesi di bacino di laminazione a sud di Pigozzo
La mandria prima e popo l'esondazione del 1934
Mandria era il nome utilizzato per indicare l'area dell'attuale piazza delle Penne Nere
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