L’Arena di Verona – Martedì 21 Maggio 2013
«Lavori sbagliati o mai fatti. Così si aumenta il rischio»
I MALUMORI DEL QUARTIERE. A Montorio la gente chiede interventi urgenti, come la messa in sicurezza del Fiumicello. I residenti: «Eventi eccezionali, ma si potevano prevedere» Andreoli: «Molte canalette sono state eliminate dagli agricoltori»
A vederli ora, placidi e quasi in secca, sembra impossibile che siano i responsabili degli incubi dei residenti della Valsquaranto. I numerosi progni che scendono dalle colline, in qualche caso arrivano fin dalla Lessinia, sono tornati al loro aspetto naturale, quello che gli abitanti della zona sono abituati a vedere, con un piccolo rigagnolo d’acqua che tutto sembra fuorché pericoloso. Eppure giovedì sera, per l’enorme quantità di pioggia caduta dal cielo, si sono gonfiati al punto da straripare e inondare d’acqua e fango mezza Montorio e Mizzole, causando frane in almeno una decina di punti sulle colline. AMAREZZA. E anche se i danni sono stati contenuti, limitandosi a cantine e garage allagati, oltre a qualche negozio che rischia di dover buttare la merce tenuta nel seminterrato, cosa che certo non fa piacere, i residenti hanno paura e non si azzardano a togliere i sacchi di sabbia messi davanti alle porte, in caso di nuove alluvioni. «Dicono che fosse imprevedibile, ma non è vero. Eccezionale sì, certo, ma non imprevedibile», ripetono tutti. Del resto era già successo 27 anni fa. E infatti si scopre che qualcuno aveva già allertato le autorità competenti, sollecitando una pulizia dei progni, come Marco Bianchi, che dal 2009 manda lettere al Consorzio di bonifica, per segnalare la necessità di pulire lo Squaranto, all’altezza di Mizzole, dove infatti giovedì sera è esondato, allagando anche alcune case. Senza ricevere però risposte. GLI APPELLI. E anche il Comitato fossi di Montorio da anni predica sulla necessità di tutela del territorio. «Fare gli interventi dove servono», conferma il presidente del comitato, Claudio Ferrari, che qualche mese fa aveva già ipotizzato l’esondazione del progno all’altezza del ponte, nel centro di Montorio, che si è poi verificata giovedì. «Ad esempio era in programma l’estate scorsa la messa in sicurezza del Fiumicello, quello che scorre accanto alla pista ciclabile, a Ponte Verde, ma ancora non è stata fatta. Vogliamo aspettare che esondi anche lì?». Il problema però viene da lontano, dalle colline, che non sono state in grado di assorbire la gigantesca ondata di piogge. «Se si continua a togliere terreno boscoso, per far spazio a coltivazioni e abitazioni, è normale che succeda», sottolinea il presidente di Legambiente Verona, Lorenzo Albi, «soprattutto considerando che la zona della Valsquaranto è a rischio idrogeologico. Lo dicono le carte. Da Mizzole fino a San Michele Extra è individuata come area alluvionale dal Piano regionale e questo sulla base di quanto accaduto negli ultimi decenni. Il Piano di assetto idrologico dell’autorità bacino dell’Adige indica tutta l’asta del Fibbio come area a rischio medio e alto, dove è vietata l’edificabilità. Invece si continuano a concedere autorizzazioni, ma qualcuno dovrà assumersene la responsabilità». I PROGETTI. Per raccogliere le acque piovane in eccesso, si possono usare bacini di laminazione, ovvero vasche che siano in grado di accogliere le acque in eccesso, in caso di piene. «Non mi risulta che ce ne siano nella nostra zona», ammette il presidente dell’ottava circoscrizione, Dino Andreoli. «Ma la competenza non è della circoscrizione, sono opere che deve fare il genio civile o il consorzio». LE CANALETTE. Anche i continui sbancamenti delle colline, per fare spazio a vigneti e coltivazioni potrebbero essere chiamati in causa, perché se mancano le radici degli alberi a trattenere il terreno, aumenta il rischio di frane, come spiega Legambiente. «C’è anche un altro problema», confessa Andreoli, «ovvero la sparizione di alcuni progni e canalette di scolo. In alcuni casi gli agricoltori, per guadagnare spazio di coltura, eliminano le canalette, che servirebbero proprio a far defluire le acque. Il Genio civile deve fare un sopralluogo, per controllare che quelle censite ci siano e, se chiuse, vengano riaperte. Mi impegno a sollecitare questo intervento».
Elisa Innocenti