L’Arena di Verona – Mercoledì 22 Maggio 2013
«Ecco tutti i punti a rischio alluvione»
Corsa contro il tempo. La bomba d'acqua abbattutasi sulla nostra provincia ha avuto effetti devastanti. Dopo la paura e il disagio, però, si è passati già alla fase di ricostruzione e ripristino delle cose perdute. Tocca, anche, al Genio civile fare la conta dei danni e dare spazio ad un immediato programma di riqualificazione delle aree colpite. Nemici? Tanti. Perchè le previsioni meteo minacciano ancora periodi di pioggia e di allarme. Situazione questa che potrebbe complicare l'opera di recupero delle aree compromesse. Mauro Roncada, dirigente responsabile del Genio Civile, non ha dormito per tre notti di fila durante il periodo di massima allerta. Oggi il peggio sembra essere passato. Ma la macchina della ricostruzione e della speranza non può fermarsi. Non deve fermarsi. Roncada, Verona e provincia sono state colpite ancora una volta in maniera significativa dalla bomba d'acqua abbattutasi sul nostro territorio. Partiamo dalla zona più vicina all'area urbana. Quali criticità sta presentando Montorio, una delle aree più colpite? La situazione è in via di risoluzione. Abbiamo dato seguito ad interventi di tampone che servivano a chiudere le emergenze. E' chiaro che adesso dobbiamo pensare a ricostruire tutto ciò che è stato danneggiato. Siamo lontano da avere purtroppo un qualcosa di definitivo». Quali sono le preoccupazioni maggiori che state affrontando in questo momento? Se dovessimo andare incontro ad un week end brutto dal punto di vista climatico come quello dello scorso fine settimana, siamo fregati. Non siamo riusciti a ricostruire in pieno il sistema di protezione che esisteva prima dell'emergenza idrica. Siamo riusciti ad effettuare le tamponature delle varie falle che si erano aperte nel sistema. Ma niente di più. Se dovesse capitare la stessa botta d'acqua riscontrata giovedì scorso, siamo messi male, ovviamente. È difficile capire oggi quelli che possono essere i tempi di messa in sicurezza, di ripristino delle aree interessate dall'emergenza? Una settimana non basta. Tempi? Si parla comunque di almeno un paio di mesi per poter tornare alle condizioni o migliorare le condizioni di allora. Le criticità di maggiore rilievo si possono riscontrare a San Bonifacio e sull'Aldegà a Monteforte. Stiamo già ricostruendo. Ma un po' alla volta. L'argine si riscostruisce anche con il terreno. Ma in questo momento un terreno asciutto non esiste. E quindi oggi esiste un problema di rilievo nel cercare di risistemare il margine com'era prima dell'emergenza. Le priorità nel piano d'intervento approntato dal Genio quali sono? La zona di San Bonifacio, la Valpantena, il rio Lorì. Ma l'attenzione resta per forza di cose focalizzata proprio sul ponte e la statale di San Bonifacio. Nella zona del ponte abbiamo un problema di ricostruzione di un'arginatura del Tramigna che va fatto il prima possibile. Ma noi, comunque, aggrediremo le cose tutte assieme. Non è che interveniamo da una parte e le altre le lasciamo correre. Oltre al Tramigna, anche l'Aldegà, perchè ha rotto verso la parte di Monteforte d'Alpone e non possiamo permettere che entri altra acqua a rovinare le campagne. Per fortuna, danni di rilievo ad abitazioni e persone non ce ne sono stati. Ma ci sono stati danni notevolissimi che rischiano di compromettere i raccolti Ha accennato anche al Lorì di Avesa. In questi giorni il rapporto tra il rio e gli avesani si è fatto turbolento. Il presidente della Seconda circoscrizione Filippo Grigolini chiede il vostro intervento per determinare le cause delle piccoli esondazioni ma anche per capire quali incidenze potrebbero avere avuto gli interventi da parte di privati nella modifica del corso del Lorì Da anni combattiamo queste situazioni. Non siamo ancora riusciti a fare una diagnosi corretta sul rio Lorì. Non c'è da nascondere che la fuoriuscita del rio ha creato problemi, e dobbiamo fare i conti con un'eredità, quella del Lorì, che abbiamo avuto ma non volevamo. Non ha senso che un corso d'acqua del genere sia considerato di appartenenza dello Stato, gestito dalla Regione. E le manutenzioni presentano problematiche di non poco conto, che affronteremo più avanti. Roncada, tre anni dopo è tornata la paura. A volte si parla di interventi. Ma non della sofferenza di chi vive l'incubo «Noi abbiamo fatto tutto il possibile per mettere in sicurezza argini e paesi. Mi sento co-protagonista di questa vicenda negativa. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con una bomba d'acqua ben più grossa del 2010, e contro la quale c'era poco da fare. Gli interventi non sono mancati. La quantità d'acqua arrivata è stata impressionante.
Simone Antolini