Delitto di Borgo Roma, pena ridotta di un anno
L'Arena di Verona 13/07/2013
PROCESSO D'APPELLO. La vittima era stata assassinata durante una lite in un appartamento
Il reato si è aggravato in omicidio volontario, ma la pena è scesa a 16 anni. Dichiarata inutilizzabile la consulenza della difesa
Ferì a morte il ventenne che stava cercando di difendere la madre della fidanzata da un'aggressione: per la Corte d'Assise d'Appello Said Karika il 26 ottobre accoltellò Jacopo Mariotto con l'intenzione di uccidere. E ieri pomeriggio, al termine della camera di consiglio durata più di tre ore, la Corte presieduta da Daniela Perdibon (Enrico Sandrini giudice a latere) ha «appesantito» l'accusa per il marocchino di 35 anni difeso da Simone Bergamini ma ridotto la pena. Così da omicidio preterintenzionale l'ipotesi di reato è diventata omicidio volontario (ovvero quello che il pm Federica Ormanni gli aveva contestato fin dall'inizio) ma la condanna si è attestata su 16 anni di reclusione (il procuratore generale in udienza al termine della requisitoria aveva chiesto una condanna a 15 anni di carcere). La Corte d'assise d'appello ha dichiarato inutilizzabile la consulenza medica della difesa, l'elaborato sulla base del quale il giudice di primo grado aveva fondato in buona parte la sua decisione: è cioè che Karika non aveva infierito sul corpo di Jacopo, che il coltellino di modeste dimensioni (la lama era lunga 5,5 centimetri) che l'imputato teneva nascosto nel palmo della mano aveva lo scopo di intimidire. Da qui il convincimento che Said Karika non volesse uccidere (il suo intento era quello di riavere 650 euro) e il gesto coraggioso di Jacopo, che cercò di spingerlo fuori dall'appartamento, si trasformò in tragedia. Il gip riqualificò il reato in omicidio preterintenzionale ma gli anni di condanna furono comunque 17 (il pm Ormanni aveva chiesto l'ergastolo). Modificato il reato, diminuiti gli anni di condanna ma restano inalterate le statuizioni per la parti civili disposte in primo grado dal gip Rita Caccamo (la mamma e il fratello di Jacopo tutelati dall'avvocato Alberto Lorusso e per la fidanzata e sua madre assistite da Silvia Sanna) che riconobbe complessivamente una provvisionale di 60mila euro. La Corte ha invece disposto una provvisionale di 100mila euro a favore del papà di Jacopo (Massimo Dal Ben il suo legale) che aveva impugnato la sentenza di primo grado. Una brutta storia, iniziata con una serie di litigi tra Karika e la donna che per anni era stata la sua compagna e terminata con una morte non prevedibile: Jacopo Mariotto, 24 anni, era il fidanzato della figlia di Margherita Poddie e nel pomeriggio del 26 ottobre 2011 la coppia si era recata nell'appartamento di via Tunisi per cercare di placare Karika che, alterato per la fine della relazione, pretendeva di avere la restituzione di una somma di denaro. Tutto accadde in pochi minuti, Karika ferì con il coltellino anche un amico della signora Poddie che cercava di allontanarlo, poi Jacopo si mise in mezzo. E quel litigio si trasformò in dramma.F.M.
Articoli correlati:
L'Arena – 18/03/12 : Intitolazione piastra a Jacopo