Esondazione.Case a rischio in caso di forti piogge, marzo 2006 – L'Arena


 

L’Arena 31 marzo 2006 Provincia, pagina 28
SAN MARTINO BUON ALBERGO. Uno studio idraulico solleva il problema del fiume, una minaccia potenziale
 

Il Fibbio sorvegliato speciale

 

San Martino Buon Albergo. Se piovesse tanto da alzare il livello del fiume Fibbio fino a mezzo metro sopra il piano campagna, la maggior parte delle case tra l’ex statale 11 e la linea ferroviaria Milano-Venezia si allagherebbero, a cominciare dai quartieri di Ferrazze, Sant’Antonio, piazza del Popolo e Paglia. Mentre il popoloso Borgo della Vittoria, sulla strada che sale sulle colline di Marcellise, non verrebbe neppure lambito dall’acqua.
Uno straripamento di tali proporzioni potrebbe avvenire una volta ogni trent’anni. La portata del Fibbio risulterebbe di 96 metri cubi al secondo. «E’ l’ipotesi più probabile», spiega l’ingegnere Aldino Tebaldi, che ha collaborato con l’ingegnere Giorgio Marcazzan alla stesura della mappa delle aree esondabili nel crocevia idraulicoSquaranto, Fibbio e Rosella, il torrente che scorre parallelo al Fibbio – da cui si diparte all’altezza del vecchio oleificio a Ferrazze – sul rettilineo che collega Ferrazze a Sant’Antonio.
E non è nemmeno un’ipotesi così lontana. «A metà degli anni Ottanta piovve così violentemente da nord a sud, lungo la valle Squaranto, anziché, come al solito, da est a ovest, che il torrente Squaranto, che si getta nel Fibbio a valle di Montorio, allagò proprio Montorio», aggiunge Tebaldi. Insomma, basterebbe che i temporali scoppiassero nella direzione sbagliata – da nord a sud – e scoppiassero in massa per gonfiare a dismisura i tre corsi d’acqua.
Lo studio, commissionato da alcuni clienti ai professionisti, è stato adottato recentemente dalla giunta comunale che, a sua volta, presenterà i documenti all’Autorità di bacino del fiume Adige. Il piano sul rischio idrogeologico, se approvato tra un paio di settimane dall’ente che ha sede a Trento, sostituirà il precedente che risale ai primi mesi dell’anno scorso.
Il Fibbio, che nasce dalle risorgive di Montorio, dove confluisce loSquaranto, dopo una quindicina di chilometri, passando da San Martino, raggiunge il canale Sava, al confine con il Comune Zevio.
«Sia il Fibbio che il Rosella riforniscono d’acqua i fossati destinati all’irrigazione e gestiti dal Consorzio di bonifica Zerpano Guà», osservano Tebaldi e Marcazzan. «Le chiuse e le deviazioni che regolano la portata nei fossati favoriscono sì l’irrigazione, ma ostacolano anche il libero deflusso dell’acqua durante le piene».
Il Fibbio, alimentato per lo più dalle risorgive, è per il resto ingrossato dalle acque sotterranee provenienti dai monti Lessini. Lo Squaranto, invece, raccoglie le acque della valle Squaranto durante le piogge intense per riversarle nel Fibbio. Il Rosella, infine, smaltisce l’acqua del Fibbio. «I ponti e i restringimenti sul Fibbio e il Rosella, però, durante le piene, provocano dei rigurgiti», avvertono i due ingegneri. I nuovi dati, tra cui un rilievo topografico più dettagliato, con gli ostacoli naturali e artificiali, sono serviti a ridefinire le aree esondabili. E a quantificare le portate dei corsi d’acqua in caso d’eventi atmosferici eccezionali, ma non troppo: 96 metri cubi al secondo, appunto, ogni 30 anni; 109 metri cubi al secondo, ogni 100 anni; 122 metri cubi al secondo, ogni 200 anni.
«Entro i 72 metri cubi al secondo, tuttavia, il Fibbio regge, restando nell’alveo», tranquillizza Tebaldi. A bagnarsi, caso mai, appena sopra quel limite, sarebbero i prati della tenuta Musella, che dal Fibbio sono attraversati.
Stefano Caniato

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