Esondazione. Eternit nello Squaranto, agosto 2004 – L'Arena


 

L’Arena 13 agosto 2004 Cronaca, pagina 17
 
Eternit nel vaio Squaranto
 

Il Comitato Fossi di Montorio: «Serve un censimento»

L’Ottava circoscrizione è stata di nuovo presa di mira: dopo le pendici del castello di Montorio utilizzate come discarica, è la volta del vaio Squaranto dove i «soliti ignoti» hanno abbandonato una notevole quantità di lastre di eternit.
A lanciare l’allarme questa volta è un cittadino montoriese, simpatizzante del comitato di salvaguardia ambientale conosciuto come Comitato Fossi di Montorio, Antonio Bianchi, che ci porta a visionare direttamente «l’inciviltà», così dice, di quanti preferiscono lasciar marcire materiale inerte in un luogo di pregio ambientale. In veste ufficiale per il Comitato c’è Valentino Magagnin, che da quando è in pensione ha assunto il ruolo di vigilante dei fossi di Montorio e delle bellezze naturali della Valsquaranto e Valpantena.
La strada che percorriamo in macchina è stretta e si addentra sempre più in quello che potremmo definire un imbuto, che sbuca al confine con il comune di Roverè. Proprio lungo quella che è stata da sempre una strada di confine utilizzata dagli abitanti della Lessinia per il commercio del ghiaccio, notiamo come sia rigogliosa di vegetazione quasi ad invadere la carreggiata. A pochi metri dalla carreggiata, vediamo numerose lastre di eternit accompagnate dai resti di grondaie, tubi di scarico delle piogge e sporcizia di ogni genere. «Questi atteggiamenti incivili verrebbero meno se l’amministrazione, oltre alle sanzioni, mettesse in pratica anche una sorta di censimento» commenta Magagnin. «Mi spiego meglio: sul nostro territorio sono in molti ad avere l’orto, la piccola stalla, e allora perché non censire quanti cittadini non hanno ancora provveduto a eliminare il materiale considerato dannoso per la salute? L’eternit deriva dall’amianto e queste lastre a contatto con le intemperie, si deteriorano e producono una sorta di polvere, nociva per la salute».
Bianchi sottolinea il fatto che purtroppo molti, pur di risparmiare lo smaltimento di questo materiale, sono disposti a buttarlo chissà dove: «Le multe si sa non bastano a fermare questo genere di cose. Forse servirebbe un incentivo da parte dell’azienda incaricata dello smaltimento dei rifiuti, affinché riduca le spese di smaltimento».
Armati di falcetto i due ambientalisti cercano di estirpare un po’ di erbe e piante per agevolare il lavoro degli addetti dell’Amia. «Provvederemo ad avvisare la polizia municipale», fa sapere Alida De March del direttivo del Comitato Fossi, «che a sua volta avviserà l’Amia». Intanto arriva un’altra segnalazione: hanno abbandonato diversi elettrodomestici in prossimità dell’isola ecologica della Mattaranetta. Subito Bianchi e Magagnin partono con tanto di macchina fotografica, alla volta del nuovo attacco all’ambiente, commentando: «Sembra proprio che questo anno abbiano preso di mira il nostro bel territorio».
Anna Zegarelli

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