Franano gli argini del Torrente Squaranto e i residenti della frazione di Pigozzo e di Mizzole si allarmano. Diversi metri di muro di contenimento nel tratto che congiunge le due frazioni sono stati erosi in corrispondenza di un fondo agricolo coltivato a vigneto. «La frana è caduta in due tempi diversi», precisa Carlo Lavagnoli, agricoltore del posto, «e subito ho avvisato il proprietario del fondo che ha allertato le autorità competenti. Se l’acqua dovesse tracimare sarebbe una vera e propria tragedia».
Lavagnoli mostra la grossa crepa che si staglia nel terreno proprio dal lato eroso evidenziando come l’argine sia ormai ridotto a meno di un metro dalla parte del fondo agricolo. «Ho avvisato il consorzio Zerpano il 3 marzo», precisa Raffaele Vinco, proprietario del terreno, «e mi è stato detto che sarebbero intervenuti dei tecnici per un sopralluogo». Valentino Magnin, del Comitato fossi di Montorio, aggiunge: «Da marzo a oggi con le continue piogge l’argine non è più sicuro». Il Comitato si batte da tempo perché lo Squaranto venga ripulito a dovere: «E lo dimostra il fatto che nel letto del progno è scivolata un’altra parete. La cosa assurda è che sia stato ripulito solo in parte nel tratto che va da Montorio a Mizzole lasciando nella più completa incuria tutto il rimanente». In alcuni tratti il torrente sembra una foresta: nel letto del fiume hanno trovato residenza arbusti di notevole dimensioni piante quali le acacie e le rubinie. All’altezza dell’unico bar di Pigozzo tre grosse acacie fanno ormai parte del paesaggio: «Nel periodo estivo fanno ombra», dice ridendo Natalina Corbelli.
Nel torrente che ha origine a San Giorgio di Boscochiesanuova, confluiscono tutte le acque di origine piovana dell’intera vallata. «Il comune può solo sollecitare un intervento urgente», spiega Marco Burato consigliere comunale residente a Montorio. «È certo che qui non basta rappezzare occorre fare molto di più». Dello stesso avviso è anche Giuseppe Bongiovanni, consigliere dell’ottava circoscrizione che sottolinea: «Le radici delle piante hanno corroso gli argini, qui c’è in ballo la sicurezza dei residenti».
Temendo il peggio Magagnin ricorda l’esondazione del 1986, quando loSquaranto tracimò mettendo sott’acqua Montorio: «La storia dovrebbe insegnare qualcosa. Fu la trascuratezza in cui versava il corso d’acqua a creare il disastro di allora», afferma. Contattato il direttore tecnico, Umberto Anti del consorzio Zerpano-Adige-Guà che da un anno ha avuto dalla Regione in consegna la manutenzione e la pulizia dei torrenti della Lessinia ammette che è necessario attivarsi ma afferma anche che la situazione non è pericolosa: «La Regione ha già stabilito e finanziato un progetto per il valore di 400 mila euro che andranno a coprire la manutenzione di tutti i corsi d’acqua della Lessinia orientale. A giorni partirà una gara d’appalto e credo che nel giro di quattro mesi sarà tutto a posto. Nel frattempo invierò dei tecnici per un nuovo sopralluogo».
Anna Zegarelli