Scarichi inquinano il torrente Squaranto
Residenti di Pigozzo protestano. Il presidente Corsi: «Colpa di una ditta di uova»
La segreteria dell’ottava circoscrizione è presa d’assalto dai residenti di Pigozzo, frazione a nord di Mizzole: il torrente Squaranto è fortemente inquinato. In questi ultimi giorni di caldo straordinario dalle acque di questo fiumiciattolo che nasce nell’alta Val Squaranto attraversandola per intero per immettersi nel fiume Fibbio a Montorio, l’odore maleodorante è insopportabile. «Il problema» spiega il presidente della circoscrizione Enrico Corsi, «si trascina da diverso tempo ed è causato da un’azienda avicola che si occupa dello sgusciamento delle uova e della successiva lavorazione per l’industria alimentare dolciaria. Da un controllo effettuato dal Centro di responsabilità Ambiente sappiamo che vengono scaricati i rifiuti direttamente nel progno. Lo stato delle acque è disastroso ma oltre a questo paventiamo il pericolo che queste possano contaminare il bacino idrico che alimenta buona parte dell’acque cittadine visto e considerato che sono proprio a Montorio i pozzi dell’Agsm».
Già in passato questo corso d’acqua era stato oggetto di scarichi non autorizzati da parte di alcune porcilaie, ma solo in questi ultimi anni lo stato delle acque è divenuto così allarmante. In alcuni tratti sono visibili ad occhio nudo enormi bolle “spumigginose”. «Resici conto che la situazione stava degenerando», sottolinea Corsi, «abbiamo notificato all’Arpav, ai Nas, all’Ulss, al settore ecologia del Comune e della Provincia quanto stava avvenendo. La Ulss con una lettera di scuse ci ha spiegato che il problema non è di competenza del distretto. Gia nel luglio dello scorso anno gli ispettori dell’Arpav e del corpo forestale dello Stato avevano compiuti degli accertamenti in merito e successivamente inviarono al Comune ed alla Provincia quanto avevano rilevato vale a dire che l’azienda non rispettava le prescrizioni di legge per come devono essere effettuati gli scarichi e che vi era un deposito non autorizzato di rifiuti costituiti da gusci d’uova non macinate». «Se gli uffici competenti», conclude Corsi, «non troveranno al più presto una soluzione prenderemo in seria considerazione la possibilità di costituirci parte civile e invieremo un esposto alla Procura della Repubblica».
Anna Zegarelli