L’Arena di Verona 27/11/2013
Valsquaranto chiede opere e certezze
Legambiente: «Il rischio idrogeologico è altissimo, per questo chiediamo alla Regione di attivarsi»
Valsquaranto è in fibrillazione. Gli abitanti di Montorio, Pigozzo e Mizzole che lo scorso 16 maggio, con l’esondazione del torrente Squaranto, se la sono vista brutta, a distanza di sei mesi vogliono rassicurazioni che si faccia tutto il possibile per evitare che un evento simile, o peggiore, si ripeta mettendo a rischio, non solo le abitazioni, ma anche la vita delle persone. Il comitato Fossi di Montorio, insieme a Legambiente, al comitato cittadini Lavagno e ad alcuni residenti di Mizzole e Ferrazze, hanno scritto a tutte le autorità chiedendo di prendere parte all’assemblea organizzata il 6 dicembre, alle 20.45 nella sala polifunzionale dell’ottava circoscrizione in piazza Penne Nere. «Riteniamo che quella del 16 maggio scorso sia stata una “prova di alluvione”», dice Claudio Ferrari del Comitato Fossi di Montorio, «il rischio infatti è alto, essendo il torrente Squaranto lungo circa 30 chilometri che accolgono via via migliaia di rivoli per poi sfociare nel Fibbio aumentandone la portata d’acqua. Infatti abbiamo visto i danni fatti a Ferrazze e San Martino Buon Albergo dove i centri abitati sono stati allagati».
Anche Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona, sottoscrive la lettera e aggiunge: «L’Autorità di bacino ha stimato il rischio a livello 4, elevato quindi, e ha previsto la costruzione di un bacino di laminazione a monte di Montorio che ridurrebbe la portata del corso d’acqua. Un’opera che costa 2,3 milioni di euro ma che la Regione non ha inserito nel Piano delle opere per i prossimi anni. Lo stesso pericolo non è considerato nemmeno nei piani della Protezione civile».
Secondo Ferrari, il rischio è stato «documentato già nel 1986 e prima ancora nel 1934, tanto che la stessa piazza Penne Nere è stata costruita sopra il materiale portato a valle dal torrente dopo una piena».
E aggiunge un altro elemento preoccupante: «Per lunghi tratti, il corso d’acqua scorre pensile e alcune costruzioni, come l’asilo Regina Margherita di Montorio, si trova sei metri sotto livello stradale».
«Abbiamo raccolto mille firme», dicono Franco Piccirelli di Ferrazze, Fernando Maggia di Mizzole e Mauro Zaninelli di Lavagno, «per chiedere ai sindaci di Verona e San Martino Buon Albergo di adoperarsi affinché venga riconosciuto il rischio e si stanzino i fondi previsti dall’Autorità».G.COZ.