La briglia in zona idrogeologicamente instabile. Disagi e danni per le abitazioni circostanti che ottengono solo un minimo risarcimento.
L'Arena 09 Agosto 2015
VAL SQUARANTO. In località Rocchetta
«Le ruspe in casa. E nessuno ci ha avvertito»
Quattro famiglie «prigioniere» dei lavori contro le inondazioni
Servirà a rendere più sicuro il futuro di Montorio, Ferrazze e San Martino Buon Albergo dalle inondazioni di Fibbio e Squaranto, ma la briglia filtrante che è in costruzione sullo Squaranto in località Rocchetta, progettata dal Bacino Idrografico Adige Po Sezione di Verona, sta esasperando l'estate dei residenti.Sono quattro famiglie, una dozzina di persone, prigioniere dei lavori sul greto del torrente. Si sono visti le ruspe dentro i cancelli di casa senza essere stati avvertiti dell'inizio lavori e che la briglia sarebbe nata proprio coinvolgendo le loro proprietà, in un'area che loro giudicano inadatta allo scopo. Mostrano i filmati dello Squaranto furioso una notte di maggio di due anni fa e chiedono se una diga filtrante che fermerà macigni, alberi e ramaglie non metta in pericolo le loro abitazioni e le loro stesse vite.«In due anni di progettazione nessuno di noi è mai stato coinvolto per essere messo al corrente di quello che si pensava di fare, salvo trovarci le ruspe in cortile, a cui abbiamo reagito con opposizione fisica chiudendo i cancelli», dicono, ricordando che questa azione di forza ha portato al primo e unico incontro con l'ingegnere Umberto Anti, direttore del Bacino Adige Po, il quale avrebbe ricordato che dalla Regione sono arrivati 250 mila euro per la costruzione della briglia non per le opere di manutenzione dell'alveo dello Squaranto e che a quel punto era tardi per discutere ma bisognava mettersi al lavoro. I residenti hanno accettato «obtorto collo» e con un riconoscimento economico minimo, che non era neppure previsto inizialmente come indennità di esproprio.Non è l'unica incongruenza del progetto: una famiglia è stata letteralmente chiusa in casa perché la strada di accesso è stata occupata dal cantiere e si è dovuto tracciare una strada alternativa. Alla stessa famiglia, con il primo colpo di benna è stata tranciata la condotta dell'acqua potabile e in un mese e mezzo di lavori attinge ancora da un tubo volante che porta in casa acqua bollente. La zona è idrogeologicamente instabile, con frana in atto nei pressi del ponte e la briglia in cemento armato e ferro si colloca fra due abitazioni storiche, una delle quali censita già nel 1100.«Non siamo contro gli interventi per mettere in sicurezza la popolazione a valle», dicono i residenti, «ma i 250mila euro potevano essere meglio spesi per tenere pulito l'alveo del torrente e ripristinare le briglie esistenti coperte dalla ghiaia». oV.Z.
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