Le soluzioni proposte da Bepo Merlin nella lettera al quotidiano L'Arena
Di seguito la lettera che Bepo Merlin ha inviato nei giorni scorsi al quoridiano L'Arena di Verona in cui analizza la situazione della pista ciclabile Montorio – Ponte Florio e propone le soluzioni per il tavolato "ballerino".
L'articolo con le soluzioni è proposto dallo stesso autore anche sul periodico "Ruota Libera" n. 48 della FIAB Verona (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) con il titolo "Montorio, la ciclabile sgarrupata"
VIABILITÀ
Pista ciclabile
da Montorio
martedì 12 luglio 2016 LETTERE, pagina 25
Ho letto su L'Arena di sabato, l'articolo dal titolo «Tavolato ballerino, la ciclopista è pericolosa». Questa è una pista ciclopedonale e a lasciarmi allibite sono le proposte avanzate riguardo all'ammortizzazione dei tratti di passerelle per evitare che il passaggio dei ciclisti (neanche fossero dei Tir) ne provochi la rottura e dall'assessore Pisa, che insite da mesi a dire che il problema sarà risolto usando tavole di larice al posto di quelle, suppongo di abete o di pino, oggi esistenti. Io non sono un tecnico (ho cambiato facoltà alla fine del primo anno di ingegneria) ma ho ancora buona vista e buone gambe. In sedici anni di cicloturismo ho percorso migliaia di chilometri in bicicletta in gran parte dell'Europa e ho visto decine di ponti e passerelle in legno. Come ho segnalato più volte, inviando in Circoscrizione Ottava e anche in Comune persino delle foto da Berlino, il problema delle passerelle della ciclopedonale di Montorionon sta nel tipo di legno usato per le tavole, bensì nelle travi di legno lamellare usate per costruire la struttura portante.Le travi lamellari sono ottime per costruire strutture importanti come palazzetti dello sport o chiese, ma del tutto inadatte a sostenere delle passerelle su corsi d'acqua. Nello specifico, il Fiumicello è soggetto a piene e a secche periodiche, per cui le travi, di spessore notevole, a volte si trovano completamente immerse nell'acqua e a volte completamente all'asciutto. Questo è un primo problema. Il secondo, giustamente evidenziato nell'articolo, è che le tavole del pavimento sono posate troppo vicine. Quando piove o c'è umidità le passerelle diventano una specie di pista di pattinaggio. Il terzo e maggiore problema è dato dal fatto che le tavole di legno vengono fissate alle travi di legno con viti da legno. Tutto conseguente, naturalmente, ma qui sta il trucco. Il legno passando in continuazione dallo stato di umido allo stato di secco si gonfia o si restringe in continuazione e questo provoca il deterioramento dei fori delle viti e, infine, il distacco delle tavole della pavimentazione dalle travi di supporto. Chi attraversa le passerelle, in bicicletta o a piedi molto frequentemente come me, capisce facilmente quello che ho detto. Chi, evidentemente, costruisce ciclabili senza andare in bicicletta, non solo non capisce ma propone soluzioni che assomigliano sempre più al famoso detto veronese «pezo el tacon del buso».Giuseppe Merlin MONTORIO
Montorio, la ciclabile sgarrupata di Bepo Merlin
M i è capitato, qualche volta, di rimproverare i miei nipotini, spiegando loro che il cibo non fa mai “schifo”.
Al massimo possiamo dire “Non mi piace”.
Coerentemente, non dirò mai che la ciclopedonale di Via Da Legnago, che unisce Montorio a Piazza Bra, fa schifo.
Oltretutto sono uno di quelli che l’ha fortemente voluta, dopo che altri, del Comitato Fossi di Montorio, l’avevano pensata per primi.
La ciclopedonale di Montorio, quindi, è bella, utile e, ormai, indispensabile.
Solo i detrattori di tutto ciò che ricorda la fatica fisica e la mancanza di un motore a scoppio possono dire il contrario. Basta appostarsi in un punto qualsiasi del percorso per accorgersi di quanta gente la usi, quotidianamente, per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa o, semplicemente, andare a passeggio. Si tratta di centinaia di persone al giorno, in bicicletta e, ancor più, a piedi: pensionati, lavoratori e lavoratrici, studenti, persone che vanno a fare la spesa, intere compagnie di amiche e di amici e…militari che vanno a marciare.
Fa ancora più male, quindi, vedere che versa quasi costantemente in condizioni pietose.
Il fondo asfaltato è lasciato nell’incuria assoluta e in balia della gramigna che, implacabilmente, lo sta colonizzando.
Il tratto dietro la fermata ATV di Ponte Florio è una trappola di cemento, quando non è occupato dai militari in attesa dell’autobus.
Ma sono soprattutto le passerelle sul Fiumicello, suggestive e inevitabili, ad essere spesso in condizioni di degrado estremo e di pericolo per i passanti. Inutilmente, nel corso degli anni, abbiamo segnalato il vero problema che provoca cicliche chiusure della pista. L’ errore di
base sta nella progettazione. La struttura portante è realizzata, infatti, in travi di legno lamellare, ottime per sostenere strutture anche grandiose, come i palazzetti dello sport, ma del tutto inadatte a sopportare lo stress derivante dalle periodiche immersioni nelle acque del
Fiumicello e dalle altrettanto periodiche fasi di secca.
Qualunque legno, per quanto trattato, non può resistere molto in tali condizioni.
Si aggiunga a ciò la scelta delle tavole di legno usate come pavimento delle passerelle e si avrà il quadro completo dell’errore di progettazione. Le tavole, infatti, sono fissate ai travi sottostanti mediante viti a legno. La scelta di tale fissaggio è inevitabile, essendo le travi di sostegno di notevole spessore.
Avviene però che questo fissaggio, di facile realizzazione e all’inizio ottimo, a causa dell’azione congiunta dell’umidità e del secco estremo cui è sottoposto per le ragioni su descritte, si deteriori velocemente, grazie anche alle forti oscillazioni cui sono sottoposte le tavole di legno dal grande numero di passaggi.
Ciliegina sulla torta, le tavole sono posate troppo vicine tra loro, quasi a formare un pavimento omogeneo e quando piove, per una nota legge di fisica, l’acqua fa sì che le tavole, ingrossandosi, si saldino tra loro e la pioggia non riesce più a defluire nel Fiumicello sottostante.
Soluzione?
Semplice. Si dovrà, magari gradualmente, sostituire la struttura portante con putrelle di ferro, alle quali le tavole, di legno o di plastica riciclata, dovranno essere imbullonate opportunamente, come si fa in Germania e in altre zone d’Europa climaticamente più svantaggiate del nostro paese.
Diversamente, ci dovremo rassegnare a periodiche chiusure della pista ciclopedonale di Montorio.
Nessuno, naturalmente, si sognerebbe mai di chiudere una strada alle auto con tale frequenza, in attesa di eseguire lavori di manutenzione, ma con la pista ciclopedonale ci si permette questo ed altro.
Tanto ci passano sopra solo quattro gigioni che hanno tempo da perdere.
Ma è proprio così difficile "COPIARE" ?
Sul lungolago di Lazise, Bardolino, di Peschiera e di altre località benacensi, esistono ormai da anni, passerelle analoghe in tutto e per tutto a quella della ciclabile in questione, frequentate da un numero di persone/biciclette che credo sia notevolmente superiore a quella di Montorio, ma con una differenza fondamentale: le "assi" di pavimentazione sono sintetiche (plastica o altro materiale), hanno una profonda "zigrinatura" longitudinale che le rende di fatto antiscivolo e sono fissate con dadi e bulloni.
Queste caratteristiche le rendono SOLIDE, SICURE, RESISTENTI ALLE INTEMPERIE, PIU' DURATURE E FACILI DA MANUTENERE.
E' una cosa così improponibile interpellare la ditta che le ha realizzate per una consulenza sulla possibile applicazione di questa soluzione alla struttura già esistente tra Montorio e Ponte Florio???