Centrale idroelettrica di Ferrazze: se ne discute nel Consiglio Comunale del 28/05 ore 18,30
Il giorno 28/05 alle ore 18,30 presso la sala consiliare del comune di San Martino Buon Albergo ci sarà un consiglio comunale durante il quale verrà presentata una interpellanza in ordine alla centrale idroelettrica di Ferrazze ; probabilmente ci saranno anche delle comunicazioni sul tema da parte del sindaco stesso.
Pertanto sarebbe importante la presenza del maggior numero possibile di cittadini a sottolineare la netta contrarietà alla costruzione della centrale, la certezza dei danni che ne subirebbe l’ ambiente ed il timore per la sicurezza dei cittadini stessi.
Si ricorda che comunque i cittadini presenti possono solo assistere ma non intervenire durante il dibattito.
Sul sito della Regione Veneto:
“VIA Regione Veneto – Valutazione Impatto Ambientale – Progetti presentati nel 2015“
Sono disponibili gli elaborati tecnici di progetto
Realizzazione di una centrale idroelettrica sul fiume Fibbio in località Ferrazze – Comune di localizzazione: San Martino Buon Albergo (VR)
DATA di PUBBLICAZIONE di avvenuto deposito nel WEB 8 settembre 2015
DATA SCADENZA OSSERVAZIONI 23 ottobre 2015
Valutato
Incontro informativo a Ferrazze
«L’interesse pubblico deve prevalere su quello dei privati»
V.Z.
L’Arena sabato 19 maggio 2018 PROVINCIA, pagina 33
Tante le domande e altrettante le perplessità dei residenti di Ferrazze per i quali si è fatto portavoce Alberto Penazzo: «Abbiamo bisogno di confronto e di capire, perché siamo molto preoccupati. Abbiamo raccolto trecento firme e continueremo a raccoglierne. Dobbiamo coinvolgerci direttamente per evitare questo e altri problemi che sorgeranno e abbiamo visto che è utile accendere i riflettori su una questione che è sempre avanzata nella penombra». Tra il pubblico Guido Pagan Griso ha ricordato che l’attacco alle acque pubbliche è un sistema diffuso, «e sono decine i progetti simili presentati da privati in Regione, spesso impostati su dati fasulli e facilmente smascherabili, ma bisogna agire per tempo, facendo prevalere l’interesse pubblico su quello privato, puntando sul consenso dei cittadini, allargando l’informazione il più possibile». È quello che il comitato spontaneo di Ferrazze ha deciso di fare, anche su suggerimento di Legambiente, che ha chiesto una mobilitazione forte per rimettere in discussione l’autorizzazione concessa.
SAN MARTINO BUON ALBERGO. Affollata assemblea a Ferrazze
Centrale sul Fibbio
«Il silenzio
è determinante»
Vittorio Zambaldo
Legambiente accusa: «Alla Conferenza dei servizi erano stati invitati 15 enti ma si sono presentate solo l’Arpav e la ditta che ha proposto il progetto»
L’Arena sabato 19 maggio 2018 PROVINCIA, pagina 33
Pare una strada in discesa quella del progetto di una centrale idroelettrica sul Fibbio chiesta dalla ditta Eredi Campedelli Osvaldo e autorizzata nel giugno dell’anno scorso con decreto della giunta regionale. Lo ha espresso chiaramente Lorenzo Albi, di Legambiente Verona all’ assemblea all’Opificio dei Sensi: ha letto i passaggi principali del verbale della Conferenza di servizi allegato al decreto del direttore della Direzione regionale difesa del suolo del 3 maggio 2017, ultimo atto fondamentale prima dell’ autorizzazione, a cui erano stati invitati ben 15 enti con capofila il Comune di San Martino Buon Albergo, ma si sono presentati solo Arpav e Francesco Campedelli in rappresentanza della ditta proponente il progetto.La Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio ha invece mandato un parere nel quale si prescrive la presenza di un archeologo durante i lavori di scavo per la realizzazione della centrale.«In un simile deserto di rappresentanza è normale che le cose sottotraccia procedano spedite», ha denunciato Albi, «anche se l’area è classificata a livello 4, il massimo, per rischio esondazione e non si capisce come sia stato possibile concedere questa autorizzazione. Carenze evidentemente ci sono già a livello di piano, perché se è vero, come si dice, che qui esiste anche un vincolo monumentale, mi chiedo perché nessuno lo abbia fatto valere. L’autorizzazione parla chiaro: la Conferenza di servizi, a cui nessuno dei 15 enti invitati ha fatto pervenire opposizione, “appone il vincolo preordinato all’esproprio sulle aree del Comune di San Martino Buon Albergo interessate dalla realizzazione dell’ impianto”».In precedenza lo storico e ricercatore Marco Pasa aveva illustrato il patrimonio culturale che appartiene al nucleo di Ferrazze e al corso del Fibbio, fiume canale costruito fin dal Medioevo con la duplice finalità di creare il polo industriale di Verona e servire da irrigazione alla campagna, «unico esempio simile in Italia, luogo che non deve essere toccato se non per essere conservato e messo in sicurezza, mentre l’impressione è che il progetto sia nato solo per incassare i contributi governativi sulla produzione di energia», ha detto fra gli applausi del numeroso pubblico che ha riempito la sala dell’Opificio dei Sensi proprio in corrispondenza della giornata che cinque anni fa vedeva la frazione finire sott’acqua.La biologa Cristina Mosconi, che ha lavorato sull’ecologia fluviale per conto della Regione, ha rivelato che proprio durante il monitoraggio un referente regionale si è stupito come il Fibbio rappresentasse un corso d’acqua con un livello ecologico e di biodiversità così elevato, pur essendo inserito in un contesto urbano: «Merito sicuramente del lavoro fatto in passato dal Comitato Fossi di Montorio, ma ora, pretendere di creare un bacino di carico su un corso d’acqua di pianura, si altera sicuramente l’equilibrio del fiume: si parla di economia, ma che economia è se si rischia di perdere un patrimonio ambientale simile?».Claudio Ferrari, presidente del Comitato Fossi di Montorio, ha ricordato che all’alluvione del 2013 seguì una quasi alluvione nel 2016 perché in 30 chilometri di alveo, lo Squaranto riceve l’acqua corrispondente a 100 chilometri da tutti i torrenti che lo alimentano: «Si parla di una centrale con un costo di 900mila euro sui quali i proprietari rientreranno in sette anni, grazie agli incentivi governativi: loro incassano ma i costi dei danni provocati vanno spalmati sul conto economico di tutti. Le colline a monte sono state disboscate per far posto ai vigneti e le condizioni climatiche sono cambiate, con fenomeni più intensi e più frequenti, ma anche dal punto di vista della portata d’acqua siamo da tre anni ben al di sotto della soglia che ha portato all’autorizzazione regionale».
SAN MARTINO BUON ALBERGO. De Santi e Furlani inviano una comunicazione urgente alla Direzione difesa del suolo
Centrale elettrica sul Fibbio: «Attività antieconomica»
Vittorio Zambaldo
Il Comune invita Venezia a rivedere l’autorizzazione: impianto troppo vicino alle case e in zona antropizzata
L’Arena mercoledì 16 maggio 2018 PROVINCIA, pagina 28
Il sindaco Franco De Santi e l’assessore con delega all’ urbanistica e territorio Giulio Furlani hanno firmato ieri mattina una comunicazione urgente, inviata via posta certificata alla Direzione difesa del suolo dell’Area regionale tutela e sviluppo del territorio e alla ditta Eredi Campedelli Osvaldo, sul tema dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di una centralina idroelettrica sul Fibbio nella frazione Ferrazze.In premessa ricordano una nota precedente dello scorso marzo e chiedono di avere precise spiegazioni su aspetti che l’amministrazione sanmartinese ritiene fondamentali, «come la tutela del vincolo paesaggistico, perché l’area oggetto dell’intervento autorizzato è soggetta a vincolo monumentale e a vincolo paesaggistico, in un sito importante dal punto di vista ambientale per visite turistiche e percorsi naturalistici».Nella lettera sindaco e assessore dichiarano di ritenere «che non siano stati adeguatamente valutati gli aspetti relativi all’impatto urbanistico dell’opera nell’ambito di un contesto così particolare»: si tratta infatti di una palazzina alta cinque metri con i lati di 8 e 9 metri, destinata a ospitare turbine e quadri elettrici.Un’attenta valutazione del piano economico – finanziario farebbe emergere che le tariffe applicate alla vendita di energia elettrica fanno riferimento a un mercato che non è più realistico, perché le attuali tariffe sono decisamente inferiori rispetto a quelle previste dal progetto allestito nel 2013 e presentato nel 2015. «Esiste il rischio reale che già nel breve periodo l’attività risulti antieconomica e chiediamo che per questo aspetto il progetto sia rivisto, per scongiurare il rischio reale che una volta avviata, l’attività sia abbandonata con opere e manufatti», scrivono De Santi e Furlani.Aggiungono che dovrebbe esser rivalutata la sostenibilità dal punto di vista idraulico, dato che negli ultimi tre – quattro anni la portata del fiume è drasticamente diminuita e chiedono un aggiornamento della portata d’acqua.Nella lettera si chiedono chiarimenti anche sul ripristino dello stato dei luoghi, a conclusione della concessione d’uso dell’acqua e al cessato utilizzo anticipato dell’impianto.Si punta in particolare sulla sicurezza, ricordando l’alluvione del 2013, «e proprio per evitare il ripetersi di tale situazione, che ha determinato danni ingenti anche alle aree di proprietà privata, si chiede di verificare accuratamente che le nuove opere non comportino un aggravio delle condizioni di deflusso delle acque, anche in caso di maltempo persistente».Gli amministratori sanmartinesi invitano l’autorità regionale a rivalutare l’opportunità di realizzare un simile impianto ad appena 30 metri da edifici residenziali e da un’area fortemente antropizzata.«Ad oggi non risultano espletate le formalità obbligatorie per l’esproprio dell’area privata», aggiungono De Santi e Furlani, «e in assenza di tale atto, che è obbligatorio, l’intervento edilizio non può essere eseguito in quanto la ditta autorizzata dalla concessione non dispone della proprietà dell’area e l’autorizzazione regionale dello scorso giugno stabilisce, pena la decadenza dell’autorizzazione stessa, che i lavori debbano iniziare entro un anno dal rilascio della stessa, e il termine è perentorio».Con queste premesse e considerazioni, sindaco e assessore concludono che «l’amministrazione comunale di San Martino Buon Albergo manifesta la propria totale contrarietà ad un progetto invasivo in un contesto ambientale da salvaguardare».
191 mila euro di ricavo all’anno
V.Z.
L’Arena mercoledì 16 maggio 2018 PROVINCIA, pagina 28
Gli interventi previsti per la centrale idroelettrica sul Fibbio a Ferrazze partono dal recupero conservativo, a fini idroelettrici, dell’antico sbarramento lungo il fiume, con manutenzione straordinaria delle strutture. Si propone la regolarizzazione del tratto di sponda tra lo sbarramento e la vasca di carico, il bacino artificiale che dovrebbe nascere per alimentare con continuità la centrale. Sul terreno adiacente è previsto un edificio per l’alloggiamento delle opere elettromeccaniche e dei locali di scambio, per la consegna dell’energia elettrica alla rete di distribuzione.Dovrà esserci anche uno sfioratore laterale, lungo 10 metri, a monte dell’edificio centrale e del canale di by-pass con restituzione dell’acqua a valle dell’edificio centrale; rifacimento dell’ attraversamento in corrispondenza dell’ imbocco di Fossa Pozza; il mantenimento della possibilità di alimentazione della Fossa, utilizzata a scopi irrigui, mediante spostamento della paratoia in corrispondenza della vasca di carico.Il conto economico, che secondo gli amministratori sanmartinesi andrebbe rivisto, è il seguente: 843mila euro per la costruzione, che sale a quasi un milione comprendendo l’Iva; 191mila euro di ricavo annuo per i primi 15 anni; 40mila euro annui di costi di gestione e quindi di 151mila euro all’anno come risultato di gestione.
SAN MARTINO BUON ALBERGO. Domani assemblea sul progetto presentato dalla Eredi Campedelli Osvaldo Sas
Centrale elettrica sul Fibbio
Residenti sul piede di guerra
Vittorio Zambaldo
«La Regione ha sbagliato a dare la concessione, la vasca di ricarica vicina alle case aumenta il rischio di infiltrazioni d’acqua»
L’Arena martedì 15 maggio 2018 PROVINCIA, pagina 26
Dall’alluvione del maggio 2013 e dalla quasi alluvione di tre anni dopo, le famiglie di Ferrazze che hanno casa lungo il fiume Fibbio non vivono più serenamente la presenza del corso d’acqua, tanto meno quando si annunciano interventi che non siano di messa in sicurezza contro il rischio idraulico.Il progetto di una centrale idroelettrica che dovrebbe sfruttare il salto di due metri vicino agli ex Oleifici, trasformati negli anni Ottanta in un intervento di restauro conservativo a fine residenziale, ha messo in allarme gli abitanti che domani alle 18 saranno a una riunione all’Opificio dei Sensi, a Ferrazze, in via Brolo Musella 27. «La Regione ha approvato la costruzione di una centrale idroelettrica sul fiume Fibbio in località Ferrazze che, nei prossimi mesi, modificherà irreversibilmente il nostro territorio, destando non pochi dubbi riguardo alla sicurezza, all’impatto ambientale e paesaggistico e all’effettiva utilità che tale struttura avrà», si legge nell’invito, «e in occasione del quinto anniversario dell’alluvione delle Ferrazze proponiamo un incontro per informare i residenti ignari di ciò che sta avvenendo».IL PROGETTOLe preoccupazioni sono legate alla trasformazione del corso del Fibbio e alle modifiche idrauliche che non garantiscono la sicurezza, secondo i residenti, né creano alcun tipo di vantaggio, se non al privato che ha ottenuto la concessione.«Si erode un tratto di sponda per far spazio a una vasca di carico della centrale idroelettrica che deve avere un bacino di riserva sufficiente per continuare a lavorare e questo lo garantisce solo una riserva d’acqua che supplisca ai cali di livello della portata nei periodi di magra», si legge. Di questo sono preoccupate anche le associazioni di pescatori che frequentano il fiume e che sempre più spesso devono confrontarsi con livelli troppo bassi dell’alveo, scarsità di fauna ittica ed elevata moria.Su terreni che attualmente sono privati e devono essere acquisiti o espropriati, verrà costruita la centralina. Il progetto iniziale proposto da Osvaldo Campedelli era del 2009 per un impianto di potenza inferiore ai 100 kw con autorizzazione che poteva essere richiesta al Comune di San Martino Buon Albergo; nel 2015 è stato presentato un nuovo progetto a potenza aumentata a 127 kw, con competenza in decisionale alla Regione per l’autorizzazione.IN REGIONEDa Venezia è arrivato il nulla osta definitivo, per la ditta divenuta nel frattempo Eredi Campedelli Osvaldo Sas di Francesco Campedelli e C., autorizzata alla costruzione e all’esercizio dell’impianto con Decreto regionale numero 224 del 13 giugno 2017 del dirigente della Direzione difesa del suolo. I lavori sarebbero dovuti iniziare entro un anno, ma è stata concessa una proroga di tre mesi per un errore tecnico nell’invio della documentazione.Sarà costruito nel rettangolo di superficie tra la sponda sinistra del Fibbio e la presa di Fossa Pozza un edificio alto oltre 5 metri, lungo 9 e largo 8, che ospiterà la turbina e da cui partirà un cavidotto interrato fino alla cabina Enel di trasformazione accanto all’Opificio dei sensi.LA PREOCCUPAZIONE«I rischi sono evidenti perché deve essere tenuto costantemente alto il livello del fiume, con paratoie comandate automaticamente quando si supera il livello di guardia. Abbiamo già infiltrazioni d’acqua nel locali più bassi delle nostre case ed è un problema con cui ci confrontiamo costantemente, ma che cosa succederà quando avremo alle spalle di casa un vero e proprio lago? L’alluvione del 2013 fu causata dalla cattiva manutenzione del torrente Squaranto, ma a Montorio dove prima c’erano 2,5 metri di salto fra Squaranto e Fibbio oggi ci sono appena una decina di centimetri. Qui non c’è da pensare a speculare sugli 0,22 euro al kwattora di incentivo che lo Stato paga a chi costruisce una centrale idroelettrica, ma a mettere in sicurezza il fiume, a creare un parco per tutti. Il privato avrà invece ricavi economici ma non pagherà i danni che un’altra alluvione o le conseguenze dell’acqua alta costante e di un lago attaccato alle case potrebbero causare», lamentano i residenti.IN COMUNEDa Genio civile, Consorzio Alta Pianura Veneta e Comune di San Martino Buon Albergo sono arrivati in Regione solo pareri contrari alla centrale idroelettrica, ma non hanno fermato la procedura.L’assessore sanmartinese Giulio Furlani, che ha delega per l’edilizia privata, ribadisce che l’autorizzazione regionale è relativa solo alla concessione dell’utilizzo dell’acqua del Fibbio, ma che sono di competenza comunale il progetto definitivo e quello esecutivo per le opere in muratura che la ditta proponente intende fare: «Di queste non esiste ancora traccia di documento negli uffici comunali. Non possiamo contestare la concessione regionale, ma avremo voce in capitolo su quanto si vorrà costruire sul nostro territorio», ribadisce.
Il ricercatore Pasa: «Zona industriale tra le più belle del Veneto»
V.Z.
L’Arena martedì 15 maggio 2018 PROVINCIA, pagina 26
Lo storico e ricercatore Marco Pasa, che vive a poca distanza dal Fibbio, ha prodotto numerosa documentazione e ha realizzato diverse pubblicazioni dedicate al fiume, ma mai avrebbe immaginato che i suoi lavori potessero diventare anche il puntello scientifico di un intervento per una centrale idroelettrica che lui stesso definisce «un’assurdità». «Questa idea», prosegue, «è concepita in una delle prime e più belle zone industriali del Veneto, sull’ unico fiume che la Repubblica di Venezia aveva destinato a finalità agricole e industriali insieme. Sarebbero invece da salvare le ultime vestigia storiche che rimangono di questo passato e creare un parco tematico e aperto a tutti».Fin dal Medioevo, cessate le grandi invasioni, iniziò lo sfruttamento delle risorse a fini irrigui e il Fibbio fu concepito come canale a scopo industriale: nel Cinquecento a Ferrazze ci sono già impiantate due officine con i magli mossi dall’acqua per la lavorazione del ferro e del rame, due cartiere e due mulini. Se nel Settecento prevalgono le finalità agricole con l’utilizzo delle acque a scopi irrigui, nell’Ottocento comincia quello industriale su scala più ampia con l’oleificio di Ferrazze la fabbrica di concimi chimici dei Mazzurana, gli Oleifici Veneti Riuniti e la fonderia Trivelli. Andò avanti per anni, ma la distribuzione sempre più capillare dell’energia elettrica rese obsoleto l’utilizzo della forza motrice dell’acqua a scopi industriali.Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, quello che restava delle antiche costruzioni realizzate a scopo industriale fu sottoposto a un piano di recupero ad uso abitativo e la zona ha cambiato destinazione e ora vorrebbe mantenere la caratteristica di pregio ambientale e paesaggistico che ha recuperato.