La giovane Ines uccisa della nuova arma letale: l’aeromobile
Articolo di Roberto Rubele con informazioni e appunti di Onorio Toninelli
La Prima Guerra Mondiale introduce una importante innovazione che cambia il modo di combattere: l’utilizzo dell’aereo. Nonostante siano passati solo pochi anni dal primo volo dei fratelli Wright questo rivoluzionario mezzo in breve tempo diviene una delle armi più letali.
A Verona la guerra inizia senza sconvolgimenti particolari. Lo stato d’animo della popolazione è sereno e non c’è timore né per il conflitto né tantomeno per gli aeroplani. Il Sindaco di Verona Zanella però, con una serie di prescrizioni, mette in guardia gli abitanti dal pericolo costituito dagli aerei nemici:
[… Per la difesa cittadina si rende noto: che alla comparsa sull’orizzonte di un’aeromobile nemica, segnalata da speciali posti di osservazione, sarà immediatamente spenta la illuminazione pubblica elettrica, che sostituirà completamente la illuminazione pubblica a gas. A questo segnale la città dovendo rimanere al buio. […] (ASVr, Prefettura, busta 330, supplemento straordinario n. 143 a “L’Arena” del 26 – 27 maggio 1915.)
Successivamente, con la progressiva militarizzazione della città, il comando militare emana un documento dal titolo Previdenze e norme di sicurezza contro bombardamenti aerei da adottarsi per la città di Verona, il quale precisa:
Sarà stabilita una linea di posti di ascoltazione e segnalazione […] Da ciascun posto, non appena sia udito o visto un aereo nemico, saranno lanciati in aria, verso il posto successivo, avvicinandosi a Verona: 3 stelle rosse per denotare aeroplano nemico, 5 stelle verdi per denotare dirigibile nemico. […] Non appena segnalato un aereo nemico, il posto stabilito sulla torre di Castelvecchio ne darà avviso all’officina Elettrica Comunale.[…]L’Officina Elettrica e la Società Anonima Verona, ciascuna per la rete di distribuzione dell’energia elettrica da esse esercitata, non appena ricevuto l’avviso di cui innanzi, toglieranno la corrente, lasciando così la città al buio ed arrestando le vetture tranviarie[…] (ASVr, Prefettura, busta 316, Previdenze e norme di sicurezza, estremi non identificabili ).
Nell’autunno del 1916 Verona conosce il vero volto della guerra: iniziano le incursioni aeree nemiche sulle varie città venete. Il 14 novembre 1916 tre aerei bombardano il centro di Verona. Una bomba cade in piazza Erbe provocando devastazione e morte. L’episodio viene ricordato come “la strage di Piazza Erbe” e la cartolina di seguito fotografa i momenti immediatamente successivi l’episodio.
La Piazza Erbe era piena di gente, i velivoli giunsero con volo librato quasi non avvertiti: la folla ne udì il rombo, nello stesso tempo che cominciò il cupo suono della maggior campana della Torre. Fu una fuga generale ed il ricoverarsi di moltissimi sotto il porticato della Camera di Commercio una bomba, certo gettata da persona pratica di Verona, cadde presso l’angolo di questo palazzo, scoppiò sul lastricato di granito, che sfondò, e le innumerevoli schegge uccisero 29 cittadini e ne ferirono 48, la sotto riparati. (Il bilancio definitivo sarà di 37 morti e 48 feriti – Dalla Biasia M., Incursioni aeree su Verona durante la guerra italo-austro-germanica, in Atti e Memorie dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, serie IV, vol. XXIV,1923, pp. 131-132).
L’anno successivo anche Montorio scopre la pericolosità degli aerei e la crudeltà della guerra con la prima giovane vittima civile.
Ines ha 14 anni è figlia di Giuseppe Toninelli e Teresa Tosi detta Ester. Abita a Montorio, in via Mizzole (ora via laghetto Squarà) nella casa che costeggia la fossa Cozza e lo stretto sentiero che porta nella località nota ai montoriesi con il toponimo “sette ponti”. Ines è in casa e ha in braccio la sorella minore Giuseppina di appena due anni quando è attratta da quello che sta succedendo nel cielo. Sopra Montorio si sta svolgendo uno dei primi duelli aerei, una assoluta novità. La ragazza è incuriosita dalle strane traiettorie e manovre che gli straordinari mezzi riescono a compiere. Per osservare meglio la battaglia e lo scontro nel cielo si avvicina alla finestra e fa sedere la sorella minore al pavimento. Ines ha appena il tempo di appoggiare la piccola quando improvvisamente viene colpita a morte da una spoletta (congegno destinato a provocare l’esplosione della carica di un proietto o di una bomba) al collo che le attraversa il corpo fuoriuscendo dal femore.
Per la famiglia il dolore per la morte della piccola è indescrivibile. Ester, la madre di Ines, sconvolta intraprende le pratiche per il riconoscimento della morte per cause di guerra. Il procedimento si conclude dopo molti anni e l’unico risultato è l’iscrizione del nome di Ines nell’elenco dei morti sul monumento in piazza Buccari. Negli anni ’50 viene ritrovata nella fossa Cozza la maledetta spoletta che ha provocato la morte della giovane. Giuseppe, il papà di Ines, la trasforma in un lume che venne posizionato a fare luce sulla credenza in soggiorno.