PUA “Ai Tigli” non tutto è perduto
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del consigliere comunale Michele Bertucco
E siamo a tre: dopo il Pua (piano urbanistico attuattivo) dell’ex Cardi e dopo il Pua San Rocchetto, abbiamo la certezza che anche la garanzia fidejussoria depositata per il Pua Ai Tigli di Montorio è carta straccia.
La polizza, stipulata il 24 ottobre 2014 a garanzia del milione e mezzo di euro di opere pubbliche che il proponente, la Fossetta Srl (leggi: Leardini), si era impegnato a realizzare in cambio dei permessi a costruire, era stata emessa da una società romena, la Lig Insurance, con sede a Bucarest, che nel frattempo è fallita.
Non che abbia mai navigato in buone acque, la Lig: l’autorità di controllo romena (Asf Romania) ne aveva disposto la sospensione dall’attività assicurativa già nel febbraio 2015 – quindi pochi mesi dopo la garanzia prestata a favore del Comune di Verona – perché la Lig non rispondeva ai requisiti minimi di solvibilità e solidità finanziaria previsti dalle direttive comunitarie. Una “squalifica” confermata ancora nel giugno 2016, mentre il 21 dicembre dello stesso anno, Ivass (la nostra autorità nazionale di sorveglianza sulle assicurazioni) aveva dato notizia dell’avvio della procedura fallimentare ai danni della Lig.
Il tutto è stato documentato dal sottoscritto con Ivass e tramite accesso agli atti.
E’ ormai infatti tristemente noto che gli uffici comunali di Verona non dispongono di una procedura per monitorare la validità delle polizze fidejussorie che vengono depositate a garanzia degli impegni presi dai costruttori o aspiranti tali. Polizze spesso provenienti dai “rampanti” Paesi dell’est, come nel caso della Cardi e di San Rocchetto che si sono avvalsi di uno stesso intermediario slovacco, e che in mancanza di comprovate garanzie sono dei semplici pezzi di carta.
Lascio ai cittadini veronesi valutare in che mani sono i loro soldi e i loro beni. Personalmente, ho sempre sostenuto che per evitare di riempire gli uffici di carta straccia come queste tre polizze (ma chissà quante altre ce ne saranno di simili nelle centinaia di schede norma previste dal Piano degli Interventi) basterebbe pretendere che le fidejussioni vengano prestate da un “primario istituto assicurativo”. Come si fa normalmente da decenni in tutti i comuni. Tre parole aggiunte allo schema di accordo pubblico-privati che sicuramente aggraverebbero i costi a carico dei costruttori, ma garantirebbero molto meglio gli interessi dei cittadini e del comune, contribuendo a tener lontani tanti speculatori più o meno improvvisati. Ma evidentemente questa non è stata una priorità dell’amministrazione Tosi-Giacino, e non lo è neanche per la nuova amministrazione Sboarina-Segala che in urbanistica ha portato avanti la stessa linea politica eccezion fatta per gli atti dovuti su alcuni interventi.
Che fare adesso? Revocare tutto. Non tanto o non solo perché nel caso di San Rocchetto e del Pua Ai Tigli (scheda norma che fanno entrambe capo al celebre Leardini) questo era già l’orientamento della precedentemente giunta Tosi (almeno quellla della “fase due”, da dopo l’arresto e la condanna dell’ex vicesindaco Giacino…).
Tale orientamento era stato mantenuto anche dall’attuale amministrazione Sboarina la quale però è stata così incapace da perdere malamente ben due ricorsi al Tar contro le società Leardini.
Come Verona e Sinistra in Comune chiediamo la revoca soprattutto perché quelle a San Rocchetto, all’ex Cardi e a Montorio sono previsioni urbanistiche insostenibili.
Sono stati gli stessi tecnici comunali a certificare che il contributo di sostenibilità pattuito è largamente insufficiente a realizzare tutte le opere compensative promesse a Montorio. Il settore Lavori Pubblici del Comune aveva stimato che per realizzare tutto quanto sta scritto nell’accordo con il Comune – dunque una nuova area sportiva costituita da impianti con giochi d’acqua; una palestra polifunzionale comprendente campo da pallavolo/basket; spazi interni per le sedi di associazioni del territorio e altre due palestre attrezzate sia per attività sportive giovanili che per gli anziani – sarebbe necessario non il milione e mezzo concordato, ma almeno 4,5 milioni di euro, quindi tre volte tanto.
Peccato che durante la luna di miele tra il Comune di Verona e Leardini altri tecnici non si siano accorti della discrepanza e abbiano preso per buona la stima del milione e mezzo. Il tutto per costruire 120 appartamenti su suolo agricolo e in una zona della città dove la priorità non è edificare, ma mantenere e difendere la qualità della vita e la bellezza del paesaggio.
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