Quando il gioco si fa impegno la società Montorio FC non solo c’è ma si fa avanti determinata e battagliera mostrando con convinzione gli impegni che sta realizzando. Durante l’annuale serata di presentazione del 21 dicembre, condotta dall’energico Andrea Chiecchi, responsabile dell’organizzazione generale, non si è parlato solo di calcio, ma di qualcosa di più, che coinvolge sia i giovani sportivi ma anche tutta la comunità di Montorio. Come ha spiegato il presidente Lorenzo Peroni, da fine gennaio tutti gli atleti potranno ritornare ad allenarsi in sede, sul nuovo campo sintetico che è in fase di realizzazione. Si tratta di un progetto unico su tutto il territorio veronese, come confermato dal consigliere regionale Enrico Corsi e anche dall’Assessore allo sport Filippo Rando, che ha sottolineato come la passione e un pizzico di pazzia possano essere motore di azioni impossibili. Impegno sociale dunque è la parola chiave di questa società che ha voluto puntare non solo sul gioco ma anche sull’importanza dell’educazione, come ribadito anche da Federico Biasia, vicepresidente e responsabile del settore giovanile. Nulla di preconfezionato, ma genuina volontà di far in modo che i ragazzi crescano non solo come atleti ma anche come individui con la coscienza di essere parte di una comunità. Ecco perché come ogni anno è stato riconfermato l’impegno nei confronti della Fondazione AIRC per la ricerca sul Cancro ed ecco perché da qualche anno sulla maglietta dei giocatori sono presenti due scarpette rosse, simbolo della lotta contro la violenza alle donne. Non c’è nulla di scontato in questa scelta, neanche il fatto di voler inserire in un contesto di festa un momento di profonda riflessione, ospitando l’associazione “Protezione della Giovane” con il libro “Le voci del silenzio” che racconta la storia di questa grande casa rifugio e le vite di donne che qui hanno trovato accoglienza e speranza. Seduti in mezzo allo staff del Montorio FC, infatti, erano presenti la presidente dell’associazione Luisa Ceni, l’autrice del libro la giornalista Silvia Beltrami e Lorella Vesentini, volontaria e nostra compaesana. Sentire le voci dei ragazzi della prima squadra che leggono le storie di donne dalle vite difficili ci fa capire che la violenza e il dolore non hanno colore, nazionalità o sesso ma sono di tutti, così anche la speranza che la grande case della “Protezione della giovane” offre alle donne e ai loro bambini. Persone solo apparentemente lontane da noi, che con le loro storie intessute di ricordi e di gioie, ferite e rimorsi, malinconie e sogni, tornano a rivivere grazie a volontari e professionisti che credono che l’accoglienza, la comprensione e la condivisione siano l’unica scelta possibile per un mondo migliore.
E’ stata una bella serata, sia per la sentita partecipazione degli atleti e delle loro famiglie, sia per gli argomenti che hanno offerto ottimi spunti di soddisfazione e riflessione.
Marta Morbioli