Strade comunali di Montorio e Quinto: la Relazione di analisi asfalto acquisita a procedimento penale


Italia, nazione di Santi, Navigatori, Commissari Tecnici e…, piena di buche stradali. Ad ogni latitudine. Basta infatti un intenso temporale e sulle nostre strade all'”impovviso” si creano buche, l’asfalto si dissesta e si frantuma formando crateri pericolosissimi – per ciclisti, motociclisti ed automobilisti – potenzialmente letali per le sospensioni ed i pneumatici dei veicoli. Danni ingenti di cui è (sarebbe) responsabile l’Amministrazione pubblica a cui va (andrebbe) richiesto il rimborso.

Le buche rappresentano senz’altro un grave problema per la sicurezza di tutti, dai pedoni agli automobilisti, ma in particolare per ciclisti e motociclisti ai quali possono provocare rovinose cadute, anche con gravi conseguenze, o costringerli a repentini cambi di traiettoria che nel traffico possono risultare altrettanto pericolosi.
 
Ma perché si formano? Certamente non si può dare la colpa delle buche sempre e solo alle piogge e all’inverno inclemente.
 

Sfido ognuno di noi a non aver pensato, almeno per una volta, mentre era alla guida di un’auto, uno scooter, di una bicicletta o a piedi: possibile che per un po’ di pioggia si creino buche nella strada chissà cosa ci avranno messo dentro, se fossi io l’Assessore controllerei tutte le strade “.

Ebbene la stessa domanda se la sono posta anche gli Assessori del Comune di Verona. Infatti la Giunta Comunale di Verona con Delibera n. 315 del 29 ottobre 2018 oltre alle domande ha deciso di passare all’azione, al fine di monitorare lo stato di conservazione e manutenzione delle strade comunali in ambito urbano, ritenendo necessario effettuare alcune verifiche per accertare la corretta esecuzione dei lavori stradali effettuati.

Per fare ciò l’Amministrazione ha stipulato un Accordo denominato “Analisi degli esiti di prove di laboratorio e in sito – Verifiche lavori stradali del Comune di Verona” con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dall’Università degli studi di Padova per svolgere attività di ricerca, consulenza ed analisi al fine di verificare la regolare esecuzione dei lavori e le caratteristiche dei materiali stradali impiegati.
 
Il programma delle attività prevede, in prima applicazione, una verifica dei lavori stradali eseguiti mediante esecuzione di prove in situ ed in laboratorio, con successiva analisi dei risultati nelle seguenti cinque strade di competenza del Comune di Verona:
 
1) Via Frizzolana a Quinto (sull’asfaltatura della strada e sul marciapiede);
2) Piazzale di fronte al Cimitero di Quinto (sull’asfaltatura della strada);
3) Via Leonardo da Quinto a Quinto (sull’asfaltatura della strada);
4) Via Guerrina a Montorio (sull’asfaltatura della strada eseguita nel tratto compreso tra la rotatoria e l’incrocio con via dei Tigli);
5) Via degli Oleandri a Montorio (sull’asfaltatura della strada).
 
Le fasi delle attività si articoleranno nel seguente modo:
 
Fase 1 (indagini in situ e in laboratorio da esperirsi in n. 2 siti puntuali per ciascuna strada):
 Carotaggio in sito (carote 150 mm);
 Curva granulometrica inerte estratto;
 Percentuale di bitume;
 Peso di volume del conglomerato (da carota);
 Contenuto di vuoti (da carota);
 Spessore strati (da carota).
 
Fase 2:
 Redazione di un rapporto tecnico finale con valutazione degli esiti delle prove eseguite.
 
 
A distanza di un anno ho chiesto agli Uffici Comunali competenti di poter ricevere il Rapporto tecnico finale con valutazione degli esiti delle prove eseguite. Prontamente il Coordinamento Tecnico Circoscrizioni mi ha risposto che: “non è possibile dare seguito alla stessa in quanto la perizia è stata acquisita ad un procedimento penale.”  
 
Le buche non si devono formare e se ciò avviene è evidente che qualche cosa non ha funzionato come dovrebbe.
 
Forse qualcuno avrà progettato o lavorato male e qualcun’altro non avrà fatto i dovuti controlli su materiali e lavori, o la necessaria manutenzione. Poi pioggia e neve avranno peggiorato le cose. Ma forse c’è anche un’altra e più semplice ragione: da 60 anni a questa parte i trasporti su ruota sono cresciuti esponenzialmente, sia come numero di veicoli in circolazione, che come carichi e velocità media, sottoponendo quindi le strade e l’asfalto a sollecitazioni sempre crescenti, certamente più di quanto la pur parallela evoluzione dei manti stradali non potesse in passato sopportare.
 
Oggi esistono fondi e manti di asfalto enormemente più resistenti che per la maggiore portanza, ovvero capacità di sopportare carichi superiori, evitano fessurazioni, rotture e quindi anche buche. Però, ovviamente, bisogna che anche le Amministrazioni non siano troppo abitudinarie e applichino queste nuove tecnologie (BAT), evidentemente certe soluzioni possono costare più di altre, ma occorre valutare anche la maggiore durata che si ottiene e che può parallelamente compensare il prezzo più elevato.
 
 
Alberto Speciale
 
 
(immagine repertorio buca in via dei Cipressi a Montorio)

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