Ora come allora: 1630, la peste – 2020, Covid 19


La peste del 1630 a Montorio

Articolo Elaborato da Elisabetta Albrigi su dati forniti da Luigi Alloro

La concezione della storia, intesa come un ciclo di corsi e ricorsi nel pensiero di Gian Battista Vico, sembra quanto mai attuale. L’epidemia che in questi giorni sta drammaticamente sconvolgendo il mondo intero, ci riconduce con il pensiero all’ampio affresco storico che Manzoni offre della peste del 1630 nel XXXI capitolo dei Promessi Sposi.

E le analogie sono a dir poco sorprendenti. Ora come allora è l’Italia settentrionale la zona più colpita ed in modo particolare Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, le regioni più produttive del paese.

Dapprima le autorità sottovalutano il rischio in un clima generale di incredulità e confusione: “ciò che fa nascere un’altra e più forte maraviglia, è la condotta della popolazione medesima, di quella, voglio dire, che, non tocca ancora dal contagio, aveva tanta ragion di temerlo”. Ma si sa l’esigenza di aggregazione, soprattutto fra i più giovani, induce a comportamenti di generalizzata noncuranza.

Quando però la conta dei morti aumenta a dismisura e tardive giungono le restrizioni per contenere il contagio da parte del Tribunale della Sanità si manifestano da un lato i primi tentativi di fuga dalle zone protette, dall’altro l’atavica insofferenza della popolazione nei confronti delle politiche restrittive, condito dall’esuberante presunzione di invulnerabilità … Intanto “la peste era già entrata in Milano” …

Anche Verona fu devastata dalla peste e in particolare le zone rurali e montane.

Il Censimento della popolazione nel territorio veronese dopo la peste del 1630[1] ci restituisce il quadro drammatico della sorte toccata anche alle comunità della bassa Valsquaranto[2].

In pochi mesi gli abitanti della bassa Lessinia vengono decimati, muore il 50% degli abitanti a Montorio e il 57% a Mizzole.

Il 1° dicembre 1630 nella Circoscrizione VIII il Commissario Conte Allegri scriveva che non c’erano più ammalati di peste.

[1] C. Ferrari, Censimento della popolazione nel territorio veronese dopo la peste del 1630,

[2] Si ringrazia Luigi Alloro per i dati e i riferimenti forniti.

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