#iorestoacasa. Le corse al Piloton


Diario di bordo di una comunità

Visto il grande successo dell’iniziativa abbiamo pensato di iniziare subito con la pubblicazione dei tanti frammenti di vita e pensieri che sono arrivati. I social aiutano a sentirsi più vicini, i libri tramandano e superano i limiti della fugacità del tempo; ecco perché abbiamo scelto di percorrere le due vie di comunicazione, per vivere la contemporaneità insieme e per lasciare traccia del nostro presente nel futuro.

Montorio, 13 aprile 2020

LE CORSE AL PILOTON

È mattina presto, tersa e frizzante; lungo la salita del Castello gli alberi esplodono di fiori e promettono crostate. È una fatica salire la pontara, allineo i passi come un soldato in ritirata di Russia, so bene che dopo la curva sarà più facile. Un piccolo sforzo e comincia il sentiero mangiucchiato dall’acqua piovana, che mi permette di rifiatare e poi accelerare il passo di nuovo. Ascolto il mio respiro affannato, un rantolino sommesso comincia a farsi strada ma sono ormai sul falso piano, alle mura che in autunno si copre tutta di oro arancio e rosso cupo. Prendo il bivio verso destra, lasciando il Castello a coprirmi le spalle. Affronto la salitina del forte quasi correndo, voglio soffrire, sentire l’aria bollente nei polmoni e continuare ancora. In costa saluto gli austriaci arroccati nel forte coi loro moschetti scintillanti e vado avanti. Ormai non sento il passo, galleggio nell’aria e mi sembra quasi di volare. Arrivo al piloton, che indolente getta la sua ombra lunga verso le Toresele. Sono sfinito, annaspo e mi piego sulle ginocchia. 

“Son qua, vecia piera – sussurro con il fiato mozzo. 

Mi appoggio al dolmen e mi sento a casa, calda, accogliente. Lo abbraccio forte, sento la sua energia, passano attraverso le mie guance graffiate dalla pietra tutte le stagioni che ha visto. Piango appena, in silenzio. E sorrido grande. Tutto insieme.

Mi risveglio con lo stesso sorriso e la realtà mi piomba addosso feroce: un tubo mi sega la gola, mi tiene vivo e mi uccide al minimo movimento. Uscire dalla morfina è come morire tutte le volte, ogni parte del mio corpo urla; rientrarci è come morire di nuovo, tutto svanisce nella nebbia, chissà se stavolta sarà per sempre. L’ultimo pensiero è anche il primo, tutte le volte: lei e il suo sorriso, a passeggio sui fossi, quella sera. 

Spalanco gli occhi che stanno ancora piangendo e trovo lo sguardo dolce di un’infermiera. Non vedo niente di lei, tranne quegli occhi buoni e stanchi; sorride e annuisce.

“Ci siamo Ciano – dice, e piango davvero – oggi togliamo tutto”.   

Barbara Salazer

Attendiamo tante altre storie via mail a montorioveronese (montorioveronese@gmail.com) con:
breve testo massimo (max 10 righe)
indicando data, luogo e nome di battesimo (per chi vuole anche cognome)
per chi vuole è possibile inviare anche foto di pagine scritte a mano purchè ben leggibili.


La voglia di fare ricerca e raccontare continua e non si ferma, per questo i lavori per la seconda edizione de “I quaderni della dorsale”, sono ripartiti con un’idea in più.
In un mondo dove tutto è insolitamente silenzioso c’è ancora tanta voglia di raccogliere per non disperdere non solo il passato ma anche questi momenti che rimarranno scolpiti nelle nostre vite.
L’idea è quella di fare una sorta di diario di bordo che vuole essere testimonianza del presente per il futuro. Un diario del paese dove ognuno può raccontare e condividere piccoli frammenti della propria quotidianità, pensieri, riflessione e immagini, insomma tutto ciò che pensiamo possa diventare memoria di questo momento. E’ un esercizio che noi giornalmente già facciamo affidando ai social piccoli pezzi della nostra vita, ma chissà come potrebbe essere rileggerli tra qualche anno custoditi tra le pagine di un libro.
Sono anche le piccole cose a raccontare la storia di una comunità, per questo pensiamo sia importante raccoglierle e per questo ci serve la partecipazione di tutti quelli che vorranno condividere con noi questa idea. Il materiale che arriverà verrà raccolto e diventerà il racconto della nostra comunità.
Chi vuole può inviare una mail a montorioveronese (montorioveronese@gmail.com) con:

breve testo massimo (max 10 righe)
indicando data e nome di battesimo (per chi vuole anche cognome)
per chi vuole è possibile inviare anche foto di pagine scritte a mano purchè ben leggibili.

A presto

La redazione dei quaderni.

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