14 giugno 1797: Mizzole contro Montorio
a cura di Luigi Alloro
Pubblicato il 16 giugno 2012 – Aggiornato il 30 giugno 2020
Navigando qua e là nell’universo virtuale di Internet può talvolta capitare di imbattersi (spesso per sbaglio) in scritti, musiche, documenti od immagini che ci riguardano da vicino e su cui, magari, vale la pena di spendere un po’ di tempo per qualche approfondimento. Il curioso documento qui riprodotto fotograficamente, trovato quasi per caso in rete (l’originale è conservato presso la Biblioteca Civica di Verona), riguarda un fatto di cronaca avvenuto tra Montorio e Mizzole nel periodo della dominazione francese.
Si tratta di una denuncia che alcuni abitanti di Montorio fecero al Comitato di Sicurezza in data 26 Pratile anno 5 Repubblicano (corrispondente al 14 giugno 1797) contro il curato di Mizzole don Bonaventura Maselli.
In essa lo si accusa di aver loro impedito di piantare nel paese l’Albero della Libertà facendo suonare la campana a martello per chiamare a raccolta gli abitanti di Mizzole ed aizzarli contro i Montoriesi. Il Comitato istituisce in breve un processo e chiama a deporre alcuni abitanti di Mizzole che confermano il fatto. In seconda battuta viene quindi chiamato il curato, già in carcere, che non ha difficoltà a confermare quanto dichiarato dai testimoni e di aver anche detto ai montoriesi che “era gran delitto voler piantare l’Albero della Libertà a Mizzoli”. Poiché è chiara la colpevolezza del Maselli, reo di essersi opposto al volere del Popolo impedendo l’erezione dell’Albero e di aver fatto suonare la campana a martello (cosa che poteva aver gravi conseguenze per l’ordine pubblico e assolutamente proibita dalle leggi di Francia), il Comitato di Sicurezza lo condanna alla deportazione nella cittadella di Mantova fino a nuovo ordine. Sentenza data in Verona il 10 Mietitore, anno 5 Repubblicano (28 giugno 1797). Firmato per il Comitato di Sicurezza: Salimbeni – Marogna – Ponzilacqua, segretario Basilio. La sentenza, o meglio il “parere”, è approvata dal Generale Augereau, comandante della guarnigione di Verona, e datata dal Quartier Generale di Verona il 13 Mietitore anno 5 Repubblicano (1 luglio 1797).
Qualche nota a commento permetterà al lettore di avere un quadro preciso della situazione.
e delle cantine vescovili per allietare le cene del generale.
Durante la rivoluzione francese, il Governo introduce il nuovo calendario progettato dai dotti del Comitato di Istruzione Pubblica e pubblicato con decreto dalla Convenzione Nazionale il 5 ottobre 1793. Tale calendario inizia dal 22 settembre 1792, giorno della proclamazione della Repubblica, ed è diviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno; i cinque giorni rimanenti per completare l’anno sono chiamati “giorni complementari”, mentre ogni quattro anni viene aggiunto un sesto giorno chiamato “giorno della Rivoluzione”. I nomi dei mesi sono (in italiano): Vendemmiale, Brumaio, Frimaio (autunnali); Nevoso, Piovoso, Ventoso (invernali); Germinale, Floreale, Pratile (primaverili); Messidoro, Termidoro, Fruttidoro (estivi). Il giorno, da una mezzanotte all’altra, è diviso in dieci ore, ciascuna in cento minuti decimali e ciascun minuto in cento secondi decimali. Il calendario Repubblicano verrà abolito il 31 dicembre 1805 da Napoleone I.
© 2012, Luigi Alloro (citare l’autore in caso di pubblicazione, anche parziale)
Pingback: Ciao Luis, Montorio piange la tua scomparsa – www.montorioveronese.it