La Valsquaranto a piedi
Abbiamo percorso la Valsquaranto a piedi sabato 27 giugno 2020, in una bella giornata assolata ma non troppo calda. Buona parte del percorso, sia in asfalto che sul sentiero è comunque ombreggiato.
Il gruppo che è partito direttamente a piedi si è incontrato al parcheggio del Gavagnin, ha percorso la ciclabile fino a Ponte Florio (altro punto di partenza comodo, anch’esso raggiungibile in autobus), poi è risalito verso il castello e percorso tutta la dorsale, passando per il Piloton. Lì, in alternativa alla discesa diretta a Mizzole, ha proseguito fino alla Strada del Torresin, imboccandola verso Nord fino a Via Prove e prendendo un sentiero ben segnato su un tornante che sbuca invece a Pigozzo.
A Pigozzo c’è una fontanella di acqua potabile, l’ultima è quella un chilometro più avanti, occorre farne scorta perché lungo la strada di fontanelle pubbliche non ce ne sono più.
Da Pigozzo si segue la strada asfaltata della Pissarota, fino alla Osteria al Confin, che si raggiunge dopo 5 chilometri.
La strada prosegue incassandosi sempre di più nella valle, solo verso la fine si apre un po’. Da Pigozzo in 12,5 km si arriva al bivio della SP 15 (Cerro – Roverè), si svolta a destra e invece di salire verso Roverè si imbocca la strada che segue la valle, direzione Squaranto.
Poco prima della contrada un pannello indica che si sta entrando nel Parco Naturale Regionale della Lessinia.
Fino a qui la strada è tranquillamente percorribile in bicicletta, anche da strada.
Tra le case della contrada si vede chiaramente il segno del sentiero 254, da lì in poi si prosegue su sterrato, sempre nel fondo valle, stradello agevole con fondo di pietra, dove talvolta si scorge il segno del passaggio dei carretti di qualche decennio fa…
Si prosegue nel fondo della valle per circa 6 km (1,5 ore), all’ombra degli alberi, spesso ricoperti di muschio, fino ad incontrare la SP13 (Boscochiesanuova – San Francesco). Mentre il Vaio prosegue verso Nord appena attraversata la strada, il sentiero tracciato piega a Sud e dopo pochi metri imbocca la strada sterrata che conduce, passando per Malga Scrovazze, di nuovo nel fondo della valle, poco dopo l’imbocco del sentiero per la Valmarisa o per Laorno.
Qui la valle è un po’ più aperta, ma il sentiero si restringe e per lunghi tratti diventa una effimera traccia tra altissime ortiche. Anche questo tratto risulta ciclabile, con MTB, senza particolari difficoltà. Dopo circa 4 km il sentiero si perde, solo qualche segno bianco e rosso ogni tanto. Siamo nel fondovalle molto stretto, non si può sbagliare, si prosegue verso Nord, scavalcando tronchi e rami trascinati dalle piene o semplicemente scivolati dalle ripide pendici sul greto. Questa parte in bicicletta risulta del tutto impraticabile, a meno che non si sia campioni di trial.
La vegetazione si fa più rada e attraversato un meraviglioso boschetto di maggiociondoli in fiore, circa 6 km dall’incrocio con la SP13, si sbuca nei pascoli a Ovest della strada per San Giorgio. La strada finora percorsa si fa sentire sull’ultimo tratto in salita, anche qui sentiero pressoché inesistente, un paio di segni su alcuni pietroni, ma la meta è ben visibile.
Puntiamo all’ultima malga, dietro la quale il sentiero attraversa la strada e in un centinaio di metri conduce al parcheggio di San Giorgio, dove ci può far venire a prendere per rientrare in macchina (o nella stagione estiva prendere una corsa del Bus&Bike per Verona circa alle 18:00)
Ricapitolando:
complessivi circa 32 km, 9 ore comprese brevi soste
tratto delle Pissarota, circa 18 km, tutto asfalto, circa 4,5 ore
tratto Squaranto – San Giorgio, circa 14 km, sentiero, circa 4,5 ore
incrocio SP15 al km 18 circa
incrocio SP13 al km 24 circa
niente acqua dopo le fontanelle di Pigozzo (chiesa o curva poco dopo)
Marco Muratore
complimenti!