Da qui alla Pontara
Articolo pubblicato il 30 aprile 2014 – Aggiornato il 7 settembre 2020
Prima di arrivare all’ombra dell’Olmo, dall’inizio dell’abitato fino a Piazza Buccari, una lunga distesa di case e attività commerciali disegna l’immagine familiare di Montorio per chi arriva dalla città.
Ma fino al 1950 le poche vecchie strutture originarie del lato destro, avevano di fronte solo un lungo muro.
L’edificazione della nuova Montorio (che negli anni ’80 arrivò a coprire l’intera zona della Prateria) iniziò proprio da lì, abbattendolo e facendolo sparire per sempre.
E vennero il Fruttivendolo, la Giulia, e tutti i montoriesi che conosciamo oggi.
Un muro lungo 70 anni
Dalla fine della piazza, il lunghissimo muro dell’Olmo ti accompagnava fino alla casa del Burcio (il civico 44 dell’odierna via Olmo).
Lungo la sua ombra correva il tram n.8 diretto a Porta Vescovo e da lì in centro città.
Non ne esiste nemmeno più la traccia, e sono rari i montoriesi che ancora lo ricordano.
Ma i ragazzi, a piedi o in bici, ancora e sempre passano di lì.