#Che lingua parli? Dialetto veronese: viaggio nei modi di dire – Terza puntata


Se il dialetto negli ultimi tempi tende sempre di più a “italianizzarsi”, i modi di dire mantengono tutto il loro colorito originale e rappresentano una benefica valvola di sfogo e libertà nei momenti dove l’espressione verbale si trova in difficoltà, insomma dove non si sa cosa dire e come dirla per rendere bene l’idea.

Modi di dire della settimana

Far san martin

Traduzione letterale: fare San Martino
Usato per: dire traslocare

Origine
Deriva dall’antica consuetudine, viva nel veronese, come in altre zone del Nord, di far iniziare e terminare i periodi di affitto, tanto di una casa quanto di un podere nel giorno di San Martino, l’11 novembre.

Un tòco de sacranòn

Traduzione letterale: non esiste, la traduzione più vicina è “un pezzo di marcantonio”
Usato per: definire una persona con corporatura particolarmente imponente

Origine
L’origine è legata alla dominazione francese in Italia. Il termine deriva dall’esclamazione francese “sacrè nom”, abbreviazione di sacrè nom de Dieu”: sacro nome di Dio, una blanda imprecazione che si sentiva spesso in bocca agli uomini più forzuti dell’esercito francese e da qui divenne poi sinonimo di “omone, pezzo di d’uomo”. Poi si aggiunse a questo anche il termine toco, come si faceva per qualsiasi persona vistosa, prominente.
Il termine Sacranon è usato anche come esclamazione per esprimere meraviglia o protesta.

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