#Che lingua parli? Dialetto veronese: viaggio nei modi di dire -quarta puntata


Se il dialetto negli ultimi tempi tende sempre di più a “italianizzarsi”, i modi di dire mantengono tutto il loro colorito originale e rappresentano una benefica valvola di sfogo e libertà nei momenti dove l’espressione verbale si trova in difficolta, insomma dove non si sa cosa dire e come dirla per rendere bene l’idea.

Modi di dire della settimana

El d’à fato péso de Nineta
Traduzione letterale:
(egli) ne ha fatte peggio di Ninetta

Usato per: definire una persona che ne fa di cotte e di crude.

Origine

L’espressione è originaria della Bassa, ma è usata in tutta la provincia e deriva da un personaggio reale, un certo Francesco Nesi detto Ninetta, nativo di Isola Rizza. In un manifesto del 1822 del delegato regio De Lederer, tale Ninetto viene additato come brigante da catturare e consegnare alla giustizia. La leggenda vuole che egli fingesse di parlare a dei complici, mentre in realtà depredava le sue vittime sempre da solo, e che fosse un avventuriero simile al Passator Cortese (il Passatore, pseudonimo di Stefano Pelloni, brigante italiano, attivo nella Romagna di metà Ottocento, considerato il “Robin Hood” della Romagna) più che un criminale incallito.

Pèssa da pié

Traduzione letterale: pezza da piedi
Usato per: definire una persona che dà fastidio, insopportabile

Origine

Si tratta di una metafora che si rifà alle fasce (pezze) che usavano i soldati durante la prima guerra mondiale, fungendo da calzini, di conseguenza quando venivano levate alla sera, emanavano un olezzo particolarmente intenso.

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