Intervento ex Sapel: montoriesi favorevoli o contrari?


Il sopralluogo alla ex Sapel nelle settimane scorse del sindaco Federico Sboarina e dell’Assessore all’Urbanistica Ilaria Segala non ha lasciato indifferenti i montoriesi. Molti hanno espresso le loro opinioni in proposito sui social network con commenti positivi ma anche negativi.

Se in linea generale l’idea di riqualificare l’area risulta apprezzata, soprattutto se realizzata attraverso una pianificazione attenta e rispettosa dell’ambiente ricco di sorgenti, laghetti e corsi d’acqua, molti sono preoccupati, viste le criticità della zona e le ridotte dimensioni delle strade di accesso già oggi sottodimensionate. In particolare si teme l’impatto sull’ambiente prodotto da un corposo intervento con l’arrivo di un importante insediamento di persone con conseguente incremento del traffico veicolare in una zona peraltro fragile  

Comunque tutti rimangono in attesa di conoscere il progetto definitivo, attraverso la manifestazione di interessi indetta dal Comune la cui scadenza è collocata al 30 dicembre, prima di trarre le conclusioni e nel frattempo vengono analizzati anche i precedenti progetti di trasformazione dell’area.

Io do qualcosa a te e tu dai qualcosa a me

Il tipo di intervento che forse verrà attuato nell’area ex Sapel è contemplato dalla normativa vigente solo a seguito di un “accordo pubblico e privato”: a fronte della possibilità di realizzare il progetto di nuove abitazioni, attualmente non possibile, il privato si accorda con l’amministrazione per uno “scambio”. L’amministrazione offre la concreta possibilità di realizzare l’intervento tramite la modifica degli attuali strumenti urbanistici (sotto il profilo degli indici di edificabilità o addirittura come nel caso in esame della destinazione d’uso dell’area) e il privato proprietario concede in permuta la cessione di aree, di oneri, di opere o servizi di natura collettiva.

Nel caso in cui le parti, nel rispetto di tutte le normative, trovano un accordo di programma l’iter può procedere, ma come si può vedere di seguito analizzando i precedenti progetti, non sempre si riesce a raggiungere l’equilibrio adeguato, soprattutto economico e quindi salta l’accordo.

I progetti di costruzione precedenti

Già nel 2004 era stata presentata in Comune a Verona una proposta che intendeva trasformare l’area della vecchia fabbrica in attività artigianali e residenziali. In cambio il comune, secondo quanto riportato in un articolo del quotidiano de L’Arena di Verona del 20 maggio 2004, avrebbe acquisito l’area del laghetto Fontanon. L’accordo non giunge a conclusione e nel 2011 con il Piano degli Interventi “variante 23” per l’area viene progettata una manifestazione di interesse. L’amministrazione comunale inserisce tra le proposte ammissibili al piano anche l’intervento con scheda a norma “492 via della Segheria” relativo all’area ex Lanificio Rossi.

L’intervento presentava alcune interessanti caratteristiche. L’area comprendeva anche la zona con i laghetti destinata a “VS” ovvero “Verde Servizi”. Altre aree a “Verde Servizi” erano l’isola a valle della centrale idroelettrica e la penisola all’estremo sud della manifestazione. Nelle direttive e prescrizioni era previsto fosse realizzato un percorso pubblico di carattere naturalistico lungo la diramazione del fiume Fibbio e naturalmente era indicato che doveva essere tenuta in considerazione la tutela del sistema dei fossi, dei canali e delle risorgive e usate tecniche di progettazione sostenibili e non invasive. Era previsto che la centrale idroelettrica, nel frattempo acquisita dalla ditta Lucense, fosse sistemata per AGSM e per usi culturali pubblici. 

Il piano approvato dal Comune di Verona con delibera n. 91 del 23 dicembre 2011 contiene anche l’intervento nell’area ex Sapel, ma l’iter autorizzativo non viene portato a compimento e la scheda decade per rinuncia (Delibera n. 291/2015).

Ritornando al presente, secondo quanto dichiarato dai proprietari dell’area e riportato sui quotidiani locali, l’attuale tentativo di recupero e rigenerazione urbana potrebbe essere quello giusto, infatti il confronto con l’Amministrazione comunale è già partito con colloqui preliminari e sopralluoghi ancora prima della presentazione del progetto.

Montorio attende gli sviluppi con grande attenzione e si chiede per quale motivo le aree dei laghetti siano questa volta escluse. Proprio su questa parte di territorio di pregio nei precedenti progetti erano previsti interessanti funzioni pubbliche. Cosa ne sarà di questi laghetti? 

Le associazioni impegnate nella valorizzazione e tutela del territorio chiedono che vi sia un coinvolgimento diretto nelle fasi di progettazione, solo così si realizza un’armonizzazione tra interesse pubblico e privato. Attendiamo fiduciosi. 

Associazione montorioveronese.it

Comitato Fossi di Montorio

Mappa con ambito d’intervento 2020 con esclusione dei laghetti

Mappa scheda a norma progetto 2011con inclusione dei laghetti

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