Fantasmi a Montorio 11 – Di qua del Camposanto


La processione

Articolo pubblicato il 25 maggio 2014 – Aggiornato il 2 gennaio 2021

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Di quà del Camposanto

Il nucleo di Olivé, per i montoriesi di una volta, era situato sulla salita da cui partiva la strada del Cimitero, ora chiusa e risistemata.
La “nuova” strada del Cimitero è quella costellata di pini che parte da vicino la Chiesa Vecchia.
Da Olivé e verso Olivé un tempo si camminava insieme, per seguire e celebrare le nascite, i matrimoni e i destini ultimi dei montoriesi.
E ci si preparava per le attesissime feste.

La Processione

Partiva accompagnata dai montoriesi organizzati a gruppi, e si incamminava lungo tutto l’abitato e le sue chiese.
La Processione era uno degli avvenimenti più importanti, e scandiva il tempo dei giovani e dei vecchi. Bisognava avere il vestito giusto, svolgere il proprio ruolo con devozione e partecipazione.
Il Corpus Domini del 1958, mentre gira alla curva di Olivè, appare sulla odierna via dei Cipressi, più trafficata e molto meno pedonale di allora.
Ma loro, proprio da lì, ci guardano e salutano, da quel luminoso 15 giugno di festa.

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La strada dell’arco di pietra
 
Di qua e di là del grande Olmo, Montorio è sempre stata divisa in due: l’abitato a monte e quello a valle del Progno.
E sulla Pontara, il punto più alto della salita dell’Olmo, Montorio si unisce e da sempre si univa.
Tutte le vie convergono al Ponte dell’Olmo, testimone immemore del transito e passaggio dei montoriesi di tutte le generazioni, nessuno escluso.
 
Il Ponte sopra Tre secoli
 
Le fondamenta del ponte originario, vecchie come Montorio, hanno sostenuto nel tempo diverse strutture, solide o precarie a seconda delle piene del Progno Squaranto.
Sopra al ponte di pietra settecentesco, fu costruita la campata di quello austriaco, che ne innalzò il livello stradale. La gobba della Pontara.
Dopo un rinforzo  e una ristrutturazione nel 1900, quando già era chiaro che il ponte andava rifatto in quanto troppo piccolo e stretto, la disastrosa piena del 1934 si portò via gli argini dalle due parti, e costrinse i montoriesi a pensare a una nuova e definitiva sistemazione.
Nel 1936 tutto l’insieme di pietre e strutture fu smantellato, il livello del terreno ribassato di un metro e mezzo. Il Progno fu allargato, raddoppiando la campata del ponte.
La distesa della Mandria venne spianata e la zona cambiò per sempre aspetto.
E oggi è la vecchia Chiesetta, rimasta al suo livello originario assieme all’Olmo, a ricordarci quanto alto passava il Ponte dei Tre secoli.

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