Roberto Mieli è figlio di Fatina Piazza Sed scampata al rastrellamento nel ghetto ebraico di Roma il 16 ottobre 1943.
La mamma Grazia Calò con le altre due figlie, sorelle di Fatina, Consola Piazza Sed di 6 anni e Leda Piazza Sed di 4 anni vengono catturate e trasferite dopo varie peripezie a Verona e per un periodo nel campo di transito di Montorio. Durante questo periodo Grazia riesce a scrivere alcune lettere e cartoline al marito.
Roberto in occasione della Giornata della Memoria 2021 ha pubblicato le lettere gelosamente custodite dalla madre Farina.
Ecco di seguito il testo del post di Roberto Mieli e la lettera di Grazia Calò scritta il 20 aprile 1944.
Come tutti gli anni ci tengo a ricordare anche la memoria dei miei cari scomparsi durante la Shoah. Anche quest’anno voglio ricordarle per mezzo di alcune lettere, le quali furono scritte da mia nonna e dalle mie zie dal campo di prigionia di Verona, prima del trasferimento ad Auschwitz, dal quale non fecero più ritorno. Furono arrestate durante i rastrellamenti del ghetto di Roma insieme ad altre 1.259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine. Furono deportate a causa delle leggi razziali vigenti in quel periodo. Quelle infami leggi razziali volute da Mussolini, per una becera alleanza con Hitler, durante la seconda guerra mondiale. A causa della deportazione, con conseguente uccisione di mia nonna e le mie due zie, mio nonno Cesare, rimase solo con l’unica figlia rimasta, mia madre, Fatina. Mia nonna era: Grazia Calò, figlia di Prospero Calò e Consola Terracina, nata in Italia, a Roma il 20 luglio 1904. Coniugata con Cesare Piazza Sed, fu uccisa a soli 40 anni
Le mie zie erano: Consola Piazza Sed, figlia di Cesare Piazza Sed e Grazia Calò, nata in Italia a Roma il 5 marzo 1938, fu uccisa a soli 6 anni
Leda Piazza Sed, figlia di Cesare Piazza Sed e Grazia Calò, nata in Italia a Roma il 17 agosto 1940, fu uccisa a soli 4 anni