La Piazza della Fontana
Articolo pubblicato il 28 maggio 2014 – Aggiornato il 3 febbraio 2021

Un tempo vi era la Domus romana che controllava il passaggio da e per Verona, poi la serie di strutture riedificate nei secoli diede spazio a una grande piazza, attorno alla quale sarebbe nato il quartiere dal XIX e XX secolo: quella oggi nota come la Piazza Buccari.
E l’acqua che fece la ricchezza di quel luogo, venne riportata al centro, e fatta zampillare dalle fontane che, nei tanti rifacimenti successivi, hanno sempre caratterizzato il cuore di Montorio a valle del Progno.
Elefanti a Montorio
I bambini e ragazzi che giocavano in Piazza, trovavano sempre mille modi per divertirsi attorno e dentro la grande fontana.
E quando avevano sete, tutti in coda alla fontanella, con la sua acqua sempre fresca e limpida.
Quel giorno del 1975 però, mentre il Circo stava mettendo il tendone in Prateria, si ritrovarono un compagno straordinario e inatteso!
Dove altro poteva andare, infatti, un ospite come lui, se non a visitare la Piazza e dissetarsi come noi?

La strada dell’arco di pietra
Di qua e di là del grande Olmo, Montorio è sempre stata divisa in due: l’abitato a monte e quello a valle del Progno.
E sulla Pontara, il punto più alto della salita dell’Olmo, Montorio si unisce e da sempre si univa.
Tutte le vie convergono al Ponte dell’Olmo, testimone immemore del transito e passaggio dei montoriesi di tutte le generazioni, nessuno escluso.
Il Ponte sopra Tre secoli
Le fondamenta del ponte originario, vecchie come Montorio, hanno sostenuto nel tempo diverse strutture, solide o precarie a seconda delle piene del Progno Squaranto.
Sopra al ponte di pietra settecentesco, fu costruita la campata di quello austriaco, che ne innalzò il livello stradale. La gobba della Pontara.
Dopo un rinforzo e una ristrutturazione nel 1900, quando già era chiaro che il ponte andava rifatto in quanto troppo piccolo e stretto, la disastrosa piena del 1934 si portò via gli argini dalle due parti, e costrinse i montoriesi a pensare a una nuova e definitiva sistemazione.
Nel 1936 tutto l’insieme di pietre e strutture fu smantellato, il livello del terreno ribassato di un metro e mezzo. Il Progno fu allargato, raddoppiando la campata del ponte.
La distesa della Mandria venne spianata e la zona cambiò per sempre aspetto.
E oggi è la vecchia Chiesetta, rimasta al suo livello originario assieme all’Olmo, a ricordarci quanto alto passava il Ponte dei Tre secoli.
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