Progetto di valorizzazione del campo di concentramento di Montorio
Nei giorni scorsi è stato fatto un sopralluogo presso il campo di concentramento di Montorio, a cui hanno partecipato rappresentanti dell’Associazione Figli della Shoah e Comunità Ebraica di Verona, dell’Associazione montorioveronese.it e della ditta, che eseguirà i lavori, per il progetto di valorizzazione dell’edificio che è stato utilizzato, durante la seconda guerra mondiale, come luogo di detenzione di ebrei, di prigionieri politici e familiari dei renitenti alla leva.
La memoria storica recuperata visivamente, attraverso testimonianze di luoghi, come il campo di concentramento di Montorio, in cui si sono compiute tragedie per le attuazioni delle leggi razziste del 1938-1945 e l’opposizione al regime dittatoriale fascista è un elemento fondamentale per la conoscenza della storia.
L’Associazione Figli della Shoah e Comunità Ebraica di Verona in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale montorioveronese.it, i cui soci ricercatori hanno individuato l’edificio e realizzato la ricerca che ha ricostruito le vicende delle persone imprigionate nell’edificio, intende valorizzare questo luogo unico nella provincia di Verona e inserirlo in un percorso della memoria e renderlo visitabile alle scuole del territorio e alla cittadinanza.
Attraverso i finanziamenti previsti dalla legge regionale 3 febbraio 2020, n.5, art.4 è programmato un intervento tramite una cooperativa attrezzata per la manutenzione della campagna, giardini, arredo urbano ed altre attività sociali, con mezzi ed attrezzature adeguate al lavoro di recupero e riqualificazione del sito.
Questo intervento è finalizzato allo sfalcio della vegetazione infestante, che attualmente ricopre gran parte dell’edificio, alla messa in sicurezza tramite l’apposizione di una rete che circonda l’edificio in questo momento pericolante e la riqualificazione del luogo con apposita cartellonistica informativa per memoria storica rivolta soprattutto alle nuove generazioni.
Il casolare identificato come “Colombara-infrastruttura D.A.T. n. 416”, ubicato a nord-est di Verona, a breve distanza dalla città, nella campagna tra le frazioni di San Michele Extra e di Montorio, ora in avanzato stato di degrado, fu edificato durante il secondo conflitto mondiale in prossimità della Caserma ora denominata “G. Duca”, come presidio militare per la Difesa Aerea Territoriale e comprendeva una limitata porzione di terreno estesa in direzione sud, dove in origine erano posizionate, su piattaforme in calcestruzzo, le batterie di cannoni antiaerei.
Nel 1944, l’edificio, dismessa la funzione originaria per ragioni tattiche (la posizione non era sufficientemente efficace per il contrasto alle incursioni aeree dei bombardieri alleati), fu individuato come campo di concentramento per ebrei, in ottemperanza alle ordinanze e circolari promulgate dalla Repubblica Sociale Italiana, emanate in continuità con i precedenti provvedimenti legislativi e amministrativi dello Stato italiano, originati dalla Legge n° 1024 del 13 luglio 1939-:XVII “Norme integrative del Regio decreto-legge 17 novembre 1938-XVI, n. 1728, sulla difesa della razza italiana”, e fu sottoposto alla direzione del Comando del 40° Battaglione Mobile della Guardia Nazionale Repubblicana.
Nel medesimo anno, verso la fine di aprile, un gruppo di una sessantina di persone, ebrei rastrellati a Roma, che in precedenza erano stati sistemati in una caserma militare nel centro storico di Verona, fu spostato in questa struttura; qui rimasero fino alla consegna alle S.S. tedesche, avvenuta a metà maggio, che, sotto il comando del tenente Eisenkolb, attuarono il loro trasferimento al campo di Fossoli (Modena) e da lì ad Auschwitz.
Successivamente la Colombara divenne luogo di detenzione e di tortura di donne e uomini, sospetti oppositori politici e familiari dei renitenti alla leva: alcuni furono sottoposti a tortura e un giovane fu ucciso. Pubblicazioni, documentazione e testimonianze di sopravvissuti e testimoni hanno reso
l’immobile un luogo di memoria di tali eventi e vissuti, come documenta anche l’interrogazione in Senato al Ministro dell’Economia e delle Finanze (seduta n. 140 del 31 luglio 2019, atto n.3 – 01101) sottoscritta, tra gli altri firmatari, anche dalla Sen. Liliana Segre e che ha ad oggetto la cessione dell’immobile dal
Demanio militare a quello civile con D.M. del 12/12/1984 e il suo inserimento dall’Agenzia del Demanio statale nel Piano straordinario di dismissioni per il biennio 2019-2021 (D.M. 28 giugno 2019 Ministero dell’economia e delle finanze).
Con Provvedimento del 23 marzo 2020, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza ha dichiarato l’avvio del procedimento per la dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante di cui al D.Lgs. 42/04 recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio” relativamente al Campo di Concentramento di Montorio (“DAT Colombara”).
Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Commissione Regionale per il Patrimonio Regionale del Veneto con deliberazione 22 luglio 2020 ha dichiarato interesse culturale particolarmente importante, ai sensi dell’articolo 10, comma 3, lett. d), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 dell’immobile Colombara – Infrastruttura D.A.T. n. 416 e come tale sottoposto a tutte le disposizioni in esso contenute.
davvero un lavoro encomiabile