Il Film Festival della Lessinia è un concorso internazionale per lungometraggi, cortometraggi, documentari e film d’animazione dedicati alla vita, alla storia e alle tradizioni di montagna. Di come procede l’organizzazione della 27.ma edizione ed altro ne abbiamo parlato con il Presidente Roberto Buttura.
Il Film Festival della Lessinia (FFL) è, in Italia, l’unico concorso cinematografico internazionale esclusivamente dedicato alla produzione di materiale multimediale riguardante la vita, la storia e le tradizioni delle popolazioni montane. Nato nel 1995, su iniziativa dell’Associazione Curatorium Cimbricum Veronense, come rassegna videografica dedicata alle montagne veronesi, il Film Festival ha via via allargato il suo interesse alle montagne di tutto il mondo, escludendo per regolamento le opere dedicate allo sport e all’alpinismo.
Si tiene ogni anno presso la sede stabile del teatro “Vittoria” di Bosco Chiesanuova, a Verona, alla fine di agosto e dura nove giornate. Il direttore artistico del festival dal 1997 è Alessandro Anderloni, mentre il presidente è Roberto Buttura, che nel novembre 2020 ha avvicendato il compianto Giancarlo Corradi.
La 27.ma edizione del Film Festival della Lessinia si terrà dal vivo al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova (VR) dal 20 al 29 agosto 2021 il Direttore artistico del festival è dal 1997 Alessandro Anderloni, mentre il Presidente è Roberto Buttura, che nel novembre 2020 ha avvicendato il compianto Giancarlo Corradi. Il programma è disponibile online al sito www.ffdl.it oppure presso l’Ufficio Turistico IAT Lessinia a Bosco Chiesanuova.
Il concorso cinematografico di respiro internazionale dedicato a vita, storia, tradizioni in montagna «(…) sta percorrendo un tratto in salita, forse il più duro della storia del Festival (…)», come si legge nella “Lettera agli Amici del Festival” a firma del Presidente, un vero e proprio grido alla raccolta, condivisione e sostegno al progetto del FFL.
Il team del Film Festival della Lessinia sta infatti lavorando affinchè questo tempo segnato dalla pandemia, dalla chiusura dei cinema, dall’incertezza sul futuro non abbia conseguenze difficili da rimarginare e per scongiurarlo, oggi più che mai, c’è bisogno anche della vicinanza e del sostegno di tutti, cittadini e cittadine, associazioni e aziende.
Accanto agli enti e agli sponsor che sostengono la manifestazione, da qualche anno ci sono gli “Amici del Festival”, un gruppo spontaneo di persone, non riunito in associazione, che liberamente sceglie di dare il proprio contributo al Festival. Un circolo di “mecenati”, uniti dall’amore per il cinema e per la montagna, che decidono di sostenere il Film Festival della Lessinia con una donazione liberale annuale.
Si diventa “Amici del Festival” versando l’importo di € 100,00 (o superiore) tramite bonifico all’IBAN: IT80R 08011 89220 000025100123 intestato a Film Festival della Lessinia indicando la causale “Donazione liberale Amici del Festival” seguita dal nome e dal cognome di ciascun aderente “Amico” o “Amica” il Festival metterà a disposizione:
• un abbonamento gratuito alla “Sala Virtuale” del Festival sulla piattaforma on line;
• un gadget esclusivo dell’edizione;
• l’invito alla cerimonia di chiusura dell’edizione annuale del Festival;
• un incontro conviviale annuale;
• l’inserimento nella newsletter degli “Amici del Festival” con aggiornamenti e anticipazioni e con invito ad appuntamenti esclusivi.
E’ importante inviare la conferma di avvenuto pagamento tramite email all’indirizzo amicidelfestival@ffdl.it.
Per capire come procede l’organizzazione della 27.ma edizione del FFL e delle difficoltà emergenti abbiamo intervistato il Presidente Roberto Buttura.
Buongiorno Roberto, come illustreresti il “Film Festival della Lessinia” ad una persona che non lo conosce?
«La risposta più semplice che avrei potuto dare fino all’edizione 2019 sarebbe stata: “Se ti piacciono il cinema e la montagna vieni a Bosco Chiesanuova nella penultima settimana di agosto. Prendi una camera, un appartamento e goditi la Lessinia e il suo Film Festival, all’interno del quale puoi vedere film (corti, lunghi, documentari, ecc.), partecipare ad escursioni guidate e a convegni sui temi più diversi, chiacchierare e bere un caffè insieme ai registi, portare i bambini alla parte della manifestazione esclusivamente dedicata a loro con giochi, laboratori e film d’animazione, assistere a concerti dal vivo, ristorarti presso l’Osteria del Festival”. Poi è arrivato il Covid che ci ha messo in difficoltà ma non ci ha domati».Cosa significa per te essere Presidente di un Festival così importante?
«Una mia grande passione è sempre stato il cinema e al suo interno i film che raccontano storie capaci di illustrare “il senso della vita” che in montagna o, in senso lato, in periferia, trova molte più possibilità di esprimersi, non necessariamente attraverso un messaggio o una morale. Da questo punto di vista il Film Festival della Lessinia esprime una programmazione di grandissima qualità. Detto questo, dopo aver trascorso con piena soddisfazione tanti anni da spettatore, improvvisamente, per un evento infausto quale la scomparsa del bravissimo presidente Giancarlo Corradi, e con mia grande sorpresa, mi è stata domandata la disponibilità a sostituirlo. Un po’ di riflessione e poi ho detto volentieri di sì. La vita mi ha dato tanto e mi pare giusto restituire in termini di volontariato una parte di quanto ho avuto».
Quali sono i vantaggi nel realizzare il Film Festival proprio nel cuore dell’altopiano della Lessinia?
«Capovolgerei la domanda: che vantaggi porta il Film Festival alla Lessinia? Intanto di dare ulteriore visibilità ad un magnifico altopiano che non è finora valorizzato come si potrebbe, avendo la fortuna di essere da trent’anni Parco Naturale protetto. La Lessinia con il suo andamento dolce, senza strappi, si presta ad un turismo lento che sta avendo sempre più affezionati cultori. È un po’ come le pellicole proiettate al Film Festival. Ci sarebbe bisogno di una maggior cura delle splendide contrade, di cui molte sono sull’orlo della rovina, migliorare le telecomunicazioni piuttosto carenti. Anziché osteggiare il Parco, esso dovrebbe servire come leva per la salvaguardia di un ambiente che potrebbe attrarre tante persone e che, tra l’altro, potrebbe essere motore di fiorenti attività economiche. Ecco: ragionare e operare in sinergia per tutelare la Lessinia significa ragionare e operare per il futuro e il Film Festival questo fa».
Come è cambiato in 27 anni questo Festival?
«Ideato nel 1995 dalla fervida mente dell’amico Piero Piazzola, allora Presidente del Curatorium Cimbricum Veronense, e di Mario Pigozzi, come vetrina itinerante per cineasti amatoriali prevalentemente della nostra provincia innamorati della Lessinia, il Festival in breve tempo si è trasformato in quello che è oggi: una vetrina della e sulla montagna e della e sulla sua quotidianità. Il merito di ciò è di Alessandro Anderloni, poliedrico artista e nel contempo sagace organizzatore, che è riuscito a riunire una squadra di giovani locali e non solo appassionati, bravi, competenti, dando alla manifestazione una straordinaria credibilità. Il Festival è diventato oggi un importante patrimonio della Lessinia. L’obiettivo è di tutelarlo per il futuro aumentando la sua solidità in termini di organizzazione e di gestione, tessendo e ritessendo rapporti con le comunità, con gli enti, con tutte le persone, e sono tantissime, che ne apprezzano lo spirito, accorrendo ad affollare le sale del Teatro Vittoria e degli altri luoghi di incontro. Il sogno? Che tra trenta, quaranta, cinquant’anni e più il Festival sia ancora vivo».
La pandemia e le nuove tecnologie come influenzeranno il Film Festival?
«L’edizione 2020, in conseguenza delle drammatiche vicende del Covid, è stata ridimensionata per quanto riguarda le manifestazioni collegate al Festival ma rimane tuttavia importantissima, per avere avuto il coraggio di realizzarla (e non era scontato), per essere stata una delle più elevate dal punto di vista della qualità complessiva dei film e per avere allargato il Festival alle proiezioni via internet, un’opzione che diventerà stabile, pur restando immutata la convinzione che il Festival è nella piazza e nel teatro e ciò va non solo preservato ma dotato di nuove opportunità di incontro. In margine al Festival 2020 Alessandro Anderloni affermava giustamente: ‘Il Film Festival della Lessinia è stato un antidoto culturale. Finita la quarantena per il Covid-19 avevamo bisogno di incontrarci di nuovo, avevamo bisogno di festival. Perché non si muore solo di Coronavirus, ma pure di opportunità sociali e culturali che si spengono. In questo i festival sono un vaccino. L’abbiamo potuto vedere dagli sguardi che sono tornati a illuminarsi sopra le mascherine: espressione di una libertà di pensiero e critica di cui ci dobbiamo riappropriare… per tornare a sperare’. Parole sacrosante, da riconfermare totalmente».
Come possono le persone amanti della Lessinia e del Film Festival contribuire per aiutare questa iniziativa?
«Qualche anno fa era stata attivata una iniziativa: gli “Amici del Festival”. L’idea era di costituire una “comunità” di sostenitori-mecenati del Festival, non solo persone ma enti, esercenti, aziende, ecc. Da poco tempo l’abbiamo rilanciata e la risposta degli “Amici” non si è fatta attendere ed è stata di partecipazione ed affetto. A loro va il nostro “Grazie di cuore”, da estendere in particolare a due Associazioni del mio paese, montorioveronese.it e Comitato dei Fossi di Montorio, che hanno ritenuto di diventare esse stesse “Amiche”. Se altri, dopo aver letto la lettera allegata, volessero unirsi, saremmo onorati di avere anche loro tra noi».
L’Associazione montorioveronese.it, insieme ai propri Soci, sostiene il Film Festival della Lessinia perchè convintamente convinta che “C’è un destino che ci rende fratelli: nessuno va per la sua strada da solo. Tutto ciò che facciamo nella vita degli altri, ritorna nella nostra” (Edwin Markham).
Alberto Speciale