Disponibile nelle cartolerie di Montorio il volume di Vincenzo Turturro
Scritto, disegnato e colorato da Vincenzo Turturro, “Liberati” racconta le vicende degli abitanti di Montorio durante gli ultimi duri anni della II Guerra Mondiale e lo fa con gli occhi di chi l’occupazione l’ha vissuta nei momenti più terribili del XX secolo, attraverso le vicende che coinvolgono due ragazzi: la realizzazione dei sogni di questi giovani diventa difficile se non irrealizzabile nel piccolo paese del Nord Italia investito dagli eventi di guerra.”

Chi è Vincenzo Turturro?
Vincenzo Turturro nasce a Bari il 28 gennaio 1969 e anche se segue un indirizzo scolastico ben diverso, coltiva fin da giovane la passione per il disegno e per il mondo dei fumetti. Si stabilisce a Verona nella zona est della città nel 1997 e si avvicina al mondo dell’illustrazione dei libri per ragazzi dando vita ad alcuni interessanti progetti.
Come nasce l’idea del fumetto sulla guerra?
Essendo appassionato di storia e particolarmente sensibile agli eventi della seconda guerra mondiale, per molto tempo ho inseguito l’idea di realizzare una storia che narrasse questi eventi. La svolta avviene con la lettura del libro “26 Aprile 1945”. Gli autori di questo libro hanno fatto un lavoro di ricerca incredibile raccogliendo tante testimonianze molto utili per la sceneggiatura di un fumetto per ragazzi. Vivendo vicino a Montorio ho avuto modi di trarre ispirazione per il fumetto recandomi nei luoghi in cui le vicende sono accadute, conoscendo gli autori del libro e alcuni testimoni. A questo prezioso materiale si è aggiunto anche un lavoro di ricerca degli eventi accaduti nella città di Verona nello stesso periodo. La caratteristica fondamentale della storia è che i protagonisti sono persone comuni che in qualche modo cercano di sopravvivere agli eventi facendo, talvolta in modo inconsapevole, gesti di elevata eroicità.
Come si sviluppa il racconto?
La linea narrativa segue gli eventi storici fondamentali. Partendo dall’8 settembre 1943 fino al drammatico eccidio del 26 aprile 1945, si ripercorrono gli eventi, anche quelli poco conosciuti che hanno vissuto gli abitanti di Montorio, insieme ad accadimenti noti come la deportazione dei soldati italiani, i bombardamenti, la deportazione degli ebrei e le azioni partigiane famose (come quelle di Rita Rosani) fino ad arrivare all’epilogo con l’eccidio. Considerata la mole di eventi da raccontare il progetto necessariamente viene diviso in diversi episodi.
Chi sono i protagonisti del fumetto?
I personaggi principali sono Giulio e Lea, due ragazzi (frutto della fantasia dell’autore) che vivono la loro storia d’amore nelle difficoltà del momento senza perdere mai la speranza di poter realizzare i loro sogni. Intorno a loro si sviluppano le vicende della guerra realmente accadute. Giulio uno studente che inevitabilmente non riesce a seguire gli studi e Lea una giovane operaia che ha il sogno di creare una famiglia. Il loro istinto di sopravvivere a quello che gli accade intorno inevitabilmente è motivo di contrasto ma alla fine l’amore vince sempre seppure in forme diverse.
Quali sono le finalità del fumetto?
Il tempo inevitabilmente porta via la voce delle testimonianze di quel tempo. Gli eventi accaduti in quegli anni sono importanti e non vanno dimenticati altrimenti si rischia di perdere la propria identità territoriale. Non sappiamo se questo servirà a non far ripetere quello che è successo, ma l’intento è quello di tenere vivo il ricordo e seminare nella coscienza della nuova generazione lo spirito che i ragazzi di allora avevano indipendentemente dal loro credo politico.
Hai incontrato difficoltà nella realizzazione?
Le difficoltà maggiori sono quelle legate alla ricerca dei luoghi e costumi dell’epoca. Questo ha richiesto diversi mesi (se non anni) di visualizzazione di immagini, foto, film e materiale originale messo a disposizione da appassionati oppure recuperato sul web.
Quali tecniche hai usato?
La tecnica utilizzata è quella tradizionale. Acquerelli e matite colorate con un minimo di inchiostro. Poi la rifinitura e pulitura con il digitale. Anche il lettering è fatto digitalmente. Chiaramente l’utilizzo di un procedimento così lento è voluto. L’empatia coi luoghi e personaggi rappresentati acquista maggiore forza se lo spirito che ne scaturisce parte dall’occhio attraversa il cuore e poi si finalizza con la mano.
Dove nasce il tuo interesse per il fumetto?
In giovane età ho letto tanti “Marvel” dove l’esaltazione dell’eroe è enfatizzata, in linea con il “machismo” americano. Contemporaneamente ho vissuto la nascita dei cartoons giapponesi (Goldrake, Mazinga, Candy Candy, e tanti altri). All’epoca la televisione della famiglia era in bianco e nero e grazie all’aiuto dei miei compagni di classe riuscivo a riprodurli a colori. Il gradimento da parte loro era assicurato. Con il passare del tempo, maturando, ho approfondito gli stili e le tecniche degli autori di fumetti italiani come Sergio Toppi, Hugo Pratt, Milo Manara. Alcuni autori che attualmente apprezzo sono Gipi, Francesco Barbieri, Enrico Simonato, Paolo Grella, Emanuele Taglietti, Moreno Chiacchiera.
E dove nasce invece il tuo interesse per il periodo storico della seconda guerra mondiale?
Durante gli anni della scuola, per mancanza di tempo lo studio del secondo conflitto l’ho affrontato ma senza poter dedicare l’attenzione che merita. Di seguito ho avuto modo di approfondirlo, anche attraverso specifiche trasmissioni e canali televisivi dedicati alla storia. Documentari e film mi hanno aiutato a chiarire i dubbi che avevo sulle vicende del tempo, sulle cause e sugli gli effetti degli accadimenti politici e storici che hanno innescato il conflitto. Infine l’olocausto. Le testimonianze di personaggi come Gino Spiazzi, Liliana Segre, Nedo Fiano, Sami Modiano, Ennio Trivellin hanno segnato la coscienza in modo indelebile facendo conoscere il punto più oscuro e terribile della civiltà umana.
A chi dedichi questa opera?
E’ il mio regalo per città di Verona. Città ospitale e accogliente così come lo è la sua bellezza. E questo lo si deve alla brava gente che si sforza di conservare la pace.
