La storia del nome Redinani
di Sara Bernardi
Il vero “Re dei Nani” era il nonno del gelataio; doveva il suo soprannome al fatto di aver combattuto sotto il regno austro-ungarico, di cui era un suddito.
Al termine di una battaglia aveva fatto sua la giacca abbandonata di qualche ufficiale e con quella si era presentato a casa. L’eleganza della giacca che indossava e la sua statura lo avevano fatto immediatamente considerare (ironicamente) il sovrano delle persone piccole.
Ruggero, il gelataio della foto, aveva ereditato il “titolo onorifico”, così come noi bisnipoti. Quante volte, suonando un campanello e rispondendo alla domanda “Chi è?”, se dicevo il mio cognome il cancello rimaneva chiuso, mentre si apriva immediatamente se rispondevo “Redinani”…
Il gelataio Ruggero, fin da bambino collaborava con la famiglia, vendendo il gelato nelle varie sagre della provincia con il suo papà. Una delle più importanti era quella di Madonna di Campagna. Ciascuno di loro girava col proprio carrettino, a forma di gondola.
Chiaramente si rientrava a casa a tarda sera e per questo capitava che il giorno seguente Ruggero si addormentasse sul banco di scuola, come sta scritto sulla sua pagella!
Poichè questo lavoro è chiaramente stagionale, negli altri periodi si doveva procurarsi un guadagno in altri modi; uno di questi era la vendita delle olive messe in composta; ricetta portata tuttora avanti da un familiare.
Tempo fa mi erano capitate tra le mani gli attrezzi originali che servivano a fare le palline di gelato: ho provato una commossa tenerezza per le minuscole misure. Una aveva le dimensioni di una ciliegia, una di una piccola albicocca… questo rivela pur qualche cosa dell’economia di quegli anni…
Nella foto sulla destra Ruggero Redinani