Emilia: all’età di 7 anni alla filanda


Mani piccole indispensabili per la produzione della seta

dal racconto di Fernanda Orlandi nipote di Emilia

Emilia Venturi nasce nel 1882 alle basse di San Michele. È l’anno della terribile inondazione dell’Adige a Verona, una delle più devastanti piene del fiume che causò danni e vittime. La famiglia di Emilia abitava alle basse di San Michele Extra e in seguito all’evento e ai danni subiti si trasferì a Montorio, in via delle Logge in corte “dal Tote”

Emilia all’età di 7 anni cominciò a lavorare alla Filanda Turri in via Laghetto Squarà. Le bambine erano molto ricercate dall’azienda perché con le loro piccole mani riuscivano a togliere tutta la seta al bozzolo immerso nell’acqua molto calda.

Vista la giovane età ad Emilia era concesso il permesso di poter frequentare il catechismo durante l’orario di lavoro.

Nella lavorazione della seta la fase di ricavare il filo di seta dal dipanamento del bozzolo si chiama trattura.  Una leggenda cinese narra che a scoprire il segreto per dipanare la seta fu l’imperatrice adolescente  Xi Ling Shi nel 3000 a.C. Casualmente mentre beveva il tè caldo un bozzolo cadde nella sua tazza e osservandolo si accorse che dissolvendosi grazie al calore dava origine ad un filo lunghissimo.

In questa fase di lavorazione prima di procedere con la torcitura ovvero con la produzione del filato, i bozzoli vengono immersi nell’acqua calda (70° – 90°) per dipanare il filamento. Prima, attraverso la maceratura, ovvero l’ammollo, viene ammorbidita la sericina, la sostanza gommosa che funge da collante per il bozzolo. Poi, con la spelaiatura il bozzolo viene strofinato con uno spazzolino per liberare il capofilo e infine, durante la trattura vera e propria, si dipana il filo continuo dal bozzolo. Per fare un filato di seta per tessitura è necessario unire il filo di almeno 6-7 bozzoli, che grazie alla sericina rimangono coesi assieme durante la trattura.

Foto di gruppo degli operai della filanda Turri a Montorio nel 1915

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