Archivi ecclesiastici veronesi in rete. Il progetto montoriese presentato al convegno al Seminario maggiore
La Diocesi di Verona nel 2017 è partita con un imponente progetto di inventariazione e informatizzazione durato tre anni, col sostegno di Fondazione Cariverona denominato “Memoria e trasmissione. Archivi ecclesiastici veronesi in rete”.
Il progetto si è concentrato essenzialmente su due tematiche:
- Valorizzazione e divulgazione on-line dell’ingente patrimonio documentale presente nell’Archivio Storico Diocesano mediante l’adesione al progetto nazionale di inventariazione archivistica della Conferenza Episcopale Italiana denominato CEIAr;
- Censimento degli archivi parrocchiali della Diocesi di Verona
Nell’ambito di questo progetto l’Associazione montorioveronese.it, in collaborazione con la Parrocchia di Montorio e con la supervisione dell’Ufficio Beni Culturali e dell’archivista Matteo Savoldi della Diocesi di Verona ha prodotto l’inventario dell’Archivio della Pieve di Santa Maria Assunta.
Le referenti principali del progetto, Elisabetta Albrigi e Marta Morbioli hanno presentato i risultati del lavoro al convegno “Memoria e trasmissione. Archivi ecclesiastici veronesi in rete”. Alla presentazione di sabato scorso sono intervenuti il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti; don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici della Cei; don Francesco Grazian, già cancelliere della diocesano; Matteo Savoldi, archivista responsabile scientifico del progetto “Memoria e trasmissione”.
Tra gli interventi, in apertura quello di Don Valerio Pennasso dell’Ufficio Nazionale per i beni ecclesiastici e l’edilizia di culto. Don Valerio ha ricordato che occorre fare in modo che le comunità sappiano riprendersi in mano la propria storia e la propria contemporaneità e se ne facciano carico, sia come responsabilità ma anche come bellezza e impegno che continua nel tempo. La conservazione del patrimonio è strumento indispensabile, non solo per interpretare l’oggi ma per lo sviluppo umano e la qualità della vita. E’ necessario coinvolgere la comunità affinché le biblioteche e gli archivi diventino luoghi di incontri e piazze del sapere dove le persone possano intessere relazioni e scambiare approfondimenti.
Don Franceco Grazian, cancelliere vescovile dal 2009 al 2019, ha insistito nella necessità di essere coraggiosi e provare a rendere disponibile il patrimonio documentale degli archivi. Quindi non solo custodire ma mettere a disposizione. Don Francesco ha ricordato che se oggi le nostre comunità possiedono degli archivi è perchè nei secoli generazioni di persone si sono impegnate a custodire i documenti. Don Francesco ha inoltre ricordato il valore particolare dell’archivio ecclesiastico, citando il discorso di Paolo VI agli archivisti ecclesiastici, il 26 settembre del 1963: “I nostri brani di carta sono echi e vestigia […] del passaggio del Signore Gesù nel mondo. Ed ecco che, allora, l’avere il culto di queste carte, dei documenti, degli archivi, vuol dire, di riflesso, avere il culto di Cristo, avere il senso della Chiesa, dare a noi stessi, dare a chi verrà la storia del passaggio, del transitus Domini nel mondo”.
Di seguito il video del convegno con gli interventi di Elisabetta Albrigi e Marta Morbioli che hanno illustrato il progetto montoriese come caso caso-studio: “Il punto di vista dell’operatore parrocchiale”.