L’Assessore Segala esprime preoccupazione per la sicurezza dei cittadini. Ancora consumo del suolo
Il richiedente, proprietario unico di un’area edificabile, sita in località Mizzole e sottoposta a tutela paesaggistica, aveva avanzato al Comune di Verona la richiesta di approvazione di un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) finalizzato alla realizzazione di un nuovo insediamento residenziale, denominato “Sant’Eurosia”, inserito nel Piano degli Interventi (PI) approvato dal Consiglio Comunale di Verona nel 2011 e pubblicato nel 2012.
Il PUA doveva portare a compimento quanto previsto dalla Scheda Norma n.127 – ATO 7 del PI, con stipula tra proponente e Amministrazione Comunale di Accordo Pubblico-Privato definitivo (ex art. 6 – L.R. n.11/2004). La scheda norma prevede l’edificazione di 800 mq residenziali, corrispondenti a circa 2400 mc ed è stata approvata dal Consiglio comunale nel 2011
Nel 2014, a seguito dell’adozione della Seconda Variante al PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico) Adige, è stata attribuita all’area interessata dal suddetto PUA, la classificazione di area affetta in parte a pericolosità moderata (P1) e in parte a pericolosità media (P2). Il Comune ha recepito tale variante al PAI con la Variante n. 22 al Piano degli Interventi, approvata con deliberazione del Consiglio Comunale n. 8 del 16.02.2017.
Viste le modifiche normative recepite, l’intervento edilizio non risulta più realizzabile, in quanto gli interventi di trasformazione dell’area non sono compatibili con le previsioni dello stesso PAI. Conseguentemente il Comune di Verona, con nota del 13/06/2019, ha interrotto il procedimento di realizzazione del PUA.
Il soggetto richiedente in seguito ha prodotto una relazione con esame degli aspetti geomorfologici dell’area interessata all’intervento aggiornato con una serie di opere di mitigazione del rischio idrogeologico al fine di rendere compatibile il PUA con la variante PAI. Tali opere generando un aumento del livello di sicurezza idraulica delle aree interessate e previa opportuna verifica finale da parte dell’Autorità di Distretto delle Alpi Orientali, potrebbero consentire un aggiornamento del PAI, ottenendo una diminuzione dell’attuale grado di pericolosità assegnato
Affinché questo procedimento possa trovare una conclusione, le norme prevedono, che il soggetto proponente presenti la propria proposta alla Regione, unitamente alla relativa documentazione e ad una valutazione delle nuove condizioni di pericolosità. Previa istruttoria, la Regione trasmette quindi alla competente Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali una proposta di aggiornamento di piano.
La Regione Veneto ricevuta dal proponente la relazione di aggiornamento del PAI con riduzione del grado di pericolosità idraulica dell’area oggetto di PUA, con Delibera della giunta Regionale n. 529 del 27 aprile 2021 attesta avvenuta regolare istruttoria della pratica. In sostanza la delibera rappresenta la proposta regionale di aggiornamento del Piano da rendere all’Autorità di Distretto. Nell’atto la Giunta Regionale incarica la Direzione Difesa del Suolo dell’esecuzione del provvedimento, ivi compresa la trasmissione dello stesso all’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, alla Provincia di Verona e al Comune di Verona.
La Provincia entro il termine di 45 giorni esprime il proprio parere da inviare all’Autorità distrettuale e alla Regione. Scaduto il tempo il parere si intende reso positivamente. La proposta medesima è stata inviata anche al Comune di Verona, ai fini della affissione all’albo pretorio affinché chiunque abbia un interesse concreto ed attuale possa far pervenire all’amministrazione comunale, entro il termine di 45 giorni dall’affissione del provvedimento, eventuali osservazioni che l’amministrazione dovrà poi trasmettere, unitamente alla relata di avvenuta pubblicazione, all’Autorità distrettuale e alla Regione, nei successivi 15 giorni.
In data 21 settembre 2021 l’Assessore del Comune di Verona Ilaria Segala scrive all’Assessore Regionale
all’Ambiente – Clima – Protezione civile Dissesto idrogeologico Giampaolo Bottacin, esprimendo “preoccupazione circa il possibile accoglimento da parte della Regione della proposta di aggiornamento del PAI”
L’Assessore Segala sottolinea che Mizzole è un’area fragile dal punto di vista idrogeologico, come si rileva dal PAI e continua: “la mia preoccupazione, oltre all’impatto paesaggistico, vista la contiguità con la cinquecentesca Villa Beretta, è rivolta alla sicurezza dei cittadini, tenuto in considerazione che la Variante n. 2 al PAI, approvata nel 2015, ha classificato tali aree con pericolosità idraulica più elevata, e tenuto altresì conto dei fenomeni meteorici sempre più imprevedibili ed eccezionali. Ho riserve anche sulla proposta progettuale di un parcheggio pubblico a standard a terrazzamenti e che fungerebbe la scolo delle acque. Ritengo quindi che non debba essere ridotto il livello di rischio idraulico, al fine di non mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e dover ricorrere ai ripari in futuro.”
In conclusione della nota Ilaria Segala esprime rammarico anche per il consumo del suolo: “Consapevole inoltre del percorso che la Regione Veneto sta intraprendendo per la diminuzione del consumo di suolo rilevo da ultimo che diverso sarebbe stato il caso di un insediamento residenziale o industriale esistente da riconvertire ma qui si tratta di una porzione al momento agricola sebbene con una pianificazione residenziale in fieri.”
Si ricorda che le opere di mitigazione previste dell’intervento consistono in un riporto di terreno di circa 5 metri su tre quarti dell’area, ovvero su quasi 4000 mq, sul quale insisteranno le future case e parte dello standard a parcheggio, nella demolizione dell’attuale muro in sasso che delimita a nord la proprietà e segna via sant’Eurosia, strada principale di ingresso alla frazione di Mizzole, fino al capitello di Sant’Eurosia, nella ricostruzione del muro in cemento armato, lasciando un varco di circa 8 metri nella parte più ad ovest verso Villa Beretta, che consentirebbe il deflusso delle acque a sud, attraverso una sorta di scivolo adibito a parcheggio, acque che verrebbero poi raccolte in parte da un fossato di ripartizione delle portate previsto al limite sud dell’ambito e che in parte defluirebbero nel sottostante fondo agricolo appartenente a terzi.