La terza edizione de I Quaderni della Dorsale riserva anche quest’anno molteplici sorprese, che vale la pena di conoscere direttamente dalla voce degli autori, che grazie al loro prezioso impegno e alla loro competenza hanno permesso la realizzazione di questa pubblicazione. Un gruppo che nel corso di questi tre anni è cresciuto e ha saputo condividere con entusiasmo e fiducia questo progetto. Ringraziamo di cuore gli autori già presenti nelle scorse edizioni: Stefano Magrella, Giorgio Chelidonio, Gianmaria Varanini, Gabriele Alloro, Alessandra Scolari, Ornella Ambrosi, Gianluca Franchi, Antonella Fiori e presentiamo con molto orgoglio i nuovi arrivati. Un ricordo e ringraziamento particolare a Luigi Alloro, che rimarrà per sempre un autore dei nostri Quaderni!
Che strade hai percorso nella tua vita?
Ottenuta la maturità classica, mi laureai in Lettere a Padova, perfezionandomi poi con un dottorato. Dopo le prime itineranti esperienze di insegnamento, sono divenuto docente a tempo indeterminato. Ormai da parecchi anni insegno Latino e Greco al Liceo Maffei di Verona. Per me l’insegnamento ha rappresentato un felice approdo professionale ed umano, non saprei pensarmi all’interno di un’altra dimensione.
Perché ti piace scrivere o perché senti l’esigenza di farlo?
Coltivo da sempre la passione per la scrittura. Conclusi gli studi universitari, collaborai per qualche anno con il settimanale diocesano “Verona Fedele” con articoli di cronaca, attualità ed approfondimento. Sul versante scientifico mantenni vivi i miei interessi per la filologia e la letteratura classica, pubblicando un paio di monografie, nonché articoli e recensioni per varie riviste di settore. Accanto a ciò, ma in misura marginale, mi sono occupato di cultura e storia locale.
Che cosa racconti in questa edizione dei “Quaderni”?
Forse non tutti sanno che Giovanni Boccaccio, il grande autore del Trecento, è collegabile al nostro territorio. Una sua opera giovanile e poco nota, il “Filocolo”, presenta un’ambientazione riconducibile in modo convincente alla città di Verona e al suo circondario; nel testo viene citato, ad esempio, un luogo denominato “Montoro” e un castello collocato in una zona elevata e panoramica. Il collegamento non è, in realtà, del tutto nuovo, come chiarisco nel testo, tuttavia svolgo un’operazione di sintesi di alcuni precedenti interventi (datati e di difficile reperimento), cercando di proporre la questione con uno stile scorrevole e divulgativo.
Una frase che ti rappresenta?
Non so se mi rappresenta, in ogni caso mi piace molto: “La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere nulla in cambio”.