Il latte del contadino per la piccola Renata.
Renata Pavoncello nata a Roma il 16 aprile 1943 è figlia di Emma di Veroli. Entrambe fanno parte del gruppo di ebrei romani detenuti prima a Verona Ponte Cittadella e poi nel campo di concentramento di Montorio. Renata è la più piccola del gruppo di prigionieri e compie il suo primo anno proprio nei giorni imminenti il trasferimento dal centro di Verona al casolare nelle campagne di Montorio.
Emma nel lager di Montorio è angosciata: non ha più latte per la piccola Renata. Leone, un giovane di 20 anni, loro conoscente e compagno di sventura non sa come intervenire per aiutare Emma e si sposta nell’area esterna circondata da rete e filo spinato. Oltre la recinzione è presente un vecchio contadino che sta lavorando la terra. Sfruttando la lontananza del milite di guardia Leone chiama l’uomo e gli chiede di poter avere del latte per una bambina piccola in cambio di soldi. Il contadino è molto impaurito e titubante, sospende il lavoro e sparisce tra i campi.
Dopo circa un’ora Leone vede nuovamente il contadino che si avvicina alla recinzione con cautela. Ha in mano una bottiglia di latte. Nel momento più propizio consegna il prezioso liquido a Leone oltre la recinzione, rifiuta i soldi e si allontana trepidante.
Emma può finalmente sfamare la bambina con il latte già bollito e pronto all’uso.
Renata ed Emma vengono uccise entrambe pochi giorni dopo all’arrivo ad Auschwitz.
Fonte informazioni: “La marcia della morte” di Leone Fiorentino
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