Nuova Ordinanza sindacale con azioni per il contenimento dell’inquinamento atmosferico 3


Con l’Ordinanza n. 19 del 16 marzo 2022 il Sindaco di Verona ha emanato ulteriori azioni di base per il contenimento dell’inquinamento atmosferico e misure finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria.


In tema di contrasto all’inquinamento atmosferico il Comune di Verona, con Odinanza sindacale n. 17 del 07 marzo 2022, ha istituito le domeniche ecologiche nelle giornate del 13 – 20 marzo 2022 e del 03 aprile 2022. Inoltre con Determina n. 916 del 10 marzo 2022 del Dirigente della Mobilità e Traffico è stata istituita la gratuità del trasporto pubblico per le date indicate nelle domeniche ecologiche.

Il Comune tuttavia, al fine di integrare i provvedimenti sin qui adottati promuove, attraverso l’Ordinanza n. 19 del 16 marzo, ulteriori misure rivolte al miglioramento della qualità dell’aria ed al contrasto dell’inquinamento locale da PM10, attraverso la seguente azione: a decorrere dalla entrata in vigore del presente provvedimento e fino al 15 aprile 2022, la limitazione della temperatura misurata nei locali interni a massimi 18 gradi, per gli edifici pubblici e privati, e a massimi 16 gradi, per gli edifici industriali ed assimilabili, fatte salve le deroghe nella parte dispositiva, e in ogni caso con lo spegnimento nei giorni di chiusura degli ambienti.

Conseguntemente l’ordinanza sindacale n. 17 del 07 marzo 2022 è annullata oltre il punto n. 1 – primo e secondo paragrafo sezione “OBBLIGO”del provvedimento sindacale n. 122 del 30 settembre 2021.

Alberto Speciale


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3 commenti su “Nuova Ordinanza sindacale con azioni per il contenimento dell’inquinamento atmosferico

  • Carlo S.

    Buona serata Alberto,
    l’articolo non mi è sfuggito, conosco AIEL e col precedente DG, tal Bertone, ho avuto anche dei confronti franchi, come si dice in gergo, quando andava raccontando che il PM da stufe, il rovescio della medaglia, era una balla. Ha provato a convincere anche me, che già avevo avuto tra le mani un contatore di particelle. Ti lascio immaginare. E’ anche stato molto abile ad ammantarsi di verde “usando” Legambiente, che è caduta nel tranello. Acqua passata, spero.
    La Paniz ha girato un po’ il mondo, è più preparata ed infatti propone: “… piccoli-medi impianti centralizzati a biomassa legnosa, di micro e mini-cogenerazione, teleriscaldamento e calore di processo, ma anche sulle moderne stufe che garantiscono alto rendimento, efficienza energetica e basse emissioni di particolato”, che tradotto significa qualcosa di molto diverso, impegnativo dal punto di vista progettuale e realizzativo ed incomparabilmente più costoso delle stufe con installazione e manutenzione fai da te che bruciano nelle case di Montorio o di Avesa e dei camini installati nelle taverne.
    Il Pnrr è cauto con le biomasse, a parer mio a ragione, perché la quadratura del cerchio non è scontata, come AIEL vorrebbe far credere.
    Intendiamoci, niente di tecnicamente irrealizzabile, basta che ci spostiamo 100 km più a nord ed abbiamo esempi di impianti di ogni tipo e di assoluto pregio, alimentati a biomassa legnosa. Altri amministratori, altri progettisti, altri installatori, signori spazzacamino qualificati, altre disponibilità economiche ed altra mentalità.
    “Noi Veneti” infatti stiamo ancora incentivando, o l’abbiamo fatto fino a ieri, stufe a 4 stelle, che sarebbe più o meno come incentivare un diesel euro3.
    La favola dei risparmi poi non me la bevo nemmeno dalla Paniz. Intanto aspettiamo l’autunno e vediamo cosa succederà con i costi di legna e pellet. Dopo di che se uno ha la fortuna di avere un bosco suo, allora fa bene ad evitare il metano ed a dotarsi di un impianto adeguato (che non è la stufa che conosciamo) per valorizzare in modo economico la risorsa legno.
    Se però il bosco uno non ce l’ha ed in casa ha l’impianto a metano perché vive a Montorio e non a Velo Veronese, risparmia qualcosa, forse, se: usa delle stufe che qualitativamente sono degli inceneritori domestici; evita la manutenzione qualificata; non rispetta gli obblighi normativi.
    Quanti dei camini esistenti sono dimensionati e realizzati nel rispetto delle normative ? Quante linee vita abbiamo sui tetti di Montorio per consentirne la sicura pulizia dall’alto ?
    I nostri contatori di particelle misurano ogni giorno gli effetti di questo stato delle cose sull’inquinamento dell’aria e i circa 10.000 incendi di tetti e mansarde, che si verificano in Italia ogni anno, ci ricordano la nostra superficialità nell’approccio a stufe e camini.
    Chiudo auspicando che montorioveronese si faccia carico di organizzare una serata sul tema con un relatore qualificato. L’ignoranza è grande, generalizzata e deleteria per i nostri polmoni e l’ambiente.

  • Carlo S.

    La riduzione da 19 a 18°C della temperatura massima nelle abitazioni stimo riduca le missioni del PM10 di meno dello 0,5%, se tutti la applicassimo; cosa improbabile visto il contesto.
    Ancora aria fritta frutto di improvvisazione.
    Abbiamo per contro il grande problema del PM prodotto dalle stufe a legna e pellet, sul quale stiamo agendo con misure confuse, blande e tempi biblici, a Montorio come in tutte le realtà simili della provincia di Verona.

    • Alberto Speciale L'autore dell'articolo

      Buongiorno Carlo, non ti sarà certamente sfuggito l’articolo pubblicato oggi sul quotidiano locale sull’utilizzo delle biomasse come fonte energetica alternativa. “Le biomasse sono «un’enorme ricchezza a portata di mano», ovvero «la prima fonte rinnovabile» in un’Italia e un’Europa che si interrogano su come ridurre la dipendenza dal gas russo. Lo afferma l’Associazione italiana energie agroforestali (Aie), che raggruppa le imprese che operano lungo la filiera legno-energia che ha scritto al presidente del consiglio Mario Draghi e al ministero della Transizione ecologica per spiegare che già oggi le biomasse possono coprire fino al 68% dell’energia da fonti rinnovabili (Fer) nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali in Italia.Fondamentale è anche il contributo contro il caro-bollette. Con la legna da ardere si risparmiano 900 euro all’anno (-55%) per scaldare una casa da 100 metri quadri rispetto ai 1.650 euro del metano, mentre il pellet, i granuli derivati dal legno e destinati a stufe e caldaie programmabili di ultima generazione, assicura un risparmio di 700 euro (-44%).Aiel sostiene che «con le risorse legnose oggi disponibili è possibile arrivare a 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia, contro gli attuali 7 Mtep, di cui 8,5 Mtep da biomasse legnose, per un totale di circa 146 GW di potenza installata». «La strategia energetica per un calore rinnovabile – spiega il direttore generale di Aiel Annalisa Paniz – dovrebbe vedere una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas e quindi fondarsi anche su piccoli-medi impianti centralizzati a biomassa legnosa, di micro e mini-cogenerazione, teleriscaldamento e calore di processo, ma anche sulle moderne stufe che garantiscono alto rendimento, efficienza energetica e basse emissioni di particolato». Ad oggi però, l’energia ricavata dalla biomassa «è stata ben poco considerata nel Pnrr» a fronte di una domanda che Paniz definisce «rilevante».”