Il professore
di Luigi Alloro
Articolo pubblicato nel gennaio 2006 – Aggiornato nel giugno 2022
Silvio Giuseppe Zorzi, figlio di Abramo e Lavinia Bertolini e fratello maggiore di “Bepi”, nacque a Montorio il 18 marzo 1884.
Fu un personaggio di spicco nel panorama politico-sociale di Montorio all’inizio del XX secolo. Allievo dell’Istituto “Don Mazza” conseguì la licenza liceale d’onore al “Cicognini” di Prato. Vinta una borsa di studio passò all’Accademia Scientifico-letteraria di Milano dove si laureò in lettere. Fu per quattro anni all’Aja come precettore dei figli del conte di Calvello, ministro plenipotenziario del Re d’Italia presso la corte olandese. In quel periodo ricoprì anche delicati incarichi diplomatici e viaggiò molto per l’Europa. Iscrittosi all’Università di Torino vi conseguì la laurea in giurisprudenza nel luglio 1914 discutendo la tesi: “Fattori fisico-morali e fattori economici nella legislazione schiavistica del Basso Impero”.
In politica fu neutralista convinto, già simpatizzante del partito socialista da cui si staccò nel 1913 per divergenze con i capi del socialismo veronese di cui criticava il forte spirito anticlericale.
Richiamato alle armi nel maggio 1915 fu inviato al fronte e combatté nella Brigata Mantova e poi nella Acqui. Fu gravemente ferito, ma nel 1917 lo troviamo nuovamente in linea come volontario sul Piave. Fu decorato di Medaglia d’Argento al valor militare e di Croce di Guerra. Nella primavera del 1918 diresse una scuola di perfezionamento per allievi ufficiali.
Nel 1919, aderendo agli ideali di Don Luigi Sturzo e Giovanni Uberti, si presentò candidato alle elezioni politiche di novembre per il Partito Popolare. In quello stesso anno fu professore di lettere all’Istituto Tecnico di Treviso e il 5 settembre 1920 sposò a Padova Angela Palmani.
Nel 1962 fu insignito dal Ministro della Pubblica Istruzione Gui della Medaglia d’oro per meriti nel campo della Scuola, Cultura e Arte.
Dedicò varie opere letterarie alla sua adorata Montorio e tra esse ricordiamo la raccolta di poesie in dialetto: “Mi picolo e me mama” (Ediz. di Vita Veronese, 1962), ricordi della sua fanciullezza a Montorio e “La Casa del Popolo in Montorio Veronese” (1911, Soc. Coop. Tipografica).
Morì l’8 giugno 1968 e fu sepolto a Treviso.
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