Focus dell’incontro, lo stato di salute delle risorgive alla luce dell’indagine presentata nel volume “Le Risorgive in Veneto, strategie per la tutela e la valorizzazione di un patrimonio storico, culturale e ambientale unico al mondo,” realizzata da ANBI Veneto e Crédit Agricole Friuladria, con il supporto operativo di Etifor.
Le risorgive rappresentano un elemento paesaggistico a rischio: da un lato, a causa dell’uso antropico sempre maggiore (in primis, il sovrautilizzo idropotabile e industriale), dall’altro a causa dei mutamenti climatici che nel 2022 hanno comportato un abbassamento delle falde ai minimi storici. Su 869 risorgive presenti sul territorio regionale ben 215 risultano estinte a causa dei livelli troppo bassi degli acquiferi.
Drammatico il dato riguardante il calo del contributo di portata generato da queste sorgenti di pianura. Nella sola area del Brenta si è infatti passati da 15 mc/s nel 1960; a 3 mc/s nel 2000, fino ad appena 0,6 mc/s nel 2022.
Di fronte a quello che rischia di configurarsi come un disastro paesaggistico ambientale, la soluzione proposta dai Consorzi di Bonifica fa perno sulla realizzazione di una vasta fascia di ricarica, appena sopra la linea delle risorgive, dove favorire, grazie al suolo ghiaioso, l’infiltrazione di risorsa in quei periodi dell’anno più piovosi, quando le portate dei fiumi e dei torrenti sono maggiori.
“Oltre al tema della tutela delle risorgive emerge sempre più forte quello della loro rigenerazione – ha spiegato Filippo Moretto, responsabile del Centro Studi di ANBI Veneto intervenuto all’incontro – un numero sempre maggiore di risorgive versa in stato di abbandono e degrado con danni significativi per ambiente, agricoltura e per le comunità che attorno ad esse si sono sviluppate negli anni. Altre, ben valorizzate attraverso progetti comunitari e regionali, costituiscono scrigni preziosi di biodiversità e ma anche un traino economico in virtù dei tanti servizi ecosistemici ingenerati dall’acqua, a partire dall’attrattività turistica di questi paesaggi ad alto valore ambientale. ”
Fonte informazioni: www.anbiveneto.it