Superbeton Spa smantella l’impianto di Montorio in via del Vegron. Bertucco: «Vittoria dei cittadini di Montorio»


     Con poche laconiche righe al Comune di Verona la Superbeton Spa ha comunicato l’avvio delle procedure di smantellamento dell’Impianto di via del Vegron a partire da lunedì prossimo, 6 febbraio. Si conclude così una battaglia durata oltre 5 anni che ha visto impegnati l’attuale assessore Michele Bertucco (nella foto), allora in veste di consigliere comunale, ma soprattutto i cittadini del Comitato Ambiente Montorio e Legambiente.

     «Finalmente i cittadini di Montorio possono tornare a stare tranquilli, e dimenticare anche le querele temerarie intentate dalla ditta con richieste di risarcimento milionarie – ha commentato oggi l’assessore Michele Bertucco dando notizia della lettera -. La difesa del territorio e dell’ambiente non è un reato, al contrario è un diritto e anche un dovere. I cittadini ed i comitati si sono mossi contro i rumori e le esalazioni odorose riconducibili all’impianto di produzione di conglomerati bituminosi. Una vicenda di ordinario degrado ambientale nata, come troppo spesso accade, dalla leggerezza con cui Regione Veneto e Provincia di Verona concedono autorizzazioni sulle cave dismesse, che anziché ritornare alla collettività sanate e riqualificate, vengono adibite ad ogni genere di attività». 

In questo caso, il titolo autorizzativo risaliva all’8 novembre 2017, e la prima diffida – su segnalazione dei cittadini – arrivò appena quattro mesi dopo: il 1° marzo 2018. A questa ne seguirono altre 4 o 5. Dopo una serie intricata di chiusure, revoche, sequestri si arrivò al definitivo accertamento delle esalazioni nocive, ai provvedimenti definitivi di revoca dell’autorizzazione provinciale e, ora, allo smantellamento dell’impianto. 

Ricorderete che (qui mio articolo) Il Tribunale Amministrativo del Veneto con la Sentenza n. 01242/2022 ha confermato nel merito il provvedimento di revoca –Determinazione n.273/20 del 31 gennaio 2020con il quale il dirigente dell’Area ambientale della Provincia di Verona ha revocato l’autorizzazione rilasciata alla ditta Superbeton SpA per l’esercizio dell’impianto di recupero di rifiuti inerti non pericolosi e di produzione conglomerati bituminosi, sito in via del Vegron, 3 loc. Montorio del Comune di Verona.

Pertanto con la Sentenza 01242/2022 i giudici amministrativi veneziani hanno così deciso nel merito della vicenda: «In conclusione, ritenuto che la revoca sia legittimamente fondata sulle reiterate inottemperanze al termine per presentare la dichiarazione di fine lavori e sul mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con le diffide del 1 marzo 2018 e 31 agosto 2018 ( diffide violate dalla realizzazione di opere non conformi a quelle indicate nelle varianti approvate con determinazione n. 3236/2017 allo scopo di mitigare le emissioni di odori e rumori provocati dall’impianto), il ricorso R.G. n. 241/2020 deve essere respinto. Il ricorso R.G. n. 785/2020 con cui Superbeton ha chiesto l’annullamento del provvedimento comunale che ha disposto il divieto di prosecuzione dell’attività edilizia di cui alla SCIA 335/2020, ai sensi dell’art. 19, comma 3, L. 241/90, va dichiarato inammissibile per carenza d’interesse in quanto, a seguito della revoca dell’AUA, è venuta meno la possibilità di svolgere l’attività e, anche, la deroga in zona agricola precedentemente concessa. Per gli impianti di recupero di rifiuti del tipo di quelli per cui è causa i titoli edilizi sono in stretta correlazione con l’autorizzazione ambientale, sicchè la revoca dell’AUA incide sull’interesse della società a richiedere interventi a servizio dell’impianto in quanto lo status dell’area torna ad essere quello originario (agricolo)».

Nel breve invece sarà da capire che tipo di provvedimenti intenderanno prendere la Provincia ed il Comune di Verona posto che, come statuito dai giudici veneziani, «(…) a seguito della revoca dell’AUA, è venuta meno la possibilità di svolgere l’attività e, anche, la deroga in zona agricola precedentemente concessa, …, sicchè lo status dell’area torna ad essere quello originario (agricolo)». Al momento l’area è ancora interessata dalla preseza di impianti ed è da riportare al piano campgna la depressione creata negli anni a seguito dell’ex attività di cava.

Alberto Speciale

 

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